Hobart, 26 settembre. La Conferenza Nazionale dell'Australian Labor Party ha approvato oggi una risoluzione che condanna "gli abusi dei diritti umani perpetrati in Tibet" e chiede "la cessazione della politica cinese di trasferimento della popolazione". La risoluzione chiede inoltre alla Cina di aprire il Tibet alle indagini internazionali e in particolare di consentire "alle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani e a giornalisti indipendenti" di poter visitare la regione. La risoluzione chiede inoltre "il sollecito inizio di negoziati tra il governo della Repubblica Popolare Cinese e il governo tibetano in esilio riguardo al futuro status del Tibet e le relazioni tra tibetani e cinesi", ed inoltre prende atto "che i tibetani affermano che il Tibet era una nazione indipendente prima dell'illegale invasione ed occupazione cinese del 1949/50". La risoluzione del Partito Laburista "si congratula con il popolo tibetano ed il suo leader il Dalai Lama, per essersi astenuti dall'uso della vio
lenza nella loro ricerca di una soluzione alla presente situazione del Tibet". La risoluzione richiede infine al "governo australiano di intraprendere ogni passo possibile per sottoporre questo punto di vista all'attenzione del governo della Repubblica Popolare". Questa la prima volta che a livello nazionale il Partito Laborista adotta una precisa posizione politica sul Tibet; in precedenza solo a livello locale gli organi del partito si erano espressi sulla questione, riconoscendo il Tibet come stato indipendente prima dell'invasione cinese. (EuroTibet News N·3)