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Conferenza Tibet
Club Club - 3 luglio 1996
TIBET PROPOSTA RISOLUZIONE

CLUB PANNELLA-RIFORMATORI "OBBIETTIVO COMUNE"

C.P. 316 - 55100 LUCCA

Tel. 0583 956540 Fax 0583 956568

club.pannella.oc.lu@agora.stm.it indirizzo Web: www.agora.stm.it/pr.

Al Sindaco

Comune di Lucca

Oggetto: PROPOSTA DI RISOLUZIONE

Il Club Pannella-Riformatori "Obbiettivo Comune", rappresentato dal suo presidente sig.ra Angelita BONUGLI, La invita all'adozione al prossimo Consiglio Comunale del seguente ordine del giorno:

" Il Club Pannella-Riformatori "Obbiettivo Comune", rappresentato dal suo presidente sig.ra Angelita BONUGLI, CHIEDE ai membri il Consiglio Comunale di Lucca l'approvazione della seguente risoluzione:

RISOLUZIONE SULLA SITUAZIONE NEL TIBET

relativa alla protezione del popolo Tibetano e della sua cultura

- Vista la risoluzione nB4-1007/95 votata dal Parlamento Europeo il 13 luglio 1995;

- Vista la risoluzione 1353 (XIV) del 1959, 1723 (XVI) del 1961 e 2079 (XX) del 1965 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite;

TENUTO CONTO:

1. Storia del Tibet

- Considerando che nel corso della sua storia il Tibet ha mantenuto una identita' nazionale, culturale e religiosa distinta dalla Cina, fino al momento dell'invasione cinese;

- Considerando che il Tibet storico e' costituito da tre regioni: U-Tsang, Amdo e Kham;

- Considerando che prima dell'invasione cinese del 1949, il Tibet era riconosciuto di fatto da numerosi stati e che, secondo i principi stabiliti dal diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite, il Tibet e' un territorio occupato;

2. Natura del problema tibetano

- Considerando che la questione del Tibet e' essenzialmente una questione politica: quella dell'assoggettamento del Tibet dalla Repubblica Popolare Cinese e della resistenza del popolo tibetano a questa dominazione;

- Considerando che il carattere specifico delle violazioni dei diritti dell'uomo in Tibet riguarda i Tibetani quale popolo che afferma la sua identita' propria ed il suo desiderio di mantenerla intatta, e che, per questo, le violazioni dei diritti umani in Tibet risultano essere in maggioranza una discriminazione razziale e culturale istituzionalizzata;

3. La lotta pacifica del popolo tibetano e del Dalai Lama

- Coscienti della volonta' del popolo tibetano di ricoprire i suoi diritti fondamentali e di preservare e sviluppare la sua cultura;

- Riconoscendo le proposte di negoziati fatte nel corso degli ultimi quindici anni dal Dalai Lama al governo cinese, per ottenere una soluzione pacifica al problema tibetano;

- Considerando che nella sua ricerca di una soluzione negoziata al problema tibetano, il Dalai Lama non ha reclamato l'indipendenza totale per il Tibet e che in risposta ai suoi propositi concilianti la Cina non ha mai cessato di impiantare coloni cinesi in Tibet, in modo che i Tibetani si trovano oggi ad essere una minoranza nel proprio paese;

- Considerando che il Dalai Lama rimane pronto a negoziare con la Cina e che le proposte, come il suo Piano di Pace in Cinque Punti (1987) e quella fatta al Parlamento Europeo (1988), che sono state accolte bene a livello internazionale, possono ancora costituire una base razionale per dei negoziati senza condizioni preliminari;

4. Il trasferimento della popolazione

- Condannando come violazione grave del diritto internazionale il trasferimento della popolazione cinese Han - incoraggiato ufficialmente - messo in opera con diversi mezzi, notoriamente, con la sostituzione degli agenti tibetani competenti ai diversi livelli dell'amministrazione con funzionari cinesi, come con l'obbligazione, in virtu' di una recente decisione, all'insieme del personale militare in servizio di stabilirsi nel Tibet alla fine della propria ferma, con la pena di perdere i diritti alla pensione in caso di rifiuto;

5. La discriminazione in materia di educazione

- Condannando la discriminazione praticata dalle autorita' cinesi nel settore dell'educazione, privando i bambini tibetani di appropriate facilitazioni od anche impedendo ai Tibetani che lo desiderino di studiare la loro lingua e la loro cultura od ancora con il richiamo obbligatorio dei bambini tibetani che effettuino gli studi fuori dal Tibet;

