TUTTI GLI UOMINI SONO NOSTRI FRATELLI, ED I CINESI ANCHE DI PIU'(2)
IL DALAI LAMA FRAPPONE OSTACOLI
"Slobodna Dalmacija", quotidiano, Spalato, 7 novembre 1996
MOLTI FATTI DIMOSTRANO CHE IL DALAI LAMA NON HA ALCUNA SINCERA VOLONTA' DI AVERE RELAZIONI CON IL GOVERNO CENTRALE. IL GOVERNO CINESE SPERA CHE I PAESI AMICI NON CONSENTIRANNO AL DALAI LAMA DI PERSEGUIRE LA SUA ATTIVITA' POLITICA: LA SCISSIONE DALLA CINA
Autore: Ambasciatore della RP Cinese a Zagabria
Con grande rammarico ho letto l'intervista dei giornalisti Robert Bajrusi e Sasa Paparella con il Dalai Lama, pubblicata sul vostro giornale il 5 novembre. Questa intervista e' piena di menzogne e non offre una informazione oggettiva del problema tibetano. E' noto a tutti che il Tibet č una delle 5 regioni autonome della Repubblica Popolare Cinese, ed il popolo tibetano una delle 56 nazioni che vivono in armonia in Cina.
Allegato vi mando un testo "Alcune parole sul Tibet" pregandovi di pubblicarlo sul vostro giornale affinche' i vostri lettori abbiano un quadro generale della questione del Tibet.
ALCUNE PAROLE SUL TIBET
I
Il Tibet si trova nella Cina sud-occidentale ed ha 2,320.000 abitanti di cui 95% tibetani. La superficie del Tibet e di oltre 1,200.000 Kmq e l'altezza al di sopra del livello del mare ha una media di 4000 m, da qui il nome "il tetto del mondo". Il Tibet e' circondato da montagne alte ed innevate, separato dal mondo esterno, per questo molti lo considerano un luogo misterioso. Dai tempi remoti il Tibet e' una parte inalienabile del territorio cinese. Verso la meta' del duecento, il Tibet ufficialmente entro' a far parte del territorio della Cina e sin da allora si trova sotto il governo delle autorita' centrali della Cina. Il Tibet attuale e' una regione autonoma nella RP Cinese. Gia' da oltre 700 anni il governo centrale possiede una sovranita' sul Tibet. Nel mondo non esiste nessuno stato che riconosca il Tibet in quanto paese indipendente e non esiste assolutamente una questione sullo "statuto indefinito del Tibet".
II
Fino al 1959 il Tibet si trovava sotto un regime feudale-schiavista nel quale veniva integrato potere politico e religioso, una dittatura di monaci e aristocratici. In un tale sistema, i padroni di schiavi, che rappresentavano il 5% dell'intera popolazione dell'antico Tibet, possedevano il 100% del terreno coltivabile, pascoli, foreste, fiumi e montagne e tenevano sotto controllo le condizioni di vita degli schiavi che rappresentavano il 95% della popolazione. Durante il regime feudale-schiavista i padroni di schiavi ebbero un potere inimmaginabile verso gli schiavi: potevano venderli, darli in pegno o regalarli come merce. Gli schiavi non ebbero ne' diritti politici ne' liberta' fisica. In quell'epoca fu affermato chiaramente con leggi prescritte che i padroni di schiavi potevano intraprendere ogni tipo di punizione verso gli schiavi, come cavare gli occhi, tagliare le mani e le gambe, buttarli giu' dalle montagne, in acqua, fino alla pena di morte e allo scuoiamento. Le atrocita' e la brutalita' nell'antic
o Tibet furono assai piu' gravi di quelle del regime feudale-schiavista nell'Europa medievale. Gli schiavi furono perseguitati nel senso politico e sfruttati nel senso economico. Si potrebbe dire che l'antico Tibet fu la regione del mondo con maggiori violazioni dei diritti umani. Nel 1959 in Tibet fu attuata una riforma democratica e fu abolito il regime schiavista. Grazie a questo i tibetani ottennero la vera liberta' fisica ed i diritti politici ed il Tibet da quel momento entro' in una fase di nuovo sviluppo. Un progresso epocale del popolo cinese nella lotta per ottenere e difendere i diritti umani.
III
Durante gli ultimi 40 anni, in particolare dall'introduzione della riforma politica e dall'apertura verso il mondo, in Tibet si svolsero cambiamenti enormi con un miglioramento della vita della popolazione. Il Governo centrale condusse una politica particolare nei confronti del Tibet, con misure privilegiate e grandi mezzi di finanziamento per cambiare lo stato arretrato del Tibet. Dal 1959 fino al 1994 lo Stato ha investito in Tibet oltre a 35 miliardi di yuani (la valuta cinese, n.t.). Solo nel 1994 il Governo centrale ha investito 2 miliardi e 380 milioni di yuani, ovvero 287 milioni di USD in 62 impianti in Tibet. Tali impianti servono in maggior parte a perfezionare l'infrastruttura nel settore agrario, dell'economia idrica, energetica e quella dei trasporti. Attualmente in Tibet esiste un trasporto stradale ed aereo, industria energetica e di lavorazione, telecomunicazioni nonche' un ospedale moderno, impianti culturali e sportivi come pure mezzi di informazione pubblica. Si e' creato un intero sistem
a moderno di educazione. Attualmente vi sono in Tibet oltre 270.000 studenti di diverse scuole, la maggioranza appartiene alla nazionalita' tibetana.
