da Il Sole-24 Ore, 2 luglio '95, pag.3.New York. Non c'è tregua tra Cina e Taiwan. Pechino non perdona la recente visita del presidente Lee Teng-Hui negli Stati Uniti e ieri ha deciso di sospendere unilateralmente le trattative con Taipei. L'associazione cinese che dalla rottura nel 1949 mantiene i rapporti tra i due Paesi ha deciso di rimandare i colloqui "in seguito agli atti compiuti dalle autorita' taiwanesi e che hanno seriamente danneggiato le basi per stabilire e sviluppare le relazioni attraverso lo stretto". La Cina considera Taiwan parte integrante del suo territorio e ha proposto all'isola una riunificazione, che Taipei ha respinto.
I rapporti tra Cina e Taiwan e tra Cina e Stati Uniti sono ulteriormente peggiorati nelle ultime settimane in seguito alla decisione di Washington di permettere l'ingresso negli Usa al presidente di Taiwan, anche se solo per una "visita privata". Ma gli Stati Uniti non sembrano disposti a fare concessioni a Pechino. Ieri l'amministrazione Clinton ha revocato le sanzioni commerciali imposte lo scorso anno all'export da Taiwan di prodotti come le collane di corallo e le borse di lucertola.
L'impatto della decisione e' piu' simbolico che economico: le sanzioni riguardano infatti 25 milioni di dollari di esportazioni da Taiwan, solo un decimo dell'export totale verso gli Usa.
L'amministrazione Usa aveva imposto le sanzioni nell'aprile dello scorso anno in risposta alle pressioni delle associazioni ambientaliste e di difesa degli animali, che accusavano Taiwan di chiudere un occhio sulla caccia di frodo di specie protette come le tigri e i rinoceronti. Negli ultimi mesi, ha spiegato l'amministrazione Usa, Taiwan ha aumentato le multe ai trafficanti e avviato una massiccia azione della polizia per bloccare la vendita di prodotti "proibiti". Clinton nega che la decisione di eliminare le sanzioni sia un favore a Taiwan e, come tale, uno sgarbo alla Cina. Ma c'e' da scommettere che a Pechino la penseranno diversamente.