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Conferenza Tibet
Verni Piero - 26 maggio 1996
Tibet e PR

Per Donvido. Per quello che concerne la visita del Dalai Lama in Italia rispondo solo della parte che è stata di nostra (Italia-Tibet) competenza. Che tu ti accontenti o meno del 'mio dispiacere' riguarda solo te. Non conosco alcun fatto avvenuto a Firenze dal momento che ti sei ben guardato dal parlarmene, privatamente o pubblicamente. Stendi tutti i veli che vuoi. A me interessa anche meno che a te 'andare oltre questa sinistra storia'.

Per Mecacci. Mi ricordo perfettamente della discussione avuta con te e l'altro esponente delle liste Pannella al termine del dibattito di Firenze. Non ho alcun dubbio del tuo intento di riportare con fedeltà le mie affermazioni ma nonostante questo ci sono alcune imprecisioni. Non ho mai detto che non fosse opportuna la presenza di bandiere tibetane a manifestazioni del Polo delle libertà. Ho detto invece che non trovavo opportuna la presenza di bandiere tibetane a manifestazioni elettorali di qualsiasi forza politica, da Rifondazione comunista ad Alleanza Nazionale. Ho parlato del Polo delle libertà solo perchè è alle sue manifestazioni elettorali che sono comparse queste bandiere. Dico questo, in perfetta e totale sintonia con il governo tibetano in esilio, perchè ritengo che la forza della battaglia per il Tibet risieda nel fatto di poter ricevere sostegno da tutte le componenti dello schieramento politico dall'estrema sinistra alla destra. E dal momento che, soprattutto in Italia, non è facile far lavora

re insieme, anche se su di un argomento specifico, forze di differente (quando non opposta) provenienza politica ritengo che sarebbe bene tenere la questione tibetana fuori dalle polemiche e dalle mischie elettorali. Questo discorso, vorrei sottolinearlo, vale per tutti, non solo per il Polo delle libertà. Quindi è ovvio che si deve chiedere il sostegno di differenti partiti ma stando attenti a non usare e, soprattutto, a non strumentalizzare il problema tibetano a fini elettorali.

Per quanto riguarda Berlusconi è noto quanti sforzi abbiano dovuto fare Pannella ed Emma Bonino per "costringerlo" ad incontrare il Dalai Lama... per altro dopo mille tentennamenti. Quest'anno Berlusconi è stato espressamente invitato, insieme a tutti gli altri leaders politici, all'incontro con il Dalai Lama che si è tenuto il 20 maggio scorso ma non ci ha fatto pervenire nemmeno un cenno di risposta per declinare l'invito. In ongi caso non gliene voglio. Lo stesso ha fatto il Partito Radicale che ha preferito -scorrettamente- saltare il Comitato organizzatore e, all'interno di esso, l'Associazione Italia - Tibet che curava questi incontri, per mettersi d'accordo direttamente con la rappresentante del Dalai Lama per l'Italia. Sia detto per inciso che la detta rappresentante (sig. Chundak Koren) è rimasta piuttosto stupita che il Partito Radicale non si fosse rivolto direttamente al Comitato per chiedere una udienza privata con il Dalai Lama. Udienza che è poi stata concordata con il pieno consenso sia mio p

ersonale sia dell'Associazione Italia Tibet.

Per quanto riguarda gli incontri con Scalfaro, con Prodi e con le altre cariche istituzionali. Per Scalfaro abbiamo cercato in tutti i modi di ottenere un incontro ma fonti ufficiose del Quirinale, sin dall'inizio dei contatti, ci hanno risposto che sarebbe stato molto difficile. Dubito comunque che, dato lo stato attuale dei rapporti tra Pannella e Scalfaro (qualcuno si ricorda delle richieste di impeachment?) una eventuale richiesta fatta dal Partito Radicale o dalle liste Pannella avrebbe avuto miglior risultato. Anche con Prodi abbiamo avuto dei contatti ma credo che sia un po' difficile per qualsiasi Presidente del Consiglio nominato da un giorno poter incontrare il Dalai Lama. Comunque, per quanto riguarda Prodi, avremo modo di verificare, nei prossimi mesi, senza antipatie o simpatie preconcette quale sarà la sua posizione riguardo alla questione tibetana. Si è invece dimostrato estremamente disponibile, sin dall'inizio, l'on. Violante che, come è noto, ha ricevuto ufficialmente e con grande cordialit

à il Dalai Lama nella Sala del Cavaliere di Montecitorio.

Per quanto riguarda la presenza del Partito Radicale nel Comitato per la visita del Dalai Lama in Italia. Non ho mai detto una bestialità come quella attribuitami da Mecacci che una delle ragioni della non presenza nel Comitato del Partito Radicale fosse da attribuire ad opportunità politiche. Come ho già detto ad Olivier Dupuis, e come ho ricordato qui su Agorà, non è prevista la partecipazione al Comitato di alcun partito politico e dato che il Partito Radicale mi sembra lo sia, non si vede per quale motivo ne avrebbe dovuto fare parte. Ricordo che la stessa partecipazione dell'Associazione Italia-Tibet, in quanto gruppo di sostegno con finalità politiche, ha creato non pochi problemi all'interno del Comitato composto quasi esclusivamente da organizzazioni religiose. Comunque, lo ripeto ancora una volta, nè l'Associazione Italia-Tibet nè tantomeno Piero Verni rappresentano la dirigenza di questo Comitato. Invitai, alcuni mesi or sono, l'on. Olivier Dupuis a contattare ufficialmente il coordinatore del Comi

tato, sig.ra Giovanna Pescetti, per chiedere formalmente al Comitato stesso di accettare al suo interno il Partito Radicale, o almeno di discutere formalmente una proposta del genere. Non mi risulta a tutt'oggi che Dupuis o qualcun altro a nome del Partito Radicale abbia avanzato questa proposta.

Un'ultima cosa. Mentre sto scrivendo queste note è arrivata dalla provincia di Brescia una mia amica tibetana che mi ha detto di essere stata contattata per telefono da un'esponente del Partito Radicale di Padova per partecipare a una conferenza sul Tibet che si dovrebbe tenere nelle prossime settimane organizzata dal Partito Radicale ed alla quale dovrebbe partecipare lo stesso on. Dupuis. Questa amica ha risposto che lei non si sentiva in grado di parlare in pubblico e ha suggerito di invitare al suo posto la sig.ra Karma Chukey vicepresidente della Comunità Tibetana in Italia. Questo suggerimento è stato immediamente declinato (ricordo ai tanti che non lo sanno che la sig.ra Chukey è anche la mia fidanzata) poiché non si voleva assolutamente coinvolgere in questa manifestazione l'Associazione Italia-Tibet. Evidentemente nemmeno per interposte ragioni sentimentali dal momento che Karma Chukey non fa parte di Italia-Tibet.

Ragazzi, perché invece delle pagliuzze negli occhi degli altri non vi occupate delle travi che accecano i vostri?

E perchè, soprattutto, non cerchiamo di uscire da queste polemiche italiote?

Un abbraccio a tutti,

Piero Verni

 
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