TIBET: PRESSOCHE' IGNORATA LA MOBILITAZIONE NONVIOLENTA MONDIALE DEI TIBETANI IN ESILIO, DEI LORO SOSTENITORI, DEL PARTITO RADICALE. NOTA DI PIETROSANTI E FRASSINETI PER I DIRETTORI E I CAPOREDATTORI DEGLI ORGANI DI STAMPA ITALIANI.
Roma, 11 marzo 1995
Luca Frassineti, Segretario ad interim, e Paolo Pietrosanti, della Segreteria del PR, hanno oggi diffuso la seguente nota per i Direttori e i CAPOREDATTORI degli organi di informazione italiani:
Che oltre 500 persone nel mondo abbiano da lunedì a ieri digiunato Perché il Tibet viva e per la democrazia in cina, in decine di paesi del mondo, tra cui decine di parlamentari, per sostenere obbiettivi precisi, primo tra tutti la convocazione sotto l'egida dell'ONU di una conferenza sino-tibetana è il cane che morde l'uomo;
che a Ginevra, alla Commissione Diritti Umani dell'ONU sia stata bocciata una mozione no action presentata dalla Cina, per evitare la discussione su una Risoluzione per il Tibet, e che poi in sede di voto sul merito la Risoluzione medesima sia stata bocciata per un solo voto, é il cane che morde l'uomo;
che in 50 città del mondo (Washington, New York, Bruxelles, Mosca, Kiev, San Pietroburgo, Seattle, Montreal, Praga, Budapest, Bucarest, Milano, Roma, Varsavia, Toronto,....) si siano tenute altrettante manifestazioni, ieri, sugli stessi obbiettivi, e sia stato letto lì simultaneamente il messaggio al mondo del Dalai Lama, fermo sulla nonviolenza di una lotta di liberazione che riguarda l'oggi e il futuro prossimo della Cina e dei suoi abitanti, ostaggio di un regime oppressivo e autoritario, mezzo di ricatto per l'occidente, e che riguarda dunque l'oggi del pianeta intero, è come il cane che morde l'uomo;
che il grattacielo Pirelli sia rimasto a Milano acceso in quete notti a formare la scritta SAVE TIBET è il cane che morde l'uomo;
che ieri in molte città italiane, anche, si siano tenute manifestazioni e fiaccolate, che a Roma alcune centinaia di persone abbiano marciato in fila indiana, offrendo immagini di rara spettacolarità, è come il cane che morde l'uomo;
che grazie a Nello Charbonnier mongolfiere siano salite ad Aosta, recando enormi striscioni con SAVE TIBET, è il cane che morde l'uomo;
che grazie a Lucio Bertè e a Enrico Fabbro, ad Achille Compagnoni, che grazie a Enrico Blanc, alpinista e ricercatore noto nel mondo, con Enrico a rischiare materialmente la propria incolumità, si sia issata sul tetto d'Europa la bandiera del Tetto del mondo, insieme al simbolo del transpartito transnazionale che è il Partito Radicale, è come il cane che morde l'uomo;
che, insomma, si sia dato luogo nel mondo, in decine di paesi, da parte di migliaia e migliaia di persone ad una mobilitazione senza precedenti anche per precisione e concretezza, praticabilità degli obbiettivi, per il diritto, per il diritto internazionale e la sua certezza, è come il cane che morde l'uomo: banale routine.
Banale routine è che con pochi precedenti si sia portato agli occhi delle opinioni pubbliche di decine di paesi la tragedia di un popolo che da 35 anni risponde con la nonviolenza ai massacri, mentre prepariamo da radicali, con il Dalai Lama, il grande Satyagraha mondiale del 1996, che è ormai non soltanto una ipotesi, ma un progetto.
Gli organi di informazione italiani hanno ritenuto in massima parte, con pochissime importanti eccezioni, che si trattasse di cani che mordono l'uomo: non-notizie. Come non è stata notizia l'allestimento in Piazza Navona a Roma della tenda tibetana, per tutta una settimana, insieme alla Associazione Italia-Tibet.
La Cina non si tocca: come con la caduta della cortina di ferro in Europa, ci si troverà poi a piangere nascondendosi dietro la presunta imprevedibilità delle svolte storiche di livello planetario. Oggi, il colosso cinese è soltanto, o per lo più, un gigantesco mercato potenziale, che si attenda possa comprare immense quantità di prodotti sul mercato mondiale. E al regime che regge il quale deve assicurarsi complicità.