- nessuna associazione puo' teoricamente e per regolamento stabilire la propria sede negli uffici del PE;

- questa norma interna sembra sia violata in generale e da vari gruppi (stiamo indagando), e ad esempio sulle carte intestate delle associazioni di area radicale figura il PE come punto di riferimento oramai da vario tempo (telefoni, indirizzo posta, fax) senza che questo ponga problemi, almeno fino ad ora;

- naturalmente un deputato puo' ricevere corrispondenza privata, come anche i funzionari, e questa parte della questione non é del tutto chiara (é possibile che un deputato di AN scriva sulla carta intestata di una associazione nella quale occupa un ruolo dirigenziale o di cui é membro o che sostiene, il suo recapito al PE per fare attività politica come ogni deputato dovrebbe fare?)

- il fatto che il CORA abbia ottenuto una certa visibilità per le sue attività nel PE ed in Europa e per altri motivi (imboscata che 2 giornalisti svedesi mi avevano fatto in novembre scorso), l'avversione di un deputato socialista svedese, Anderson, e degli altri proibizionisti, ha fatto si' che una procedura interna che passa attraverso i questori sia stata avviata;

- a questo punto il CORA come CORA non puo' fare molto a mio parere; cio' che potrebbe sbloccare la situazione é una procedura interna al PE di risposta alle motivazioni dei questori o la sicurezza che vari ed altri gruppi e partiti utilizzino il PE ed in particolare l'ufficio di un deputato come punto di riferimento posta o come sede, almeno per la posta; ipotetica ulteriore ipotesi da verificare come le altre, la costituzione formale di un intergruppo CORA-PAA, che sorpasserebbe il problema.