da Il Sole-24 ore, 28 maggio '95, pag. 3, siglato R.Es.Il direttore generale alla riunione del gruppo di Cairns a Manila
Manila. La Cina potrebbe presto diventare protagonista del primo importante allargamento della World Trade Organisation (Wto), l'organizzazione internazionale con sede a Ginevra che da gennaio ha preso il posto del Gatt. A ventilare la possibilita' di un ingresso di Pechino e' stato ieri il direttore generale della Wto Renato Ruggiero, in visita a Manila per incontri con il presidente filippino Ramos e con gli esponenti del gruppo di cairns, i 14 Paesi dell'area pacifica esportatori di prodotti agricoli. L'entrata della Cina nella Wto, ha spiegato "sarebbe un avvenimento di portata storica sia per Pechino che per l'organizzazione del commercio. La mia impressione e' che nessuno abbia a che ridire con l'ingresso della Cina". Sia gli Stati Uniti che l'Unione europea si sono gia' espressi in favore dell'ammissione della Repubblica Popolare alla Wto. Ma prima che questa ipotesi si trasformi in realta' restano da risolvere "dei problemi oggettivamente difficili, di cui nessuno e' responsabile", ha aggiunto il dir
ettore generale dell'organizzazione per il commercio mondiale.
Pur non opponendosi in linea di principio ad un allargamento della membership della Wto a Pechino, Washington e Bruxelles insistono infatti perche' la Cina venga classificata come Paese sviluppato. Uno status ben diverso da quello di Paese in via di sviluppo richiesto dalla Repubblica Popolare e che le consentirebbe di non dare accesso ai propri mercati cosi' rapidamente come avviene in base a quanto previsto dagli accordi dell'Uruguay Round. "La Cina, ha sottolineato Ruggiero, viene da un'esperienza molto diversa rispetto all'economia di mercato, ma spero che tramite la volonta' e la buona fede da parte di tutti gli interessati la questione sara' risolta".
Se la possibilita' dell'allargamento alla Cina promette di diventare uno dei principali temi di dibattito all' interno della Wto nei prossimi mesi, al centro dell'attenzione restano oggi i numerosi contenziosi commerciali aperti, primo fra tutti quello tra Stati Uniti e giappone sul fronte dell'auto. Dopo il rifiuto americano di riprendere gia' la prossima settimana le consultazioni con Tokyo, il rappresentante commerciale Usa Mickey Kantor ha ribadito che gli Stati Uniti sono disponibili ad incontrarsi con i giapponesi dopo il vertice del G7 che si terra' ad Halifax dal 15 al 17 giugno, dove Bill Clinton e il premier nipponico Murayama avranno l'occasione per un faccia a faccia sui problemi commerciali.
Kantor ha anche difeso la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni record da 6 miliardi di dollari sulle importazioni dal Giappone se non verra' raggiunto un accordo prima del 29 giugno. "Le sanzioni, ha scritto il capo negoziatore della Casa Bianca in una lettera al ministro del commercio giapponese Ryutaro Hashimoto, sono perfettamente in linea con gli impegni presi dagli Stati Uniti negli accordi della Wto. Ogni paese ha il diritto di mantenere le proprie leggi commerciali e applicarle nella circostanza appropriate"