IV
Nella Costituzione cinese vi e' chiaramente dichiarato: "Tutte le nazionalita' della RP Cinese sono equiparate". Lo Stato assicura i diritti legali e gli interessi di tutte le minoranze nazionali, difende e sviluppa l'uguaglianza, unita' ed aiuto reciproco tra le nazioni. E' vietato qualsiasi tipo di discriminazione nazionale e di oppressione nonche' le azioni volte alla trasgressione dell'unita' nazionale e tentativi di separazione.
Conformemente alla Costituzione, il Governo cinese presta sempre grande importanza alla custodia della tradizionale cultura nazionale tibetana. Grazie a cio' questa cultura ha raggiunto una fase di importante sviluppo. Il Governo ha destinato grandi somme di denaro soprattutto al rinnovamento dei templi di tutte le frazioni religiose. Va particolarmente ricordato che il Governo centrale cinese nel 1989 aveva destinato 55 miliardi di yuani per un rinnovamento universale del palazzo Potala. Infatti, questo restauro, durato cinque anni, e' il primo nella storia di oltre mille anni dalla fondazione di questo palazzo.
In Tibet esistono attualmente oltre 1400 templi. Vengono assicurate pienamente le condizioni normali dell'attivita' religiosa del popolo tibetano. In questa regione vengono usati contemporaneamente gli scritti latini nonche' quelli han, maggiormente si usa la lingua tibetana. Tutte le leggi, risoluzioni, documenti ufficiali, nonche' giornali e trasmissioni alla radio ed in TV, vengono portati in due scritti - tibetano e han, mentre in tutte le scuole la lingua tibetana e' la materia principale. Il numero di tibetani e' in continua crescita. Nel 1953, durante il governo del Dalai, il loro numero era di un milione, mentre nel 1994 il numero e' aumentato a 2.236.000. L' eta' media dei tibetani e' aumentata dai 36 anni di prima ai 65 anni di oggi. Nella regione autonoma Tibet, attualmente vivono 2.320.000 abitanti di cui 2.236.000 tibetani, ovvero 98,4% del numero totale degli abitanti, 66.000 sono gli Han, 18.000 appartenenti ad altre nazionalita'. E' del tutto insostenibile l'affermazione del cosiddetto trasfe
rimento degli Han in Tibet e della trasformazione della nazionalita' tibetana in minoranza della regione.
L'insurrezione armata
V.
Il Dalai Lama era un religioso. Adesso pero' e' un emigrato politico che da lungo tempo tenta, dall'estero, una separazione della patria sovvertendo l'unita' nazionale. Nel 1959 un gruppo guidato dal Dalai Lama inizio' l'insurrezione armata tentando di mantenere per sempre il regime schiavista in Tibet e contrapponendosi alla riforma democratica condotta dal Governo centrale. Sconfitto, il Dalai Lama fuggi' all'estero. Il carattere politico del Dalai Lama e del gruppo e' gia' confermato dai loro comportamenti nella storia. Fino ad oggi egli non ha rinunciato al suo atteggiamento secessionista, richiedendo "l'indipendenza del Tibet".
Dopo il fallimento del tentativo di una cosiddetta "marcia pacifica in Tibet", il Dalai Lama profetizzava tra i tibetani all'estero un referendum sulla cosiddetta autodeterminazione del Tibet. Nel maggio scorso, il Dalai Lama contrariamente alle regole della storia, calpestando il rito, la convenzionalita' buddista ed ignorando la decisione del Governo centrale, ha riconosciuto arbitrariamente un bambino tibetano quale reincarnazione del Panchen Lama.
Il 29 novembre 1995 in Tibet, Gyatsen Norpo č stato dichiarato come undicesimo Panchen Erdenis, successivamente al sorteggio dal Calice d'oro ed approvato dal Consiglio di Stato della RP Cinese.
Lo scopo del Dalai Lama e' il cambiamento della tradizione storica del Panchen Lama che ama la propria patria e religione, per suscitare un caos in Tibet e per realizzare la congiura del "Tibet indipendente". Il Governo centrale della RP Cinese piu' volte ha dichiarato di voler negoziare con il Dalai Lama e di volere il suo ritorno in patria nell'interesse del popolo tibetano, a condizione che riconosca che il Tibet č parte inseparabile della Cina, rinunciando finalmente alla concezione "dell'indipendenza del Tibet" e smettendo con le attivita' per la separazione della patria.
Il Dalai Lama pero' continua a creare ostacoli a contatti e negoziati. Molti fatti dimostrano che il Dalai Lama non ha nessun desiderio sincero di mettersi in rapporto con il Governo centrale. Il Governo cinese spera che non ci sia un paese a noi amico che consenta al Dalai Lama le possibilita' per la sua attivita' politica: la separazione dalla Cina.