Corriere della Sera ESTERI : Mercoledi 28.02.'96, pag. 11
Vacilla il successore di Deng Xiaoping. Dopo avere dimostrato mancanza di autorità nella gestione dei rapporti con Taiwan e nella guida dell'Esercito, Jiang Zemin perde la sua guardia pretoriana, i 720 mila uomini della gendarmeria. Il fedelissimo che il leader cinese aveva posto al comando del corpo è stato sostituito con un seguace del capo di stato maggiore Zhang Wannian, l'uomo forte emergente dai ranghi militari.
Da quando Deng è uscito di scena l'esercito ha accresciuto il suo peso politico, prima come custode di Jiang Zemin, secondo gli ordini del patriarca morente, e poi come dominatore del suo protetto. Per tale motivo il capo dello Stato aveva voluto crearsi una propria "scorta". Aveva attribuito a un uomo di fiducia, il generale Ba Zhongtan, già in pensione, il comando della gendarmeria, e concesso a questo corpo le armi più sofisticate. Ciò non è piaciuto alla commissione militare, organo supremo della Difesa cui è sottoposta anche la gendarmeria. All'interno della commissione Zemin ha la presidenza, ma il potere è nelle mani dei vicepresidenti, che appartengono alla fazione di Deng o a quella capeggiata da Zhang Wannian. Gli sforzi di Jiang di includere i suoi seguaci sono falliti a settembre e da allora il novello Timoniere ha subito vari smacchi.
Nessuno prevede a breve termine una caduta dell'erede che Deng, controvoglia, aveva designato nell'89 come soluzione di compromesso tra le varie correnti. "Fragile e ambizioso, Jiang - afferma un osservatore straniero - è il sovrano ideale per l'escercito, che non può e non vuole esercitare direttamente il potere".