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Conferenza Tibet
Partito Radicale Centro Radicale - 1 gennaio 1995
MINACCE ALLA LIBERTA' RELIGIOSA IN TIBET.

Dharamsala, 10 Novembre. Alcuni provvedimenti presi recentemente in Tibet hanno ricordato ai tibetani i giorni della Rivoluzione Culturale che a Lhasa cominciò il 28 Agosto 1966. A quel tempo la città era piena di Guardie Rosse e di opposte fazioni che combattevano le une contro le altre. Alla gente veniva detto che la religione era un veleno e che la sua pratica rappresentava una "fede cieca" appartenente ad una vecchia cultura che doveva essere abbandonata per il bene supremo del socialismo. Sebbene le prime distruzioni e devastazioni dei monasteri e dei templi erano iniziate già al momento dell'invasione cinese nei primi anni '50, esse conobbero il loro apice durante il decennio della Rivoluzione Culturale.

Fotografie del Dalai Lama proibite. Oggi la polizia cinese sta svolgendo un ruolo simile a quello delle Guardie Rosse nel momento in cui applica le istruzioni governative volte a distruggere la tradizionale cultura del Tibet. Infatti il governo cinese ha recentemente dichiarato illegale per i tibetani tenere una foto del Dalai Lama sia sugli altari dei monasteri sia su quelli delle famiglie. Ai funzionari ed ai membri tibetani del Partito Comunista è stato ordinato di rimuovere tutte le fotografie del Dalai Lama sia dalle abitazioni private sia dai loro uffici. I tibetani appartenenti a queste due categorie sono particolarmente sotto tiro e le loro case sono state perquisite dalla polizia cinese che ha sequestrato tutte le foto del Dalai Lama.

I membri tibetani del Partito Comunista devono denunciare la religione. Nello scorso mese di Giugno, durante una riunione del Partito Comunista è stata letta la seguente circolare interna, "I comunisti devono professare l'ateismo. Un combattente comunista, a qualsiasi nazionalità appartenga, deve essere del tutto ateo. La ragione per cui i comunisti non seguono alcuna religione risiede nel fatto che il comportamento di un comunista è opposto a quello religioso. Il credo comunista è il Marxismo-Leninismo materialismo dialettico mentre quello religioso è completamente differente poiché tutte le religioni sono idealistiche.Dal momento che la religione è dannosa all'edificazione della Madre Patria socialista sarà inevitabilmente anche dannosa al progresso e allo sviluppo delle minoranze nazionali. Quindi tutti i membri del Partito che appartengono alle minoranze nazionali devono denunciare la religione per il bene della Madre Patria socialista".

Posti limiti alla recita delle liturgie buddhiste. E' tradizione diffusa nel Buddhismo tibetano che i fedeli invitino i monaci nelle case per salmodiare le scritture religiose. La recita di alcune di queste litanie dura anche diversi giorni. Oggi questo tipo di pratiche sono state proibite ai tibetani che lavorano nei dipartimenti e negli uffici governativi. Il motivo di questa proibizione è che i cinesi vogliono che i loro funzionari siano atei o, almeno, così appaiano.

Aumentato il controllo politico dei monasteri. Un documento approvato il 30 Marzo scorso dalla Commissione per la Politica e la Legge della Regione Autonoma del Tibet e dall'Ufficio per la Politica e la Legge di Lhasa ordina al Fronte Unito Municipale, all'Ufficio per le Questioni Religiose e alle autorità distrettuali di controllare strettamente ogni attività religiose.

L'educazione dei bambini tibetani volutamente ostacolata. Insegnamenti religiosi e preghiere non sono consentiti nelle scuole e nelle università tibetane e la storia religiosa non può essere insegnata. Secondo le direttive ufficiali le menti degli studenti non devono essere corrotte dalla "fede cieca". Queste restrizioni avevano convinto molti genitori tibetani a mandare i loro figli in India per ricevere una buona educazione tibetana. Lo scorso 26 Giugno fonti di Lhasa hanno reso noto che i funzionari e i membri tibetani del Partito Comunista sono stati sottoposti a severe indagini riguardo le loro intenzioni di inviare i propri figli a studiare in India nelle scuole gestite dai profughi. L'Ufficio per i Diritti Umani del governo tibetano in esilio, ha raccolto delle informazioni riguardo a un documento cinese del 19 Ottobre scorso in cui veniva ordinato ai funzionari ed ai membri tibetani del Partito Comunista di far tornare i loro figli dall'India e di iscriverli alle scuole della Regione Autonoma Tibetan

a. Il rifiuto di obbedire a questo ordine comporterà l'espulsione dal Partito per i membri e la perdita del salario per i funzionari. (EuroTibet News n·5)

 
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