Roma, 25 febbraio 1995
Da fonti tibetane apprendiamo che il Dalai Lama ha inviato un messaggio ai tibetani in esilio, che si apprestavano al tentativo di una Marcia della pace da New Delhi a Lhasa, chiedendo di attuarne una in 'tono minore' da Daramsahala a New Delhi con la motivazione che la situazione politica in Cina é tale da consigliare la prudenza per evitare possibili ritorsioni nei confronti dei tibetani che abitano la Regione Autonoma tibetana interna alla Repubblica popolare cinese.
In effetti l'imminente morte di Deng Tsiao Ping, se non é già di fatto avvenuta, significa che in Cina é in atto una lotta per il potere i cui esiti sono estremamente incerti. Sia l'India che il Nepal si erano detti contrari alla Marcia e le autorità nepalesi in particolare avevano dichiarato che non avrebbero concesso il passaggio alle loro frontiere. La Marcia quindi rischiava di non potersi attuare, per cui il Dalai Lama ha preferito scegliere un comportamento prudente e di dialogo con le autorità cinesi.
La settimana di mobilitazione che il Partito radicale e l'Associazione Italia/Tibet organizzano a piazza Navona in Roma dal 6 al 10 marzo si pone fra i propri obiettivi quello dell'apertura, sotto l'egida delle Nazioni Unite, di una conferenza sino-tibetana per definire il futuro del Tibet e porre le basi per una ridefinizione del processo di democratizzazione della Cina.
A tale scopo nel lembo di Tibet che verrà ricreato a piazza Navona, oltre ad informare la popolazione sulla situazione tibetana con video conferenze e dibattiti, inizieremo un digiuno per la pace cui hanno già aderito decine di persone a Roma, New York, Kiev, Madrid, Bucarest, Brussells.
E' possibile preannunciare la propria adesione al digiuno telefonando allo 06 689791. Chiediamo a tutti i mass media di pubblicizzare al massimo questa nostra iniziativa per dare visibilità al nostro tentativo di contribuire a risolvere in forma nonviolenta le situazioni di crisi e in particolare per la libertà nel Tibet e la democrazia in Cina.
COMUNICATO STAMPA