A differenza di altre testate giornalistiche, fra cui il manifesto, La Stampa degli Agnelli ritiene che le dure restrizioni della polizia cinese cui sono andate soggette le donne tibetane al forum di Huaioru, siano solo "qualche intolleranza poliziesca" su cui c'è stata un' "attenzione spasmodica" che ha messo in ombra i temi della conferenza.
Mica saranno per caso gli interessi economici che hanno gli Agnelli, e quindi la nostra ministra degli Esteri che impunemente incontra il ministro degli Esteri del liberticida governo cinese, in quel Paese a giustificare questa restrittiva interpretazione fornita dal loro quotidiano?
Se il boicottaggio dovrà esser uno degli elementi della mobilitazione internazionale a difesa del Tibet, forse dovrà essere indirizzato più che sulle merci prodotte dai cinesi, su quelle di chi esporta in quel Paese, di chi ne usa la manodopera, di chi ha rapporti economici con un governo che calpesta quotidianamente i diritti dell'uomo.