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Conferenza Tibet
Sisani Marina - 18 agosto 1995
»Hillary Clinton non deve andare a Pechino

di Alessandra Farkas

Corriere della Sera, 18 agosto '95. pag. 8

New York. Un dubbio amletico turba i sogni di Hillary Clinton nel secondo giorno della vacanza estiva della »first family americana a Grand Tetons, tra le montagne rocciose. »Il dilemma del dragone come lo chiama il »Washington Post . è solo in apparenza semplice. Andare o non andare alla quarta Conferenza mondiale sulla donna che tra il 30 agosto e il 15 settembre porterà a Pechino 16 mila delegate da ogni angolo del pianeta per discutere e soprattutto trovare una soluzione ai drammatici problemi che continuano a vessare l'universo femminile alle soglie del 2000?

Che la first lady voglia a tutti i costi essere il capo della delegazione USA non è certo un segreto. Ma la sua determinazione (dopo che il suo sogno d'essere copresidente con il marito Bill è ingloriosamente naufragato) a proporsi come leader mondiale della crociata per i diritti delle donne si è arenata tra gli scogli melmosi della politica americana pre elettorale. Un coro di proteste si è levato da entrambi i rami del Congresso a maggioranza repubblicana. Dopo aver tentato invano di bloccare i fondi destinati alle spese di viaggio della delegazione USA, lo speaker della Camera, Newt Gingrich, e il leader del senato, Bob Dole, stanno ora usando la polemica come arma anti Clinton.

»Il presidente, come al solito, parla bene e razzola male puntano il dito, accusando Clinton di flirtare con i dittatori comunisti. Un regime repressivo, che calpesta i diritti civili, tratta con crudeltà inaudita i dissidenti e, proprio in questi giorni, continua a rifiutarsi di liberare Harry Wu, l'avvocato dei diritti civili di cittadinanza americana detenuto in Cina con l'accusa di spionaggio. Andare a Pechino, dicono, equivarrebbe ad avallare tutto ciò.

Ma ad auspicare l'assenza di Hillary Clinton sono anche le femministe. La conferenza, dopotutto, è imperniata sul tema della donna e ben pochi Paesi al mondo trattano le proprie donne peggio della Cina. Lì il gentil sesso è coartato all'aborto e a forme estreme di controllo delle nascite e, come denuncia un recente documentario della Bbc, le figlie femmine vengono spesso eliminate come »socialmente inutili e lasciate morire di fame negli orfanotrofi. »Hillary non dovrebbe mettere piede in Cina - scrive Mary Meethan sul settimanale cattolico "Our Sunday Visitor" - a meno che abbia il coraggio di parlare in difesa di queste donne cinesi represse e schiavizzate

Un'opzione non certo impossibile, visto che è l'Onu, non la Cina, ad avere organizzato la conferenza. Un suo duro »j'accuse contro i dittatori di Pechino, sotto i riflettori del mondo, le farebbe automaticamente replicare il trionfo della sua tournée in Asia, lo scorso aprile, quando le donne del terzo mondo l'hanno accolta come una santa, facendole dimenticare l'ancora fresco smacco elettorale del suo partito.

»L'esistenza non è stata molto generosa ultimamente con questa donna intelligente e ambiziosa scrive Mary McGrory sul »Washington Post . Il debutto di Hillary come »columnist è stato un fiasco e l'ombra dello scandalo Whitewater invece di retrocedere avanza. tanto che, per la seconda volta in due anni, il settimanale satirico »Spy ,proprio questa settimana le dedica una copertina: il suo volto montato sul corpo di una modella in un soffice abito stile Marilyn Monroe, sollevato dal vento. Sotto, un paio di boxer da uomo da cui traspaiono dei generosi attributi virili. »La signora nasconde qualcosa di grosso sotto , recita la didascalia. La Casa Bianca, che come al solito tentenna tra il sì e il no, ha rimandato la decisione a lunedì prossimo. Intanto, la moglie del cinoamericano Harry Wu dice di non aver ancora ricevuto risposta, dalla first lady, alla sua lettera in cui la implora di non andare a Pechino.

»Hillary Clinton non deve andare a Pechino

di Alessandra Farkas

Corriere della Sera, 18 agosto '95. pag. 8

 
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