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Conferenza Tibet
Partito Radicale Budapest - 24 agosto 1995
AUSTRIA - RASSEGNA STAMPA

I CINESI HANNO PAURA DELLE DONNE

(Die Presse, Vienna 24 agosto 1995, pg.4)

ONU - Conferenza delle donne: problemi dei visti, troppo poche accoglienze e gli organizzatori temono proteste.

di Otto Mann

PECHINO. Fra una settima dovrebbe iniziare nella cittadina cinese Huairou il Foro delle Organizzazioni non governative. Una settimana dopo si aprira' a Pechino la Conferenza mondiale ONU delle donne. Tutto parla sempre piu' a favore del fatto che gli organizzatori sono colti in sorpresa e che per ragioni politiche e organizzative vorrebbero diminuire il numero dei partecipanti. Il comitato organizzativo cinese ha comunicato che i preparativi per il piu' grande avvenimento internazionale che Cina abbia mai organizzato, sono piu' o meno terminati.

Non si viene a sapere, pero', quanti saranno le partecipanti e i partecipanti che effettivamente riusciranno a partire e come, sotto condizioni provvisorie, sara' assicurato a Huairou un efficace svolgimento dell'ordine del giorno.

Il Comitato organizzativo a Pechino ha pubblicamente ammesso che un numero cosi' alto di nongovernativi non si aveva aspettato. Si calcolava sui 10.000; hanno preanunciato invece la propria partecipazione piu' di 36.000.

La burocrazia ONU

Nel frattempo ci sono anche segnali che la Cina per motivi politici e organizzativi tenta di diminuire il numero dei partecipanti. In molti casi le conferme sulle prenotazioni alberghiere sono state mandate troppo tardi. Senza di queste pero' non si possono ottenere i visti. Il fine settimana scorso, Suzanne Kindervatter, direttrice della Commissione per l'affermazione delle donne, ha spiegato che tra i membri di 45 Organizzazioni di soccorso e per profughi il visto e' stato concesso finora solo ad una. Da tanti paesi arrivano proteste. Ma queste secondo le oppinioni cinesi vanno sul conto della burocrazia ONU. In molti casi avrebbero ritardato nel mandare in tempo i documenti a Pechino.

Trammitte l'ONU i Cinesi sono riusciti ad ottenere il divieto di entrata per i gruppi di donne dal circolo dei tibetani in esilio, dalla opposizione iraniana e dal Taiwan. Anche associazioni di prostitute, gruppi lesbici o gruppi di iniziativa contro l'aborto e la sterilizzazione obbligatoria sono agli ospitanti un pruno nell'occhio. Ai non invitati appartengono anche membri femminili dell'Ufficio di Washington dell'organizzazione per i diritti umani Amnesty international.

Contemporaneamente gli organizzatori devono calcolare anche con spiacevoli manifestazioni di oppinione pubblica. I diplomatici a Pechino avvertono varie manifestazioni e proteste contro certi aspetti della politica cinese sulla famiglia ed altre violazioni di diritti umani verso le donne. La Cina ha chiaramente dimostrato che non avrebbe permesso nessuna violazione di legge. Cio' significa il divieto di qualsiasi manifestazione o azione di protesta.

(traduzione dal tedesco a cura di Marina Sikora, sede PR Budapest)

 
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