tra la fine degli anni 70 e l'inizio del decennio successivo la campagna contro lo sterminio per fame nel mondo prese forma e aumentò sostanza, tra i principali avversari della necessaria politica nuova per sconfiggere il flagello della fame, che era divenuto finalmente grazie a quelle campagne elemento politico, centrale nei rapporti e nella politica internazionali, tra i principali avversari dunque di quella proposta di politica nuova vi era la sterminata burocrazia della FAO e degli altri organismi istituzionalmente addetti alla gestione dei problemi alimentari e agricoli del pianeta. Non o non solo la burocrazia o il grosso della burocrazia di livello inferiore, ma i livelli alti o altissimi della diplomazia del pane e del grano.Ovvio: una volta divenuta emergenza politica e quindi questione centrale della politica, dei rapporti internazionali il problema della fame sarebbe non soltanto divenuto centrale e avrebbe palesato la inadeguatezza e l'anacronismo di quegli organismi giganteschi, ma una soluzione almeno avviata del problema avrebbe almeno imposto una conversione di impegno per migliaia e migliaia di persone - tra l'altro assai bene pagate.
Estremizzando e paradossalmente e semplificando - ma non poi troppo - la soluzione dei problemi e delle sproporzioni alimentari del pianeta avrebbero costretto all'abbandono di posizioni importanti ad un sacco di gente; proprio quella gente che del problema alimentare planetario era e rimane più o meno direttamente responsabile.
Pure, può e deve dirsi che chi si occupa di handicap ha un obbiettivo interesse a che gli handicappati rimangano ignoranti, scemi e dipendenti, perché chi mette le mani su un handicappato mette le mani su un tesoro. E un disabile libero, organizzato, colto, magari con un computerino in mano rende poco ai professionisti dell'handicap.
E non mi sembra che il fattoc he la questione tibetana divenga centrale nella politica, nei rapporti tra stati e nazioni faccia davvero comodo a tutti.
La politica, però, è scienza dell'utile o non è; e la qualità e il valore di quella utilità che si persegue concernono la sfera del'etica e pure della morale, che in politica sono fattori come tutti gli altri.
Quel che conta è averne consapevolezza, e operare con gli altri, cambiando gli altri lavorandoci insieme, e senza che si sia noi a venire cambiati - foss'anche rischiando talvolta di fare la figura dei fessi, ma cercando di evitare sempre di più di fare la figura, e la fine, dei fessi.