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Conferenza Tibet
Sisani Marina - 28 agosto 1995
Raffica di intese con gli atenei per la formazione dei manager.

da Il Sole 24-Ore, sabato 26 agosto 1995, pag. 9, di Mi.C.

Pechino. La formazione è sicuramente una delle chiavi per avere successo in Cina. Un settore nel quale il Paese è ancora arretrato e ha bisogno di un grande impegno per poter garantire e gestire lo sviluppo. In questo campo gli italiani si stanno impegnando su vari livelli, sia privatamente, sia attraverso le istituzioni pubbliche. Si tratta sicuramente di un approccio corretto con la Cina, tanto che questa azione andrebbe ulteriormente stimolata in modo da farne una sorta di bandiera per il nostro Paese.

Negli scorsi mesi, a esempio, sono rientrate a Pechino due delegazioni separate che in Italia hanno studiato (grazie al supporto dell'Ice) formazione e gestione in alcune fabbriche di componenti per auto e nel settore ortofrutticolo. Un'esperienza che i due diretti responsabili, Wang Xia e Meng Guo-Quiang, hanno considerato interessante e che verrà ripetuta anche nel '96 con l'organizzazione in Italia (coperta finanziariamente anche dai cinesi) di corsi settoriali specifici.

Sicuramente un primo passo, ma un passo importante come quello che prevede la creazione a Tianjin (centro industriale a 40 chilometri da Pechino) di un Centro servizi che punta all'assistenza diretta a favore delle aziende italiane che vogliono investire in Cina e che vede come promotori lo studio Birindelli e la Mec Sud, con l'intervento dell'Ice.

Dal canto suo la società Trainet (del gruppo Telecom, cui partecipano Ibm e Olivetti con il 10%), grazie anche al supporto dell'ambasciata italiana che lo scorso dicembre aveva organizzato un apposito convegno, sta invece puntando sulla formazione a distanza e sta, proprio in questi ultimi mesi, discutendo una possibile joint venture con la Bejing Normal University in questo settore. Con il duplice scopo di formare un numero sempre più elevato di persone, a costi accessibili. E senza considerare i risvolti commerciali che in futuro, questa iniziativa, potrebbe avere in un mercato così ampio.

A Shangai l'Ice ha invece stretto un accordo di collaborazione con l'Università Jiao Tong (Politecnico) per la formazione di manager e di tecnici cinesi in grado di operare nella costituzione e nella successiva gestione di joint venture. Mentre la stessa Università ha un accordo con l'Unione europea per la creazione, nell'area speciale di Pudong, di una scuola di management che richiederà un investimento di 25 milioni di dollari. A Canton, inoltre, bisogna ricordare che già da qualche anno funziona con successo una facoltà di manutenzione meccanica finanziata dall'Italia, dall'Istituto di cooperazione universitaria.

Formazione, dunque, ma anche assistenza, per cui andrebbe valorizzata l'idea a suo tempo lanciata dal ministro del Commercio con l'estero, Paolo Baratta, della costituzione di "campi base" che possano garantire un supporto alle nostre aziende. Ed è proprio in questo ambito si inserisce anche lo sforzo del nostro Paese per far conoscere la ricerca e la tecnologia italiane.

A Shangai, infatti, sta per essere organizzato un convegno sulle energie pulite per il settore automobilistico, mentre a Pechino il Cnr ha siglato un accordo di collaborazione sull'auto elettrica (cui partecipa la Fiat) e sul progetto del "magnete superconduttore" messo a punto da Ansaldo per la produzione di energia pulita dal carbona. In questa ottica i cinesi hanno chiesto al Cnr di aprire una struttura in Cina e non è escluso che ciò possa accadere in tempi brevi. E anche questo sarebbe un passo importante per promuovere l'azienda Italia.

 
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