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Conferenza Tibet
Di Stefano Rita - 7 dicembre 1996
Da "Internazionale" - 6/12/96 - pag. 4

Eugenetica cinese

NEW SCIENTIST, GRAN BRETAGNA

Esportare know-how genetico a un regime che approva l'eugenetica è moralmente lecito come vendere il Semtex ai paesi che sostengono il terrorismo. Eppure sembra che certa gente non voglia capire questa scomoda equazione. Il 1· giugno 1995, in Cina è entrata in vigore una legge che proibisce alle coppie con malattie genetiche accertate di sposarsi, a meno che non accettino di essere sterilizzate o di adottare "misure contraccettive a lungo termine". Molti genetisti occidentali hanno giustamente protestato contro questa decisione agghiacciante, anche se alcuni si chiedono ancora se sia giusto boicottare un importante convegno di genetica che si terrà a Pechino nel 1998.

Ma la Genset non può certo essere accusata di ambiguità. Questa società francese, specializzata nel prelevare e sequenziare il Dna umano, non si pone troppi interrogativi e ha concluso un accordo con il regime di Pechino per raccogliere e analizzare campioni di Dna in tutta la Cina. L'azienda sostiene che si tratta di ricerca medica pura. Gli studiosi francesi non sottoporranno ad analisi le coppie cinesi per trovare geni cattivi né parteciperanno ad altri programmi discutibili per effettuare uno screening genetico della popolazione cinese. Si limiteranno ad analizzare campioni di Dna anonimi per cercare i geni collegati alle malattie più comuni.

L'arma della conoscenza

Anche i cinesi, come tutti, hanno il diritto di raccogliere i frutti della genetica molecolare. E non c'è dubbio che sia la ricerca di nuove terapie, e non l'eugenetica, a motivare gli studiosi francesi. Ma la questione non è così semplice. Il governo cinese potrebbe ancora cercare di usare le nuove conoscenze scientifiche per individuare le coppie e i feti geneticamente "inadatti". Potrebbe astenersi dal farlo per anni o addirittura decenni, ma questo non solleva nessuno dalla responsabilità morale di adoperarsi già oggi perché il regime revochi la legge. La Cina vuole assolutamente procurarsi le nuove metodologie genetiche, perciò le società come la Genset possono permettersi di contrattare. Quest'arma scompare se la tecnologia viene ceduta senza condizioni. Sembra che la maggior parte dei genetisti cinesi sia contraria alla nuova normativa. I suoi sostenitori affermano che la legge in realtà consente solo pratiche ampiamente diffuse in Occidente. Questo sarebbe vero se la legge si limitasse a prevedere te

st genetici. Ma non è così. Se un test prenatale individua una "grave malattia genetica", i medici cinesi sono tenuti a raccomandare un aborto. Nessuno sa cosa si intende per "grave". I più cinici pensano che possa semplicemente significare tibetano. Quello che sta succedendo in Cina dovrebbe farci riflettere. Ma solleva anche un nuovo interrogativo: le democrazie occidentali devono regolamentare l'esportazione di conoscenze genetiche così come avviene con la vendita di armi? (G.C.)

 
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