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Partito Radicale Centro Radicale - 7 gennaio 1995
IL NEPAL POTRA' DIVENIRE LA PRIMA MONARCHIA COMUNISTA DEL MONDO.

Katmandu, 23 Novembre. Secondo quanto riporta la Deutsche Presse-Agentur, "Il recente successo dei comunisti nelle elezioni in Nepal potrà dare vita a un inedito sistema di monarchia comunista. Il re Birendra Bir Bikram Shah Dev del Nepal sta per conferire l'incarico governativo ai comunisti, il gruppo più numeroso nel parlamento nepalese. Il fatto che i comunisti stanno giocando un ruolo decisivo nella gestione politica di uno dei più poveri stati del mondo ha diverse spiegazioni e avrà notevoli ripercussioni anche al di là dei confini del Nepal. La chiave di lettura per comprendere i motivi della vittoria comunista si trova principalmente in India. Sin dall'indipendenza il potente vicino si è intromesso negli affari interni nepalese e questo atteggiamento è stato vissuto dagli abitanti del Nepal come segno di intollerabile arroganza. I risultati elettorali possono essere visti come una diretta conseguenza di quello che molti considerano una violazione della sovranità nepalese da parte dell'India. Più di un

a volta poliziotti indiani hanno inseguito, e perfino arrestato, dei ricercati in Nepal senza alcun permesso ufficiale. In diverse occasioni merci in transito alla volta di Katmandu sono state illegalmente trattenute a Calcutta. Il Nepal si è lamentato di numerose violazioni dello spazio aereo nepalese da parte dell'aviazione militare indiana. Inoltre il Nepal è obbligato da precisi accordi a consultare l'India per quanto riguarda la politica estera e le questioni militari di una certa rilevanza. La maggior parte dei nepalese dice di insospettirsi quando sente parlare di 'relazioni speciali' che devondo intercorrere tra il regno hindu e l'India a maggioranza hindu. Facendo leva su questi sentimenti, la campagna elettorale dei comunisti è stata improntata sulle accuse al comportamento del 'Grande Fratello' indiano e il partito ha promesso che avrebbe combattuto queste ingerenze e difeso l'onore del Nepal. Mohan Adhikari, presidente del partito comunista nepalese Unità Marxista-Leninista (UML) ha anche promess

o che tutti gli accordi con l'India sarebbe stati riesaminati e gli indiani per vivere in Nepal dovranno essere in possesso di un regolare permesso di lavoro. Fino ad ora il confine tra le due nazioni è sempre stato aperto e gli indiani potevano entrare in Nepal senza passaporto. I comunisti nepalesi sono innanzitutto nazionalisti e il loro radicalismo si esprime in attacchi verbali rivolti contro il vicino indiano ma, in termini occidentali, potrebbero essere considerati dei socialdemocratici. Hanno promesso una riforma agraria ma sono aperti anche ad una politica di privatizzazioni. Accettano il ruolo costituzionale della monarchia e tutte le regole della democrazia parlamentare. Consapevoli che uno stato asiatico così povero non può sopravvivere senza aiuti economici, i comunisti hanno voluto rassicurare gli investitori internazionali. Quindi l'ascesa della 'stella rossa sull'Himalaya' forse non sarà poi tanto drammatica sebbene potrà avere ripercussioni nel campo della politica estera. Il raffreddamento

delle relazioni con l'India sarà infatti con ogni probabilità bilanciato da un incremento dei legami con la Cina. La 'equidistanza' tra Pechino e New Delhi che è stata annunciata dai comunisti potrà portare ad una più marcata presenza cinese in Nepal. Fino ad ora, il precedente governo dello sconfitto Partito del Congresso Nepalese, aveva cercato di non fornire occasioni all'India per temere una troppo forte influenza cinese nel regno himalayano, così importante dal punto di vista strategico. I comunisti non avranno bisogno di farlo". (EuroTibet News N·6)

 
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