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Conferenza Tibet
Partito Radicale Centro Radicale - 19 gennaio 1995
I CINESI INCOLPANO LA "INSURREZIONE" TIBETANA.

Uno dei 32 detenuti è Jampa Ngodrup, un dottore che è stato condannato a 13 anni per aver scritto i nomi dei tibetani feriti dalla polizia durante una dimostrazione del 1988. Un altro è Lobsang Tsondru, un monaco di 72 anni del monastero di Drepung, che sta scontando una condanna a 6 anni per 'incapacità a correggersi', mentre Tsering Ngodrup, un cinquantasettenne proprietario di un ristorante, sta scontando una pena a 12 anni di carcere per 'aver incoraggiato il canto di canzoni reazionarie' durante una protesta nel 1988. Tra le 4 donne prese in esame dall'inchiesta vi è una maestra di scuola, Dawa Drolma, che è stata condannata a 5 anni per aver scritto una 'canzone controrivoluzionaria' sulla lavagna di classe. Il governo cinese ha rifiutato tutte le accuse dicendo al Gruppo di Lavoro che quando le persone vennero condannate 'si era alla vigilia di una insurrezione', un'ammissione che non era mai stata fatta prima da Pechino. Il commento si riferiva ai tre giorni di manifestazioni del Marzo 1989 durante i

quali la polizia, secondo diverse fonti, uccise a colpi di arma da fuoco oltre cento dimostranti nella sola capitale Lhasa. Il governo cinese sta cercando di impedire ulteriori critiche al suo operato invitando alcuni funzionari dell'ONU in Cina e consentendo lo scorso mese la visita del Relatore dell'ONU sull'Intolleranza Religiosa. Jos Ayala Lasso, Alto Commissario per i Diritti Umani, ha annunciato lo scorso 16 Novembre che visiterà la Cina nei primi mesi del 1995. Diversi gruppi che si battono per il rispetto dei diritti umani stanno già facendo forti pressioni su Ayala Lasso affinchè acconsenta ad altri esperti sui Diritti Umani ad accompagnarlo nella sua visita in Cina. nel suo rapporto del 1993, il Gruppo di Lavoro ha denunciato il sistema cinese chiamato 'trasformare attraverso l'educazione' che prevede detenzioni fino a 4 anni senza processo, come una forma di detenzione arbitraria, ma i governi presenti nella Commissione dell'ONU per i Diritti Umani hanno deciso di non approvare una risoluzione in

appoggio a questa accusa". (EuroTibet News N·8)

 
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