La conferma cinese di 56 nomi di prigionieri conferma l'alto livello di precisione raggiunto dagli informatori tibetani che operano in totale segretezza e sono l'unica fonte per poter aver notizia degli arresti, in modo particolare di quelli (oltre la meta dei nominativi) che provengono dalle aree rurali del Tibet. Il 1993 stato l'anno più difficile per gli informatori poiché sin dai primi mesi l'Ufficio per la sicurezza dello Stato ha dato vita ad una dura campagna contro quanti raccolgono notizie sulla repressione cinese, campagna che ha portato all'arresto di numerosi informatori. Nell'elenco dei 56 nomi confermati da Pechino vi sono 10 donne, di cui sette monache; 28 arrestati non vivono nella zona di Lhasa. (EuroTibet News N·1)