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Conferenza Tibet
Partito Radicale Roma - 24 marzo 1996
TAIWAN, LEE VINCE LE PRIME ELEZIONI LIBERE

di Michele Calcaterra

Il Sole 24 ore, 24 marzo 1996, prima pagina

Grande successo del presidente.

Taipei. Lee Teng-hui, come era nelle previsioni, e' da ieri il primo presidente di Taiwan eletto direttamente dal popolo. Un avvenimento di portata storica, tanto che pechino nei giorni passati ha mantenuto salda la pressione psicologica sull'isola con costanti e pesanti esercitazioni missilistiche, militari e navali, che (salvo ripensamenti dell'ultimo momento) si dovrebbero concludere domani. Con un'affluenza altissima (76%), Lee ha raccolto una vittoria netta, il 53,99% dei voti, rispetto al 21% del suo diretto avversario, l'indipendentista Peng Ming-min, mentre i due candidati favorevoli alla immediata riunificazione con Pechino hanno raccolto le briciole. Come a dire che oltre il 75% dei taiwanesi vuole un riconoscimento della sovranita' dell'isola.

<>. Verso le 6 di sera, quando ormai la vittoria era chiaramente acquisita, nel piazzale antistante la sede del Kuomintang (il partito nazionalista di Chang Kai-shek), gremito per l'occasione di una folla esultante, le parole di Lee sono state salutate con un boato e con una serie di fuochi di artificio che hanno illuminato il cielo ormai buio. Lee, che aveva accanto a se' la moglie, era sceso qualche minuto prima da una grossa jeep, aveva camminato tra due ali di folla prima di salire su un palco e pronunciare il suo primo discorso. Il presidente, parlando con fermezza per una ventina di minuti, ha sottolineato ancora una volta la necessita' per il Paese di continuare sulla strada della democrazia, ha fatto un appello alla popolazione perche' rimanga unita e compatta, ha ringraziato i suoi elettori e poi (improvvisamente in lingua inglese) ha

ringraziato anche tutti i media rarrivati a Taiwan da ogni angolo del mondo per dare supporto e dimostrare amicizia_.

Non c'e' stato, invece, alcuna accenno alla vicina Cina e a Pechino. Ma forse non erano quelli il momento e la sede adatta per polemizzare. tanto piu' che Lee dovrebbe continuare a gestire la situazione, mantenendo lo staus quo. Rapporti di (almeno apparente) buon vicinato in modo da stemperare le tensioni, e riprendere il colloquio interrotto. Puntando, nel frattempo, a una politica internazionale di sempre maggiore apertura, in modo da acquisire, nei fatti, quello che la forma non puo' ancora riconoscere: Taiwan inteso come Paese a se stante, con una propria sovranita' disgiunta da quella di Pechino. In questa logica, chi esce sconfitta dalle elezioni di ieri, e' sicuramente la Cina. Le manovre militari e navali condotte nello Stretto di mare tra le due terre hanno, infatti, prodotto il risultato opposto. Quello di allontanare ancor piu' Taiwan dalla Cina e nel contempo di avvicinare ancor piu' Formosa agli Stati Uniti. Per qualche tempo ancora, quindi, e' probabile che la tensione nell'area continui a ess

ere palpabile. Per il momento Washington e' rimasta prudente: la Casa Bianca si e' limitata, per bocca della portavoce Mary Ellen Glenn, a rcongratularsi con il popolo di Taiwan per le sue prime elezioni, <>. Della nuova situazione venutasi a creare bisogna pero' dare una "lettura" pacata. il processo verso una totale democratizzazione di Taiwan e di una sua totale indipendenza da Pechino richiedera' del tempo e sara' comunque graduale, senza strappi. Non ci sara', secondo quanto dichiarato dai principali osservatori, ne' una nuova Hong Kong, ne' una nuova Macao. La soluzione della vicenda di Formosa sara' diversa e probabilmente messa a punto con l'aiuto della stessa Cina.

Del resto Taiwan e' da oltre un secolo culturalmente e politicamente "staccata" dalla terraferma. Prima l'occupazione dei giapponesi, poi il "regno" dei nazionalisti hanno fatto si' che l'isola prendesse una direzione completamente opposta a quella dei suoi cugini. Formosa ha raggiunto un buon livello di democrazia, ha una situazione economica e finanziaria invidiabile, e' diventata un centro internazionale per i servizi, ha una lingua che e' andata sensibilmente differenziandosi rispetto al mandarino classico. Come a dire che Cina e Taiwan sono due mondi diversi, pur se dipendenti commercialmente e industrialmente l'uno dall'altro (gli investimenti diretti di Formosa in Cina sono stimati in oltre 20 miliardi di dollari Usa). E l'economia, in questo processo, e' un fattore assolutamente da non sottovalutare. Comunque, ieri Taiwan e' entrata direttamente nel futuro. La vittoria netta nelle elezioni del Kuomintang non impedira' a Lee, come promesso, di allargare la base del Governo, mediante un accordo con le

altre forze politiche e conseguente rimpasto. Cosi' come verra' nominato un nuovo primo ministro al posto di Lien Chan che assumera' la carica di vicepresidente. Al suo posto, uno dei candidati piu' accreditati e' un altro Lee. Un premio Nobel per la fisica e una dei taiwanesi piu' conosciuti a livello internazionale.

TAIWAN, LEE VINCE LE PRIME ELEZIONI LIBERE

di Michele Calcaterra

Il Sole 24 ore, 24 marzo 1996, prima pagina

 
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