da: Internazionale - 8 novembre 1996 - art. or. Liberation
di Claude B. Levenson
Nel momento in cui il Dalai Lama arriva in Francia, in Tibet le
autoritß cinesi proseguono una vasta "campagna di rieducazione"
per cercare di spezzare l'ultimo bastione di resistenza passiva
rappresentato da monaci e religiose. Poich , pronunciando i loro
voti, hanno rinunciato a qualsiasi legame familiare e sociale,
essi o esse rischiano la vita per far vivere il loro paese, la
loro cultura e il loro popolo. Il prezzo da pagare spaventoso
per monaci e monache, sono ore di apprendistato forzato delle
leggi dell'occupante e della versione cinese della storia del
Tibet. Dei commissari politici si stanno mettendo al lavoro non
solo nei grandi monasteri di Lhasa, ma anche nei modesti
santuari. Come nei peggiori momenti della Rivoluzione Culturale.
E quando il leader esiliato perora qua e lß la causa del suo
popolo, si insiste pesantemente sul carattere religioso della sua
visita allo scopo di non irritare Pechino. E' quello che
successo a Parigi.
Gli europarlamentari che hanno ricevuto il Dalai Lama a
Strasburgo gli hanno usato dei riguardi che non sono piaciuti a
Pechino. Cosa che non ha impedito al leader di reiterare la sua
volontß di avviare finalmente un dialogo chiesto da molto tempo
per tentare di trovare una soluzione negoziata.
In nome di interessi commerciali, un paese e un popolo vengono
sacrificati sull'altare di una politica guidata dall'ipocrisia.
Dopo l'invasione del 1949, la dominazione militare e la
sinizzazione condotta per mezzo dei coloni arrivati con i camion
dell'esercito, si cede alle minacce e si distoglie pudicamente lo
sguardo da un paese occupato dov' in corso una nuova soluzione
finale.
Lasciar fare come essere complici
Poco tempo fa il presidente Jacques Chirac affermava a voce alta
e chiara: "Fin da questo momento, bisogna che si fermi la
colonizzazione, la cui prosecuzione pesa gravemente sulla
possibilitß di una coesistenza armoniosa. Le distruzioni di case,
le espulsioni, la costruzione e l'uso di strade riservate devono
cessare". Si trovava a Ramallah, e si rivolgeva agli israeliani e
ai palestinesi.
Userß lo stesso linguaggio con gli ospiti cinesi a proposito del
Tibet occupato, quando sarß ricevuto a Pechino nel maggio del
1997 ? In ogni caso, il Dalai Lama non si stanca di invocare
l'appoggio dei governi democratici a sostegno della sua
iniziativa. Domani sarß troppo tardi: n i fiori n le corone
potranno cancellare la complicitß insita nel lasciar correre.
*- Amira V1.5 REG (Amiga) -* one world, one operating system