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Conferenza Tibet
Rizzo Massimiliano - 4 maggio 1995
LA CINA DICE CHE LA VIOLENZA STA PER ESPLODERE IN TIBET

Washington, 24 Febbraio 1995. Secondo l'International Campaign for Tibet, "Il governo cinese sostiene che i tibetani stanno programmando una campagna di sabotaggio per il 1995, concentrando i loro sforzi sulle celebrazioni ufficiali che si terranno a Lhasa il prossimo Settembre. I dissidenti tibetani che vogliono boicottare le celebrazioni, che ricorderanno il 30 anniversario della creazione della Regione Autonoma Tibetana (TAR), sono armati da gruppi di rifugiati che vivono in esilio in India, afferma un documento interno del governo cinese e lo spionaggio di Pechino è in stato di allerta. La 'cricca del Dalai' ha speso 'un' enorme somma di dollari per introdurre armi e munizioni per condurre azioni armate' e sta raccogliendo informazioni su 'i nostri punti chiave', scrive il documento di cui è entrata in possesso l'International Campaign for Tibet. Il documento, scritto da Zi Cheng, segretario del Partito Comunista per gli Affari Politici e Legali, considerato di grado estremamente elevato, è stato stampa

to in duecento copie numerate. Il documento indetifica nel Nepal il luogo in cui la 'cricca del Dalai' sta reclutando nuovi rifugiati per inviarli in India a ricevere 'addestramento allo spionaggio'. Il governo tibetano in esilio ha negato decisamente di essere impegnato in alcuna attività armata e ha ribadito che la sua politica è sempre quella basata sulla nonviolenza. Negli ultimi mesi le autorità cinesi sempre più spesso hanno parlato di minacce di azioni violente in Tibet, legandole sempre a future azioni dei tibetani in esilio. 'Dal 1985 non avevamo mai visto la Cina affermare che i tibetani stavano per dare vita ad azioni violente, come invece hanno fatto negli ultimi mesi', ha dichiarato Jigme Ngapo, analista dell'International Campaign for Tibet. Secondo Ngapo le affermazioni del governo cinese fanno parte di una nuova dura linea politica che, esagerando la minaccia di violenze, vuole gettare discredito sul movimento tibetano dentro e fuori il Tibet. 'Il Dalai Lama è tornato ad essere un nemico e no

n più qualcuno con cui aprire un dialogo o negoziati. Il vero scopo di questa linea dura è quello di screditare ogni possibile interlocutore', ha detto Ngapo".

 
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