La polemica della Lega usata per criticare le mire separatiste in Cina. Un giornale: i suoi progetti secessionisti sono malvagi.
La Stampa, 4 agosto 1995, pag.3, siglato dom.qui.
Il giornale si chiama »Aurora , che nel sottile gioco dei rimandi consentito dagli ideogrammi diventa anche »chiarezza, verità . »Guangming è un quotidiano destinato soprattutto agli intellettuali, un foglio d'ordine agli ingegneri delle anime, imperiali e comunisti, da un millennio a oggi. Da ieri i mandarini rossi hanno un tema in più da meditare: tra i tanti »cattivi che l'universo cinese ha individuato al di fuori delle Muraglie con cui ha difeso la sua diversità è stato ufficialmente inserito un barbaro di nome Umberto Bossi. Con una lunga corrispondenza da Roma e un titolo poco fantasioso ma didattico, »L'intenzione di dividere il Paese fa arrabbiare tutti , il giornale racconta a un miliardo e mezzo di cinesi che annaspano tra gli splendori e le miserie del capitalcomunismo i »malvagi progetti di secessione del leader leghista e le prime sedute del controparlamento di Mantova.
Spiegare i ghirigori della seconda repubblica ai cinesi è una esotica fatica di Tantalo. Anche se si possono usare le metafore dell'»Epopea dei tre regni , un classico del quindicesimo secolo adeguatamente condito di tradimenti, risse e lotte per il potere; celebre per una battuta del protagonista: »Preferisco commettere un'ingiustizia contro l'universo che una ingiustizia contro me stesso . Ma lo scopo di »Guangmimg non è dimostrare come le democrazie occidentali sono una peste da cui i signori della Città Proibita hanno finora tenuto giudiziosamente al riparo un miliardo e mezzo di sudditi. I lettori a cui l'articolo deve offrire motivi di riflessione in realtà vivono tra le aspre solitudini del Tibet, nelle immense sabbie mobili del Sinjiang; e, perché no, nell'isoletta ribelle di Taiwan. Tra loro si nascondono i Bossi che fanno davvero paura a Pechino, decisi a incrinare la millenaria unità dell'impero degli han. L'autore della corrispondenza da Roma ricorda loro, con leguleia e soddisfatta precisione,
che la legge italiana »considera il separatismo come un crimine gravissimo e quindi se sarà riconosciuto colpevole il leader leghista corre il rischio di essere condannato all'ergastolo . A questo punto gli aspiranti dissidenti hanno già capito tutto e il finale non è che una chiosa trionfante: »Questo mostra che nessun Paese permette ai suoi cittadini di promuovere attività separatiste .
Bossi, se vuole, può consolarsi con la massima del Libro del principe Shang, prontuario per i governanti del quarto secolo: »Un principe illuminato deve far sì che tutte le iniziative partano sempre dal basso, al potere centrale non devono restare che i grandi problemi