di Marco Valsania
Il Sole 24-Ore, 29 agosto 1995, pag. 5
New York. Il nuovo disgelo tra Stati Uniti e Cina sarà suggellato da un summit tra Bill Clinton e il presidente cinese Jiang Zemin in ottobre all'ombra del cinquantesimo anniversario delle Nazioni Unite. E nel frattempo i due Paesi ristabiliranno i loro rapporti diplomatici a livello degli ambasciatori: la Casa Bianca ha indicato che Pechino farà tornare a Washington il suo rappresentante Li Daoyu, ritirato lo scorso giugno in protesta per la visita negli Stati Uniti del presidente di Taiwan.
L'obiettivo di Washington e Pechino di assicurare una schiarita nei rapporti bilaterali è emerso chiaramente dalla visita appena conclusa del sottosegretario di Stato americano Peter Tarnoff nella Repubblica popolare. »Nonostante il permanere delle differenze - ha dichiarato il rappresentante di Clinton - c'è l'impegno da parte di entrambi i Paesi a lavorare assieme su altri aspetti delle relazioni, soprattutto i prossimi incontri tra i ministri degli Esteri e i presidenti .
Il viaggio di Tarnoff si è così concluso con un rilancio della politica di »impegno costruttivo con Pechino seguita dalla Casa Bianca, archiviando le numerose tensioni esplose quest'anno tra i due Paesi. E dopo la visita di Tarnoff in Cina e prima del possibile vertice presidenziale negli Stati Uniti, toccherà a Hillary Clinton muovere un altro passo distensivo: la first lady americana ha infatti confermato che si recherà alla quarta Conferenza mondiale sulle donne organizzata dall'Onu a Pechino a cominciare dal 4 di settembre.
L'ultima crisi è stata sbloccata dal rilascio da parte del governo cinese del dissidente Harry Wu, l'attivista sui diritti umani con cittadinanza americana arrestato in giugno, condannato a 15 anni di carcere per spionaggio ma poi espulso da Pechino giovedì scorso con destinazione San Francisco. La decisione di Pechino è stata accolta da Washington come un segno di buona volontà. La Casa Bianca ritiene inoltre che all'interno della leadership cinese abbia riconquistato l'iniziativa la »corrente legata al ministro degli Esteri Qian Qichen, giudicato l'artefice della politica di recupero di credibilità dopo il massacro di piazza Tienanmen del 1989.
La posizione di Qichen era sembrata indebolita dal deteriorarsi sei rapporti tra Washington e Pechino. La fase acuta delle tensioni era esplosa con la scelta di Clinton quest'anno di concedere il visto per una visita privata negli Stati Uniti al leader di Taiwan Lee Teng-Hui. Pechino, che considera Taiwan una propria provincia, ha accusato Washington di rimettere in discussione la politica di »una sola Cina finora seguita dalle sue amministrazioni.
Ma il difficile equilibrio della politica cinese della Casa Bianca è finito sotto accusa anche all'interno degli Stati Uniti: il Congresso, a maggioranza repubblicana, non ha temuto di mettere in difficoltà Clinton e ha denunciato la repressione a Pechino e la sua vendita di armi a Paesi considerati a rischio. E se Clinton ha lasciato cadere qualunque legame tra rapporti commerciali e diritti umani, non mancano inoltre sullo sfondo le tensioni economiche alimentate dal crescente deficit commerciale americano nei confronti della Cina.
Entrambe le capitali sono però parse impegnate a ricucire gli strappi. Gli Stati Uniti intendono garantirsi una posizione chiave nei confronti della superpotenza asiatica emergente. Così i funzionari di Washington hanno ripetutamente sottolineato l'esistenza di »spiragli diplomatici per preparare il summit presidenziale di ottobre. Tarnoff ha spiegato che le sue discussioni sono state »franche e hanno riflesso »la diversità di opinioni . Ha aggiunto che le incognite restano molte: manca un'intesa su Taiwan, dove i cinesi chiedono la messa al bando del presidente dell'isola, e la politica militare di Pechino suscita preoccupazioni. Ma il vicesegretario americano ha anche definito »positivo il tono dei suoi incontri. Ha salutato la fine del più recente round di esercitazioni militari cinesi. E ha dichiarato che »lungi dal voler isolare la Cina, gli Stati Uniti desiderano ampliare un rapporto costruttivo .
Vertice Clinton-Zemin per il disgelo Usa-Cina
di Marco Valsania
Il Sole 24-Ore, 29 agosto 1995, pag. 5