6. La politica del controllo delle nascite

- Considerando che il numero dei Tibetani viventi nel Tibet (U-Tsang, Kham e Amdo) e' oggi di circa 6.000.000 di persone, che la superfice del Tibet e' di 2,5 milioni di kmq (ovvero, 0,42 abitanti per kmq);

- Costatando del resto che la politica cinese di controllo delle nascite non puo' essere giustificata in ragione della debole densita' della popolazione tibetana vivente nel Tibet e che essa non e' altro che, quindi, uno dei mezzi utilizzati dalla Repubblica Popolare Cinese per ridurre il numero dei Tibetani viventi nel Tibet;

7. Il problema del Tibet equivale ad una purificazione etnica

- Condannando le altre gravi e sistematiche violazioni dei diritti dell''uomo in Tibet, notoriamente, l'arresto e le detenzioni arbitrarie come anche la tortura dei Tibetani per ragioni politiche; le violazioni dei diritti delle donne, notoriamente, le sterilizzazioni e gli aborti forzati; la privazione della liberta' religiosa; tutte offese che, con la distruzione della ricca cultura tibetana ed il trasferimento della popolazione, minacciano la sopravvivenza stessa del popolo tibetano e l'equivalente del resto ad una purificazione etnica;

8.Problema dell'ambiente

- Preoccupati dalla distruzione dell'ambiente naturale dell'altopiano tibetano, come e' notorio, per mezzo del disboscamento abusivo, lo stoccaggio di rifiuti tossici e radioattivi che hanno non solamente delle conseguenze nel Tibet, ma per tutte le regioni vicine e per il mondo intero;

9. Il diritto all'autodeterminazione

- Riaffermando il diritto inalienabile del popolo tibetano all'autodeterminazione;

10. Il diritto di ingerenza

- Sottolineando che le violazioni dei diritti umani, primo fra tutti il diritto all'autodeterminazione, come anche tutte le altre violazioni del diritto internazionale sono, per definizione, affare legittimo di tutti i membri della comunita' internazionale.

DOMANDA AL GOVERNO ITALIANO

- di esortare la Repubblica Popolare Cinese di porre immediatamente fine a tutte le politiche e pratiche che violino i diritti della persona e delle liberta' fondamentali dei Tibetani;

- di sostenere, con tutti i mezzi diplomatici disponibili, il processo dei negoziati promossi dal Dalai Lama ed i rappresentanti del Governo Tibetano in esilio, con le autorita' cinesi, per ottenere il diritto all'autodeterminazione del popolo tibetano e la creazione di una zona di pace democratica per il Tibet;

- che spinga la Repubblica Popolare Cinese a mettere fine alla politica del controllo delle nascite, consistente nello sterilizzare e nell'abortire forzatamente le donne tibetane;

- che esiga dalla Repubblica Popolare Cinese di mettere fine alla politica di trasferimento della popolazione cinese in Tibet in flagrante violazione dell'art.49 della Quarta Convenzione di Ginevra (1949);

- che esiga ed ottenga dalla Repubblica Popolare Cinese la liberazione immediata di tutti i prigionieri di opinione tibetani detenuti nei campi di concentramento e nelle prigioni cinesi in Tibet;

- di insistere affinche' la Repubblica Popolare Cinese, membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, rispetti le Convenzioni che essa ha sottoscritto ed accettato, vale a dire :

a) la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (1984)

b) la Convenzione sull'eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione razziale (1966)

c) la Convenzione sui diritti dei bambini (1989)

ed affinche' siano applicate le risoluzioni adottate dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo (1994);

INVITA IL GOVERNO ITALIANO

- a proporre al Consiglio Europeo dei Ministri degli Affari Esteri di prendere posizione in questo senso e di farlo conoscere alle autorita' della Repubblica Popolare Cinese;

DOMANDA AL GOVERNO ITALIANO

- di mettere in opera tutte cio' che e' possibile al fine di ottenere l'applicazione delle risoluzioni 1353 (XIV), 1723 (XVI) e 2079 (XX) delle Nazioni Unite e che il Governo Tibetano in esilio ottenga immediatamente lo statuto di osservatore presso questa istituzione internazionale.

''''''''''''''''''''''''''''''''''''''''''''

Lucca, 03 luglio 1996 Angelita BONUGLI

presidente

 
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