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Conferenza Tibet
Sisani Marina - 1 settembre 1995
Una giornata di caos e tensione

di Ilaria Maria Sala

il manifesto, 1 settembre '95, pag. 10

Huairou. Il primo giorno del Forum delle Ong della Conferenza sulle Donne comincia alle 9 del mattino. La disorganizzazione e le difficoltà mettono alla prova, più del previsto. Gli »shuttle promessi a chi non ha potuto essere alloggiato a Huairou sono difficili da trovare.

Alla conferenza di apertura c'è una gran ressa: le oratrici sono quasi tutte conosciute, dovrebbe essere proiettato un video con il discorso che Aung San Suu Kyi ha inviato alla conferenza, le delegate delle Ong e giornalisti cercano tutte di entrare. La »grande sala per i convegni internazionali è uno scherzo, ci possono stare solo 1500 persone, le forze dell'ordine cinesi chiudono le porte appena la sala si riempie. Alcuni sfondano ma dentro non c'è spazio. Cercare i seminari è impegnativo: non ci sono cartine del villaggio, e i »volontari danno indicazioni approssimative. I diversi edifici sono lontani fra loro e si perdono ore per andare da un luogo all'altro, ma le biciclette disponibili sono in vendita e non si possono affittare. Molti seminari si svolgono nelle aule della scuola, dove non entrano più di 50 persone oppure sotto i tendoni, decisamente più freschi e spaziosi. Alcuni incontri procedono regolarmente, altri non si verificano perché le persone che dovrebbero presiederli non sono mai state

avvertite che il loro programma è stato accettato. Il Centro per gli studi sulle donne dell'università Fudan di Shangai tiene un seminario sui problemi delle donne della »popolazione fluttuante , 80 milioni di persone che vagano per la Cina in cerca di impiego. L'oratore è un uomo, che non menziona neanche uno dei problemi, sciorina ovvietà, promette che la Federazione nazionale delle donne, organo di partito, saprà risolvere tutto, confermando così che la maggior parte delle Ong cinesi sono in realtà portavoce del governo.

Poco più in là, il quartiere generale delle 9 donne tibetane in esilio arrivate alla conferenza aggirando l'opposizione dei cinesi, sono state prese di mira da poliziotti in borghese, che hanno sequestrato le loro videocassette e le hanno minacciate. Alle 2,30 una conferenza stampa indetta da Supatra Masit e Irene Santiago, coordinatrici del Forum. I giornalisti vengono accusati di riportare solo i difetti e le assurdità logistiche e non i meriti del Forum. Più di 10mila rappresentanti delle Ong non hanno ottenuto un visto, altre sono state bloccate da diverse formalità, o hanno rinunciato: se ne aspettavano 36mila, ma sono presenti solo in 17mila.

Una giornata di caos e tensione

di Ilaria Maria Sala

il manifesto, 1 settembre '95, pag. 10

 
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