Dharamsala, 14 Novembre. Testo di un articolo di Rakesh Lohumi pubblicato sul giornale indiano The Tribune, "Consapevoli della crescente forza della Cina, i tibetani in esilio stanno tentando di far compiere alla loro quarantennale battaglia un salto di qualità decisivo progettando, per il Marzo del prossimo anno, una 'marcia in Tibet' per liberare il loro Paese. La posizione inflessibile e intransigente dei cinesi non solo ha esasperato le masse tibetane ma ha anche convinto i loro leaders che la posizione morbida non produrrà altro che sconfitte. In effetti ai tibetani non sono state lasciate altre opzioni dopo che la dirigenza cinese non ha mai preso in considerazione le proposte 'realistiche' del Dalai Lama. Il leader buddhista, che ha guidato la lotta per la libertà dei tibetani in esilio, aveva detto di accettare per il Tibet uno status di auto-governo al posto della totale indipendenza. Ma il Dalai Lama ha dovuto prendere atto che Pechino non era sinceramente interessata a queste proposte e le ha quin
di ritirate dichiarando che avrebbe consultato il suo popolo per decidere il futuro del movimento. La progettata marcia da Rajghat, a Delhi, fino a Lhasa, in Tibet, avverrà intorno al prossimo 10 Marzo, 35· anniversario dell'insurrezione nazionale tibetana. Sarà la prima volta, da quando i cinesi invasero la loro patria, che i tibetani ricorreranno ad un'azione diretta per raggiungere il loro obbiettivo. Preparativi di carattere etico sono in corso in diversi insediamenti dei tibetani in esilio per la 'Marcia' che preparerà un Satyagrah (forma di lotta non-violenta di tradizione gandhiana, N.d.C.) totale che i tibetani progettano per il prossimo futuro. Prima di esso il governo in esilio del Dalai Lama terrà un referendum tra i tibetani, dentro e fuori il Tibet, per consultare la gente sulle future strategie. Diverse importanti organizzazioni tibetane sono impegnate nel preparare un certo numero di volontari per la marcia che sarà tenuta sotto l'egida della Tibetan U-Tsang Association. 'Non sarà una normale
manifestazione politica ma un' azione di inflessibile determinazione di seguaci di Buddha', ha dichiarato un rappresentante dell'Associazione. Solo coloro che sono totalmente dedicati agli ideali di verità e non-violenza potranno partecipare alla marcia. Attualmente i volontari stanno eseguendo esercizi di autopurificazione che li metteranno in grado di portare a termine il loro compito con coraggio e devozione. I volontari praticheranno complesse tecniche meditative e altri esercizi spirituali durante il processo di purificazione che durerà per circa sei mesi. Mentre il Dalai Lama è stato piuttosto evasivo riguardo le intenzioni del suo popolo e si è limitato a dire che alcune organizzazioni tibetane si stanno preparando per una marcia pacifica, Samdong Rinpoche, presidente dell'Assemblea dei Deputati del Popolo Tibetano (il parlamento tibetano in esilio, N.d.C.) è stato più esplicito, 'Ora o mai più. Il tempo sta volando per noi. Vogliamo dei risultati immediati in un modo o nell'altro. 40 anni non sono un
periodo troppo lungo nella storia della lotta per la libertà di una nazione e siamo consapevoli che ci vogliono generazioni e generazioni di patrioti per liberare un Paese... ma la situazione del Tibet è del tutto peculiare ed ogni ulteriore ritardo nel portare il movimento alla sua logica conclusione vorrebbe dire, a questo punto, condannarlo al fallimento'. Chiarendo meglio il suo punto di vista, Samdong Rinpoche ha spiegato che i cinesi stanno tentando di distruggere l'identità tibetana attraverso una politica di genocidio culturale e il trasferimento in massa di coloni cinesi in Tibet. La continua aggressione demografica ha già ridotto i tibetani ad essere una minoranza nel loro Paese. Se alla Cina sarà consentito di continuare su questa strada la nazione tibetana sarà spazzata via e rimarrà solo una entità geografica chiamata Tibet. Sarà come un corpo senza anima. 'Inoltre noi avremo bisogno della presenza del Dalai Lama per almeno una decina d'anni dopo che il Tibet avrà ottenuto l'indipendenza, la su
a presenza sarà necessaria per edificare la nostra nazione. Il Dalai Lama sta per compiere 60 anni e non vivrà in eterno'". (EuroTibet News n·5)