I. INTRODUZIONE
Cosa è accaduto a Gendum Rinchen? La più conosciuta guida turistica di Lhasa è stata arrestata nella sua abitazione nella notte del 13 maggio 1993, apparentemente perché la polizia avrebbe scoperto che egli stava preparandosi a consegnare alcune lettere a un gruppo di diplomatici della Comunità Europea in visita. Le lettere riguardavano i diritti umani. Da allora non si hanno più notizie di lui.
I diplomatici dalla Comunità Europea chiesero l'immediato rilascio del 46enne Gendum Rinchen e del suo vicino, un ex monaco sessantenne chiamato Lobsang Yonten, arrestato due giorni prima di lui. Il 25 maggio il ministero degli esteri Cinese negó ogni legame tra il loro arresto e la visita dei diplomatici europei e annunció che i due prigionieri erano colpevoli di "aver sottratto una notevole quantità di segreti di stato" e di "essersi impegnati in attività separatiste minanti direttamente la sicurezza nazionale Cinese". Le autorità non rivelarono il luogo dove i due erano detenuti.
Amnesty International ritiene che Gendum Rinchen e Lobsang Yonten siano prigionieri d'opinione detenuti per l' esercizio pacifico del diritto alla libertà d'espressione e di associazione. esorta il Governo Cinese a liberarli incondizionatamente e senza indugio.
II. L'ARRESTO & LE ACCUSE
Durante l'inizio di Maggio 1993 la polizia a Lhasa, capitale della Regione Autonoma del Tibet, inizió una serie d'arresti di sospetti attivisti Tibetani e dissidenti. L'11 maggio Lobsang Yonten, che viveva in uno studio nella stessa casa di Gendum Rinchen, fu arrestato. Perquisendo la stanza di Lobsang Yonten, la polizia trovó le lettere di Gendum Rinchen. Secondo il rapporto vi fu trovato abbozzi dell'appello che Rinchen aveva scritto in inglese descrivendo la situazione dei diritti umani in Tibet. Le lettere erano indirizzate alla delegazione di Ambasciatori Europei che erano attesi a Lhasa il 16 maggio 1993 in una missione d'inchiesta e raccolta testimonianze sui diritti umani. Secondo fonti non ufficiali di Lhasa i nomi di Tibetani arrestati per i loro convincimenti politici e per l'illustrazione delle condizioni dei prigionieri furono pure trovati assieme alle lettere.
Per quanto riguarda le autorità cinesi, informazioni non ancora diffuse dalla stato sono di proprietà dello stato, per esempio, i nomi dei prigionieri non sono di pertinenza dell'opinione pubblica. Gendum Rinchen non aveva trovato soltanto informazioni sui detenuti, ma stava accingendosi a divulgarle a stranieri, di fatto alla delegazione straniera di più alto livello che avesse mai visitato il Tibet. In un caso simile nel 1989, Jampa Ngodrup, un dottore Tibetano, fu arrestato e condannato l'anno successivo a 13 anni di detenzione per aver compilato una lista di prigionieri arrestati per aver preso parte a manifestazioni per l'indipendenza e per averla consegnata poi ad un altro Tibetano. Nel 1987 il monaco e filosofo Yulo Dawa Tsering era stato spedito in prigione per 10 anni per aver discusso di politica con un turista italiano.
L'accusa di aver "sottratto segreti di stato" e di "militanza in attività separatiste" attribuita a Gendum Rinchen e a Lobsang Yonten secondo la Legge Penale Cinese puó essere punita con una pena di almeno 10 anni di detenzione. La Legge prevede inoltre "nel caso di un danno particolarmente grave allo stato e al popolo e di circostanze particolarmente odiose", la pena puó essere capitale.
III. MONITORAGGIO SUI DIRITTI UMANI
Gendum Rinchen viene descritto da molti dei gruppi turistici stranieri che ha condotto per il Tibet come sincero, intraprendente e pieno di buon umore. nel 1992 i visitanti lo votarono Miglio guida dell'anno. Comunque, il suo impegno si estendeva al di la del uso lavoro di guida turistica. La maggior parte del suo tempo libero era devolta al monitoraggio della situazione dei diritti umani in Tibet: ricerca di informazioni su persone arbitrariamente inprigionate, diffusione di notizie riguardanti il suo paese verso il mondo esterno.
Per un certo tempo ci aveva trasmesso brevi note scritte a mano che sperava potessero raggiungere qualcuno fuori dal Tibet. Alcune delle annotazioni ora raccolte forniscono dettagli su manifestazioni alle quali aveva assistito; altre contengono una lista di nomi di persone del suo vicinato arrestate per aver sostenuto l'indipendenza del Tibet.
Al momento del suo arresto stava ponendo il tocco finale ad un dossier che intendeva consegnare ad un gruppo di diplomatici occidentali in visita. per la prima volta tentava una cosa simile. Secondo una lettera che aveva scritto a un amico ai primi del 1993, prima del suo arresto, era convinto che la precedente missione straniera d'inchiesta, pesantemente controllata dalla polizia di sicurezza Cinese, non aveva potuto scoprire nulla sulle condizioni del Tibet. "Mi sono reso conto che la delegazione della Comunità Europea era in visita sul Tetto del Mondo nel maggio 1993", aveva scritto a un amico. "Sto cercando di scrivere loro una lettera/appello. Non ho mai fatto nulla del genere, ma mi accorgo che se non lo faccio forse nessun altro Tibetano lo farà. se fosse cosí perderemmo una grande opportunità di chiarire i malintesi".
