Lhasa, 14 agosto. Cinque monache tibetane sono state arrestate e percosse con manganelli dalla polizia dopo che avevano sventolato una bandiera tibetana e gridato slogan indipendentisti nel quartiere Barkor di Lhasa, poche ore prima della visita di Li Tieying, membro del Politburo del PCC e ospite d'onore alla cerimonia per la riapertura del Potala, al quartiere generale della Pubblica Sicurezza di Lhasa. Secondo una trasmissione di Radio Lhasa ascoltata dalla BBC, Li ha elogiato la polizia per la sua "coraggiosa e ferma battaglia contro gli elementi ostili ed antisociali" ed ha aggiunto che, " un arduo compito mantenere una stabilità a lungo termine in Tibet". Quattro giorni prima Li aveva visitato la stazione di polizia del Barkor dicendo al personale in servizio che, "il quartiere di Barkor dovrà diventare il luogo più sicuro e tranquillo di tutta Lhasa. Dobbiamo punire severamente tutti i criminali e i fuorilegge".
23 agosto, otto di mattina al Barkor. Tre monaci di Phenpo sventolano la proibita bandiera nazionale tibetana e gridano slogan in favore dell'indipendenza del Tibet prima di venire arrestati. La protesta ha avuto luogo alcuni giorno dopo la cerimonia del 9 agosto con cui le autorità cinesi hanno celebrato la riapertura del palazzo del Potala di Lhasa. "Era una situazione strana," ha detto un turista occidentale presente in quei giorni nella capitale del Tibet, "sembrava che nessun tibetano sapesse della cerimonia. L'intera faccenda era avvolta da un clima di segretezza. Certo stata poi trasmessa dalla TV ma non c' stata alcuna sfilata per le strade", ha aggiunto ancora il turista occidentale che ha anche descritto l'atmosfera della città come "molto tesa" e con una "eccezionale" presenza di forze di polizia. (EuroTibet News N·1)