Lhasa, 15 settembre. Secondo una corrispondenza del "Washington Post" dalla capitale tibetana, un enorme numero di commercianti cinesi si trova oggi in Tibet e in particolare a Lhasa dove hanno in mano tutte le leve del commercio. Questa situazione, che rende estremamente difficile la situazione lavorativa dei tibetani, ha innescato una forte tensione etnica. "Se le autorità cinesi non si renderanno conto della gravità della situazione", ha riferito un osservatore occidentale, " probabile che possano nascere problemi seri ed accadere cose molto spiacevoli". I tibetani denunciano il fatto che i coloni cinesi occupano tutte le migliori situazioni lavorative e relegano la popolazione locale in una situazione marginale e disperata. Molti dei cinesi sono stati mandati in Tibet, nel corso degli ultimi anni, contro la loro volontà. "In genere le relazioni tra le due Comunità sono molto tese", ha dichiarato al corrispondente del "Post", un giovane intellettuale tibetano e alcuni cinesi intervistati hanno detto che i
tibetani reagiscono alla nuova situazione divenendo più orgogliosi, sensibili e fieri delle loro tradizioni. I cinesi che risiedono in Tibet da molti anni e gli osservatori occidentali concordano nel dire che l'ignoranza della cultura e del modo di vivere tibetano, porta i nuovi arrivati ad offendere la sensibilità della popolazione locale. Molti coloni cinesi cominciano a temere l'esplosione di incidenti e hanno paura di non poter far più ritorno nelle regioni della Cina da cui provengono. "Rischiamo di essere le vittime sacrificali della politica del Partito Comunista", ha dichiarato al quotidiano statunitense un funzionario cinese. (EuroTibet News N·2)