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Schiavi Giandomenico - 14 febbraio 1996
SOLE-24 ORE CINA-TAIWAN

IL SOLE-24 ORE 14 2 96 PAG 4 CENTRALE CON CARTINA

SCATTA L'ALLARME ROSSO A TAIWAN PER LE ESERCITAZIONI MILITARI CINESI

Oltre 200 aerei e 150mila soldati sono schierati a poche miglia dall'isola, ma le manovre non sono ancora iniziate

Taipei- Allarme annunciato a Taiwan. Il ministero della Difesa di Taipei ha proclamato lo stato di allerta per difendersi dalle "azioni provocatorie del nemico". Il "nemico" è schierato a pochi chilometri di distanza, dall'altra parte dello stretto che separa l'isola dalla terrraferma: la Cina alle minacce ha fatto seguire i fatti. Centocinquantamila soldati dell'Esercito popolare sono ammassati nella provincia di Fujian per una massiccia operazione militare.

"Siamo pronti alla guerra ma non ci aspettiamo la guerra", ha detto ieri Ching Chiung-ling, ministro della difesa di Taiwan, sottolineando però che le manovre militari cinesi si svolgeranno molto più vicino alla costa di Taiwan dell'esercitazioni dell'estate scorsa. Il dispiegamento di 150mila uomini di Pechino è comunque inferiore alle previsioni delle ultime settimane che parlavano di oltre 400mila soldati. Abbastanza però da suscitare le ire di Washington. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, William Perry, ieri ha duramente criticato la mossa di Pechino, dichiarando che "è ora che la Cina diventi una potenza responsabile". I contrasti politici tra Taipei e Pechino vanno risolti con il negoziato, ha aggiunto Perry, e non ammassando le truppe o avviando manovre militari e test nucleari.

La Cina dal 1949 considera Taiwan una "provincia ribelle" e ha più volte minacciato di riconquistare l'isola con la forza se Taipei dovesse violare l'impegno alla riunificazione con la Cina dichiarando l'indipendenza. Le esercitazioni militari sono state studiate come intimidazione a Taiwan a poche settimane dalle prime libere elezioni presidenziali, che si terranno il 23 marzo. Pechino ha infatti osservato con crescente disappunto la transizione di Taipei dalla dittatura alla democrazia e dalla chiusura ad una sempre più aggressiva politica estera. In una dichiarazione ufficiale, il ministero degli Esteri cinese ieri si è limitato ad addossare a Taiwan la colpa della crescente tensione tra Pechino e Taipei.

Il direttore dell'Ufficio di sicurezza nazionale di Taiwan, yin tsung-wen, ha dichiarato ieri che "la Cina comunista vuole usare le esercitazioni militari per influenzare le opinioni della gente prima delle elezioni presidenziali, e per questo le organizzano in una zona vivcina all'isola e utilizzano slogan contro l'indipendenza di Taiwan". I leaders cinesi sono contrari in particolare alla rielezione dell'attuale presidente Lee Teng-hui, che Pechino considera responsaqbile della politica di apertura verso l'estero e che sospetta di aspirare alla piena indipendenza per isola. Ma tutte le previsioni e i sondaggi danno per scontata una netta vittoria di Lee.

Non si sa quando questo nuovo round di esercitazioni militari cinesi inizierà. Nelle ultime manovre, l'estate scorsa, Pechino aveva autorizzato anche l'uso di missili superficie-superficie. Da allora il potenziale bellico cinese è stato ulteriormente rafforzato. Nella provincia di Fujian sono adesso schierati 226 aerei in undici aeroporti diversi. E in due porti strategici, a poche miglia da Taiwan sono pronti a partire quattro nuovissimi mezzi da sbarco anfibi.

R.Es.

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