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Conferenza Tibet
Pobbiati Paolo - 25 agosto 1996
Kelsang Thutob

amnesty international

REPUBBLICA POPOLARE CINESE

Muore in carcere un prigioniero di coscienza tibetano

26 luglio 1996 AI Index: ASA 17/79/96

Secondo quando riferito ad Amnesty International, Kelsang Thutob,

un monaco tibetano in carcere dall'aprile 1989, sarebbe morto

alle 4 del mattino del 5 luglio 1996 nella prigione di Drapchi a

Lhasa. Secondo la stessa fonte il decesso sarebbe stato causato

da una malattia per la quale gli sarebbe stata negata un'adeguata

assistenza medica. Aveva 49 anni. Secondo quanto riferito avrebbe

goduto di buona salute prima di venir arrestato, ma nessuno della

sua famiglia aveva potuto vederlo negli ultimi anni.

Si ritiene si trovasse da tempo in cattive condizioni di salute e

che soffrisse di ipertensione arteriosa; nonostante cio' non

aveva ricevuto alcuna cura. In precedenza aveva avuto problemi a

causa della insufficiente alimentazione e per i maltrattamenti

che aveva subito nel carcere di Drapchi.

Le informazioni sul suo stato di salute sono state fornite da ex

detenuti di Drapchi, dato che i suoi famigliari non avevano

potuto vederlo per diversi anni. Uno di questi ex detenuti ha

riferito che nel 1992 Kelsang era impiegato come cuoco della

prigione. A meta' del 1993 era stato negato il permesso di

vederlo a un suo familiare, a cui anzi era stato detto che non

era piu' detenuto li'. Ma un ex detenuto sostiene di averlo visto

a Drapchi il 12 giugno 1993.

Prima del suo arresto, Kelsang Thutob era monaco presso il

monastero di Drepung, vicino a Lhasa. Fu arrestato nell'aprile

del 1989 con l'accusa di aver cercato di lasciare il paese. A

novembre era poi stato condannato a 18 anni di carcere dalla

Corte Intermedia del Popolo di Lhasa, una delle sentenze piu'

severe comminate ad un prigioniero politico in Tibet in questi

anni. Al processo fu accusato di "far parte di un'organizzazione

dedita alla propaganda controrivoluzionaria" attraverso la

diffusione di "letteratura reazionaria" con l'intento di

"diffondere velenose menzogne sul sistema socialista cinese

caratterizzato dalla dittatura del proletariato" e di aver

tentato di "passare illegalmente il confine".

Altri nove monaci di Drepung, Ngawang Phulchung, Jampel

Changchub, Jampel Losel, Jampel Monlam, Jampel Tsering, Ngawang

Kunga, Ngawang Gyaltsen, Ngawang Oeser e Ngawang Rigzin sono

stati condannati assieme a lui a pene variabili tra i cinque e i

19 anni, anche loro con l'accusa di aver partecipato ad

"attivita' controrivoluzionarie" . Le condanne sono state rese

pubbliche ad un raduno di massa il 30 novembre 1989. Tutti e

dieci i monaci sono stati adottati da Amnesty International come

prigionieri di coscienza.

Faceva parte della "letteratura reazionaria" prodotta da Kelsang

Thutob e dagli altri nove monaci una traduzione in tibetano della

Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Altri documenti

trattavano delle recenti attivita' della dissidenza in Tibet e

dei tibetani feriti o uccisi dalla polizia durante le

manifestazioni per l'indipendenza.

Le autorita' non hanno fornito alcuna informazione sulle

circostanze e sulle cause della morte di Kelsang Thutob. Amnesty

International esprime la sua preoccupazione per le testimonianze

che indicano che era stato maltrattato e che, nonostante le sue

precarie condizioni di salute, gli sia stata negata un'adeguata

assistenza medica. Chiede percio' alle autorita' cinesi di

effettuare un'inchiesta imparziale e approfondita per verificare

queste accuse e di rendere pubblici i suoi risultati. Chiede

inoltre l'immediato e incondizionato rilascio dei monaci del

gruppo tuttora in carcere.

Amnesty rinnova inoltre la sua preoccupazione per la sorte di

Ngawang Choephel, un tibetano emigrato di 30 anni, in carcere da

quasi un anno, arrestato mentre stava realizzando in Tibet un

documentario sull'arte tibetana, la cui scomparsa era stata

denunciata dalla madre che lo attendeva in India alla fine del

1995. Si pensa sia detenuto presso il Centro di Detenzione di

Nyari a Shigatse, dove e' stato visto l'ultima volta nell'ottobre

1995 dal commerciante tibetano Dorji Rinchen, anch'egli arrestato

nello stesso periodo e che ha successivamente lasciato il Tibet.

Non vi sono piu' state notizie di Ngawang Choephel ne' di un suo

eventuale processo o di accuse mosse nei suoi confronti.

I tre monaci condannati a 5 anni hanno finito di scontare la

pena nell'aprile 1994: Jampel Monlam e Ngawang Kunga sono stati

rilasciati, e si pensa che anche Jampel Tsering lo sia stato.

Si prega di inviare telegrammi/telex/espressi o lettere in

inglese, in cinese o in italiano:

- esprimendo la propri preoccupazione per la morte di Kelsang

Thutob, che sarebbe stato soggetto a maltrattamenti e a cui

sarebbe stata negata l'assistenza medica;

- chiedendo un'inchiesta seria ed imparziale per chiarire le

circostanze della sua morte e che il risultato di tale inchiesta

venga reso pubblico;

- chiedendo l'immediato e incondizionato rilascio di Ngawang

Phulchung, Jampel Changchub, Jampel Losel, Ngawang Gyaltsen,

Ngawang Oeser e Ngawang Rigzin e la conferma di quello di Jampel

Tsering;

- chiedendo l'immediato e incondizionato rilascio di Ngawang

Choephel nel caso non sia imputato di un preciso reato;

Gli appelli vanno inviati a:

President of the Xizang Autonomous Regional People's Government

Gyaltsen Norbu Zhuxi

Xizang Zizhiqu Renmin Zhengfu - 1 Kang'angdonglu - Lasashi 850000

- Xizang Zizhiqu

People's Republic of China

Telexes: 68014 FAOLT CN oppure 68007 PGVMT CN

Telegrammi: President of the Regional People's Government, Lasa,

Xizang Autonomous Region, China

Formula di cortesia: Dear President

Governor of Tibet Autonomous Regional Prison No.1 (Drapchi

Prison) Jianyuzhang

Xizang Zizhiqu Di Yi Jianyu - Lasashi 850003 - Xizang Zizhiqu

People's Republic of China

Formula di cortesia: Dear Governor

Director of Nyari Detention Centre Nyari Kanshousuo Suozhang

Shigatseshi - Xizang Zizhiqu

People's Republic of China

Formula di cortesia: Dear Director

*- Amira V1.5 REG (Amiga) -* one world, one operating system

 
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