AIáIndex: ASA 17/59/96 20 Maggio 1996
AMNESTY INTERNATIONAL CONDANNA LA VIOLENTA REPRESSIONE IN TIBET
Amnesty International ha oggi condannato la violenta repressione
in atto in Tibet da parte delle autorita' cinesi che ha portato,
secondo diverse testimonianze, al ferimento, talvolta in forma
grave, di piu' di 80 tra monaci, monache e laici che stavano
protestando contro il divieto di esporre le fotografie del Dalai
Lama.
"Sembra che queste persone siano state ferite unicamente per aver
mostrato pubblicamente le immagini del loro leader spirituale" ha
affermato Amnesty, "una volta ancora le autorita' cinesi hanno
mostrato il loro disprezzo per la liberta' religiosa e per il
diritto all'espressione pacifica dei tibetani".
Il 7 maggio tre monaci del monastero di Ganden, ad est di Lhasa,
sono stati feriti con armi da fuoco dalla polizia, e vi sono
notizie secondo le quali due di loro sarebbero morti. Un quarto
monaco si trova in gravi condizioni dopo essere stato pestato. Il
14 maggio due autocarri carichi di feriti gravi sono arrivati
all'ospedale di Lhasa scortati dalla polizia. Entrambi gli
incidenti sono correlati all'aumento della tensione in Tibet da
quando le autorita' hanno reso effettivo il divieto di esporre le
fotografie del Dalai Lama nei monasteri, nei negozi e nelle
scuole. Alcuni monasteri sono stati chiusi, impedendo anche ai
monaci di entrare o uscire senza autorizzazione, in modo da
impedire che si verificassero altre proteste.
Un testimone, Takeo Fujimoto, che ha assistito all'arrivo dei due
autocarri all'ospedale di Lhasa il 14 maggio, ha affermato: "piu'
della meta' dei feriti erano giovani monache, alcune molto
giovani, delle ragazzine; una di queste era stata colpita
violentemente al volto. Era incredibile".
Amnesty International chiede alle autorita' cinesi di rilasciare
immediatamente tutti coloro che sono detenuti per la pacifica
espressione delle proprie idee e di revocare il divieto di
esporre immagini del Dalai Lama.
*- Amira V1.5 REG (Amiga) -* one world, one operating system