Londra, 30 Novembre. Secondo il Tibet Information Network (TIN), "Le autorità cinesi hanno confermato la notizia di 'seri' disordini avvenuti nel 1993 in una sperduta cittàdina del Tibet settentrionale. Fonti tibetane affermano che la protesta in quell'area, la contea di Sog nella prefettura di Nagchu, cominciò nel Luglio 1993 per costringere bracconieri e mercanti cinesi ad abbandonare la regione. In altre zone della contea i tibetani hanno accusato i cinesi di edificare i loro insediamenti sui terreni agricoli mentre i residenti di un'area rurale di Sog hanno scritto un appello in cui chiedono l'aiuto internazionale per essere difesi dalle prepotenze dei cinesi. Durante le proteste del Luglio 1993, 18 negozi tenuti dai cinesi sono stati danneggiati dai dimostranti nella principale cittadina della contea di Sog. Nel distretto rurale di Yagla l'esercito di Pechino ha circondato i villaggi e incarcerato 19 tibetani, tra cui anche funzionari locali, dopo che la gente del posto aveva cacciato coloni e mercanti
cinesi. In una corrispondenza pubblicata sul quotidiano ufficiale del Partito, Xizang Ribao, è stato per la prima volta ammesso che vi erano state queste proteste. 'Nel luglio del 1993 un piccolo numero di criminali ha provocato dei seri e violenti incidenti', ha scritto il giornale l'8 Novembre. Gli incidenti sono stati descritti come una serie di 'effrazioni, distruzioni e violenze fisiche opera di gruppi criminali', ma il giornale ha anche definito gli scontri seguiti alla protesta come un esempio 'della lotta senza quartiere condotta dal Partito contro le attività dei separatisti', affermando che le proteste avevano un fine dichiaratamente politico. Il giornale ha anche scritto che un 'gruppo di lavoro' di funzionari di Partito è stato inviato nella regione dove 'ha lavorato assiduamente per 40 giorni portando avanti inchieste e repressioni'". (EuroTibet News N·6)