Corriere della Sera, 10 febbraio 1996
La tensione fra le due Cine contagia anche lo sport.
Il confronto tra Cina e Taiwan sconfina nelle palestre e sulle piste di atletica che quest'estate ospiteranno le Olimpiadi. Pechino ha promesso una risposta »durissima se l'invito americano al Comitato olimpico di Taiwan avessero seguito. La minaccia di boicottaggio non è stata pronunciata, ma il messaggio è chiaro: »Siamo contro la strumentalizzazione politica dei Giochi - ha dichiarato il ministro Wu Shaozu, per lo Sport e la Cultura di Pechino. - Il Comitato di Taiwan può andare ad Atlanta come una qualsiasi delegazione d'area, ma senza per questo venire considerato rappresentante nazionale . Gli organizzatori americani hanno subito cercato di rassicurare Pechino escludendo un invito ufficiale di Taiwan, ma il caso rimane scottante.
La rottura del mondo sportivo era già stata sfiorata nel '94 ai Giochi Asiatici, quando alla cerimonia di apertura era stata annunciata la presenza ufficiale del presidente di Taiwan, Lee Tenghui. La crisi si risolse anche allora, solo convincendo il presidente Lee a restare a casa. La polemica sportiva è solo l'ultimo atto di un'escalation di tensione. Proprio in questi giorni la Cina sta compiendo esercitazioni navali al largo dell'isola con l'intento, sostengono gli osservatori, di intimorire i taiwanesi che verranno chiamati in marzo ad eleggere, per la prima volta, il proprio presidente.
Tra Pechino e Taipei è in corso anche una costosissima corsa agli armamenti. Entro la fine dell'anno la Cina acquisterà 72 caccia bombardieri Sukhoi Su27 dalla Russia, Taiwan 60 Mirage 2000 dalla Francia. Taipei sta sviluppando una difesa antiaerea e antimissilistica per parare la crescita tecnologica cinese nel campo dei missili nucleari a medio raggio. In mezzo ai due contendenti gli Stati Uniti, tradizionalmente garanti della sicurezza di Taiwan, ma anche economicamente interessati alla portentosa crescita della Cina comunista. Un equilibrismo difficile che ha già rischiato di fallire in sede Onu (sul riconoscimento di Taiwan come stato indipendente piuttosto che come »regione ribelle ) o nella polemica sul rispetto dei diritti umani da parte del governo di Pechino.