Milano, 29.11.95
La nomina da parte del Partito Comunista Cinese del nuovo Panchen Lama, una delle più alte personalità religiose tibetane, è un fatto di inaudita gravità che riconferma, se ce ne fosse stato bisogno, quanto sia brutale e completo il dominio cinese sul Tibet. Nonostante lo scorso 14 maggio il Dalai Lama avesse riconosciuto Choekyi Nyima, un bambino di sei anni nato nel villaggio di Ngari a 46 chilometri da Lhasa, come 11· Panchen Lama, le autorità di Pechino hanno voluto caricare di significati squisitamente politici un avvenimento che per secoli era rimasto sempre rigorosamente all' interno della sfera religiosa. Non contenta di aver coperto di insulti il Dalai Lama, reo di aver "osato" riconoscere il nuovo Panchen Lama, la dirigenza cinese con questo atto mostra a tutto il mondo cosa intenda quando parla di libertà religiosa del popolo tibetano. La verità è che oggi alle donne e agli uomini che vivono sul Tetto del Mondo sono negati, con pervicace ferocia, anche i più elementari diritti umani come quello a
ppunto di poter scegliere i loro leader spirituali.
E mentre un governo straniero (oltre che ateo) violenta le tradizioni spirituali antiche di secoli del popolo tibetano non si hanno notizie del bambino riconosciuto dal Dalai Lama e della sua famiglia, che secondo diversi osservatori corrono il rischio di essere inghiottiti e scomparire per sempre nei labirinti del laogai, l'infame gulag cinese.
L'Associazione Italia-Tibet ritiene che quanto accade in Tibet non è più tollerabile per qualsiasi persona dotata di un minimo di coscienza e sensibilità democratica e di fronte a questi nuovi, gravissimi atti di intolleranza compiuti dal governo di Pechino contro l'intero popolo tibetano, chiede al governo italiano, alle forze politiche e sociali e alle associazioni umanitarie di protestare energicamente con le autorità della Repubblica Popolare Cinese.
ASSOCIAZIONE ITALIA - TIBET