Uno dei Tibetani che aveva lavorato assieme a Rinchen con i turisti a Lhasa dice che non parlava di politica. "Non ho idea di cosa pensasse dei Cinesi, perché parlava soltanto dei diritti umani; voleva far sapere agli stranieri cosa realmente stesse succedendo sui diritti umani in Tibet. I diritti umani, piuttosto che la politica, interessavano Rinchen, ci diceva il suo collega.
L'attore americano, Harrison Ford, e sua moglie incontrarono Gendum Rinchen quando questi li accompagnó nel loro giro turistico del Tibet nel 1992. In un programma di interviste della BBC World service il 16 giugno 1993, la coppia manifestó la propria apprensione per il suo stato. Secondo le loro testimonianze Rinchen aveva parlato loro di diritti umani, senza discutere di questioni politiche: "Quando visitammo Jokhang, Bator, il famoso centro di Lhasa, richiamó alla memoria le dimostrazioni che vi avevano avuto luogo. Parló soltanto del duro trattamento che ricevettero da parte delle autorità cinesi. Era preoccupato semplicemente da quei diritti umani chepreoccuperebbero ciascuno di noi- che il Popolo Tibetano non aveva diritto di riunirsi, non aveva diritto di pubblicare, diritto di viaggiare, era praticamente sottratto ai visitatori stranieri il più possibile.
secondo suoi conoscenti, Rinchen si opponeva all'uso della violenza. "Quando eravamo disperati" racconta un Tibetano, "quando parlavamo di procurarci armi, spesso era lui a tranquillizzarci, dicendo che Sua Santità, il Dalai Lama ancora non accettava la violenza e che ancora disponevamo di altre risorse. Parlavamo di ricorrere alla violenza ma lui ci dissuadeva spesso". "Il Capo è assolutamente contrario a questi metodi", avrebbe detto. In una lettera personale, datata aprile 1991, aggiunse un commento sulle voce che certi Tibetani stessero cercando di armarsi: "Non abbiamo bisogno di passi tanto drastici," scrisse. "Crediamo nella verità, non nelle armi".
IV. BACKGROUND
Nato nel 1947 a Markham, a Kham nel Tibet Orientale. Rinchen era un bambino minuscolo, e pure oggi, a malapena misura 5 piedi, a Lhasa lo chiamano "il piccolo". All'età di 10 anni i suoi genitori lo portarono con loro in India, dove frequentó la scuola per Rifugiati Tibetani a Mussoorie. Con la sponsorizzazione del Programma di Scambio Indo-Tedesco, lavoró in India per 10 anni come ingegnere meccanico, fino al 1987. Quando i genitori decisero di tornare in Tibet, Rinchen partí con loro, mentre il fratello minore rimase in India.
Dal suo rientro fino al suo arresto ha lavorato a Lhasa come guida turistica, dapprima per il Servizio Viaggiatori a Lhasa e in seguito per il Servizio Internazionale Cinese Viaggiatori. I primi anni dopo il rientro molte delle sue energie erano dedicate ad assistere la madre fino alla morte per cancro nel 1991. Rinchen era stato molto impressionato dalla morte di circa 200 Tibetani nelle manifestazioni dei precedenti tre anni e mezzo, ed era acutamente consapevole delle torture sofferte da svariate migliaia di altri che erano stati detenuti. Dopo la morte della madre dedicó sempre più tempo ad analizzare tali violazioni dei diritti umani.
V. DETENZIONE IN ISOLAMENTO
Fonti Tibetane a Lhasa ritengono che Gendum Rinchen e Lobsang Yonten siano stati presi nelle loro case dal AN QUAN BU, l'Ufficio di Sicurezza Nazionale, e non dalla polizia, e rinchiusi nel poco conosciuto centro di detenzione di Seitru, che fa parte del complesso penitenziario di Sangyip nella periferia a nord-est di Lhasa.
Nel 1990, Sonam Dolkar, una donna venticinquenne detenuta a Seitru, fu per sei mesi sottoposta a brutali torture. Come Rinchen ed il suo vicino, era stata arrestata perché sospettata di programmare un contatto o un incontro con uno straniero, nel suo caso un giornalista della TV Inglese. Se ne sentí ancora parlare soltanto un anno più tardi quando evase da un ospedale carcerario e voló oltre le montagne in Nepal. Per mesi era stata detenuta segretamente a Seitru. Durante i primi sei mesi la polizia le aveva somministrato scariche elettriche convulsive ogni altro giorno e l'aveva sottoposta ad altre forme di tortura.smisero solo quando un dottore la proclamó in pericolo di vita.
Si crede che un uomo Tibetano chiamato Tseten Dorje, secondo quanto detto membro dell'Ufficio degli Affari Religiosi, arrestato l'8 maggio 1993 e una donna Tibetana, Damchoe Pemo arrestata attorno al 20 maggio 1993, secondo i rapporti in connessione con Gendun Rinchen e Lobsang Yonten, sarebbero anc'essi rinchiusi a Seitru. Nessun'altra informazione è stata raccolta su di loro e null'altro si è sentito sui quattro prigionieri dopo il loro arresto.