PROCESSO AL SUPER DISSIDENTE »DENG, SEI UN ALTRO DESPOTA
di Renato Ferraro
Corriere della Sera, 12 dicembre 1995
Con un atto di magnanimità il governo cinese offre al suo più celebre oppositore democratico, Wei Jingsheng, una seduta pubblica, nel processo in cui il 49enne dissidente viene giudicato per sovversione, es in cui rischia da un minimo di 10 anni di carcere alla pena di morte. Wei, che in galera ha già trascorso 14 anni e mezzo, prima di essere rimesso in libertà nel settembre del '93 ed essere riarrestato nell'aprile '94, avrà diritto domani a pronunciare la sua autodifesa di fronte a cittadini (scelti dalla polizia) e, forse, a qualche giornalista straniero.
L'accusa, »atti volti a rovesciare il governo , è grave, specie per un recidivo, condannato nel 1979 sulla base degli stessi capi d'imputazione. »Non credo che verrà messo a morte, ma di certo sarà di nuovo punito in maniera severa. Jingsheng è ormai senza speranza, perché il fisico gli è stato spezzato dal primo lungo periodo di prigionia - ha detto a Pechino la sorella -. Eppure egli non ha colpe. Ha solo espresso la sue idee, esercitando la libertà di parola iscritta nella nostra legge costituzionale .
Wei, benché avesse rifiutato di pentirsi, aveva avuto nel '93 uno sconto di sei mesi sulla pena che stava scontando, poiché allora Pechino competeva con Sidney per ottenere le Olimpiadi del Duemila, e sperava di migliorare la sua immagine con questo atto di clemenza. Adesso, secondo alcuni osservatori, il padre del movimento democratico cinese potrebbe di nuovo essere utilizzato come moneta di scambio: un altro gesto di clemenza dopo la condanna, e magari l'esilio all'estero, se l'Ovest accetterà di ammettere la Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio.
»Credo proprio che questo sia lo scopo della farsa - conferma il dissidente Liu Gang, che ha appena scontato sei anni di prigione per il suo ruolo nelle proteste di piazza Tienanmen -. Il nostro governo usa prendere i cittadini in ostaggio . Il ragazzo che al tempo della breve primavera democratica del 1978 aveva un fisico da atleta, pareva l'ombra di se stesso all'uscita dal carcere due anni fa, ma non era stato piegato. Le prime parole di wei furono: »Sono pronto a ripetere tutto quello che ho fatto da giovane, e farlo meglio . Subito, benché fosse sotto il costante controllo della polizia, si mise a ricevere giornalisti e politici stranieri, fra i quali il segretario americano per i diritti civili John Shattuck, e pubblicare articoli all'estero, compreso, uno, incendiario, sulla repressione in Tibet.
In tal modo, sottolineano le autorità, egli non ha tenuto conto dei termini della condanna ricevuta, che fra l'altro lo privava fino al 1997 dei »diritti costituzionali , compreso il diritto alla libertà d'espressione. Wei Jingsheng, una ex guardia rossa delusa da Mao, aveva preso la parola durante l'ultima fase di lotta fra l'ultrasinistra ed i riformatori di Deng Xiaoping. Incoraggiati dai moderati a denunciare le infamie del maoismo, i giovani s'erano illusi di poter ottenere, oltre alle Quattro Modernizzazioni economiche, quella che Wei definiva la quinta modernizzazione: la democrazia.
Ma Deng Xiaoping, una volta sconfitti gli eredi di Mao nel Comitato centrale, aveva messo a tacere i contestatori, e Wei, in un ultimo articolo indirizzato al nuovo leader, aveva scritto: »Ora lo so: sei solo un altro despota . Due ex segretari alla giustizia statunitensi si sono offerti come avvocati difensori di Wei Jingsheng, scontrandosi con un previsto rifiuto, e l'organizzazione Asia Watch ha esortato la Casa Bianca a premere con forza sulla Repubblica Popolare: »Se Clinton tace, dimostra che i suoi discorsi sui diritti umani sono un bluff, e che per lui i profitti delle industrie americane contano di più della vita di un uomo , ha dichiarato un portavoce del gruppo, ricordando anche che da due mesi sono »desaparecidos due altri celebri dissidenti, Wang Dan, il leader di Tienanmen, ed il suo compagno Liu Nianchun. Un terzo attivista dell' '89, Hu Jian, è morto in carcere in ottobre al termine di uno sciopero della fame intrapreso per protesta.
PROCESSO AL SUPER DISSIDENTE »DENG, SEI UN ALTRO DESPOTA
di Renato Ferraro
Corriere della Sera, 12 dicembre 1995