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Conferenza Tibet
Verni Piero - 25 maggio 1996
Per Donvido
Donvido, analisi politiche? Analisi politiche? Ma dove? Ma quando? A parte il 'simpatico' uso di termini quali, "il Verni alpinista vitreo", "elenco di gruppi e gruppini", "pletora di organizzazioni", "tipica espressione che la dice lunga tre chilometri sulle code di paglia", a parte tutto questo dicevo, tu rispondendo a una lettera di Massimo Lensi riguardo al bollettino dell'Associazione Italia-Tibet scrivevi, "L'eliminazione fisica del PR è un motivo ricorrente..." sostenevi che un non meglio precisato 'qualcuno', "pensa di usarci al meglio delle sue intenzioni" e inoltre -udite udite-, affermavi che vi si vuole "omologare e quindi uccidere". Analisi politiche? Analisi politiche? Ma questa è paranoia bella e buona e mi dispiace che tu non conosca la differenza tra psicoanalisi e psichiatria e confonda il 'compassionaevole'suggerimento a sedersi sul comodo, avvolgente e ovattato lettino analitico (azione per la quale la gente di solito è disposta a sborsare fior di quattrini) con il lager concentrazionario

. per altro, il tuo considerare il mio invito ad una franca (e magari risolutiva) chiacchierata con un buon analista come una"... ipotesi sulla sanità mentale di chi interloquisce. Un metodo bizzarro, che mi ricorda gli ospedali psichiatrici trasformati in prigioni per dissidenti" mi conferma nella bontà della mia intuizione e cioè che un pochino paranoico tu sia. Ma non farne un dramma caro Donvito. Credo che ormai, oltre un secolo dopo Freud, dovrebbe essere chiaro a tutti che nessuno è esente da piccole o grandi nevrosi, che sono altra cosa dalla follia e che il mito della cosidetta "sanità mentale" altro non è, appunto, che un mito. Ognuno di noi ha i suoi problemi (io ad esempio sovente soffro di melanconia) e l'invito a risolverli non credo sia da considerare l'anticamera del gulag. Se sei fortemente contrario, per qualche tua ragione personale che non conosco, alla psicoanalisi potresti rivolgerti a qualche maestro spirituale (ce ne sono così tanti in circolazione) e magari - perché no - a qualche lam

a tibetano.

Venendo invece a delle autentiche critiche politico-organizzative (presenti solo nella risposta al mio intervento di questa mattina), non so cosa dirti. Non abbiamo organizzato noi (noi Italia-Tibet) la parte toscana del viaggio del Dalai Lama... non so con chi tu abbia parlato per ottenere i permessi e non ho la più pallida idea in base a quali considerazioni ti siano stati negati. Comunque di tutto questo si può parlare, discutere e magare trovarsi d'accordo... delle altre cose francamente no.

Infine i tuoi scazzi con i soci fiorentini dell'Associazione Italia-Tibet. Ne parlasti anche qualche mese fa su conferenza Tibet. bene, o mi dici con chi hai parlato, chi è che ti ha detto che non vuole avere niente a che fare con voi (a proposito voi chi? Partito Radicale o Lista Pannella), quali nefandezze i soci di Italia-Tibet hanno commesso o io poco posso fare. A me risulta che i pochissimi soci che abbiamo a Firenze non abbiano alcun problema particolare a collaborare con il Partito Radicale, come risulta fra l'altro dalla manifestazione di Firenze di qualche settimana fa organizzata appunto da partito Radicale, Italia-Tibet e Amnesty International. Forse mi posso sbagliare ma se non mi citi persone e casi precisi mi sembra difficile cercare di risolvere questa spiacevole situazione. Per quanto mi riguarda l'Associazione Italia-Tibet ha sempre collaborato con il Partito Radicale e ha tutta l'intenzione di continuare a farlo. Abbiamo collaborato e continueremo a collaborare senza pregiudiziali con il P

artito Radicale e con tutte le organizzazioni politiche e sindacali che hanno a cuore l'interesse e le ragioni del popolo tibetano. Non abbiamo invece alcuna intenzione di collaborare con Pierini primi della classe, con settari e con chi parla sempre con il dito alzato. Ritengo che con costore, a qualsivoglia area politica appartengano, non si debba collaborare. Spero che, almeno su questo, tu sia d'accordo con me.

Piero Verni

 
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