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Conferenza Tibet
Manfredi Giulio - 19 febbraio 1997
Segnalo intera pagina uscita su "Repubblica" del 16 febbraio con articolo di Renata Pisu "E' finita nel gelo la fuga dal Tibet - La tragica fine di una monaca buddista e di due bambini - Morti sull'Himalaya, verso l'esilio":

"Sono morti in tre tentando di fuggire dal Tetto del Momndo dove il loro paese, il Tibet, sta morendo:una giovane monaca buddista, un ragazzo di quattordici anni e una bambina di otto non ce l'hanno fatta a attraversare l'Himalaya. Volevano raggiungere il Nepal e poi Dharamsala, in India, dove vive il Dalai Lama e dove monaci e monache possono pregare perchè questa è la loroa vocazione, e dove i ragazzi a scuola possono studiare nella lorolingua e non in cinese come è d'obbligo a Lhasa dove si deve parlare e pensare in cinese, per diventare cinesi...

La notizia ...è stata data ieri dall'organizzazione umanitaria Tibet Information Network che ha sede a Londra ma risale a più di un mese fa...sono sempre più numerosi i tibetani che scelgono di compiere la fuga dal loro paese che sta morendo in pieno inverno perchè le tormente e il gelo che rendono più ardua la loro impresa ostacolano anche le pattuglie militari di ricognizione. Già tre volte la monacadella cui morte per assideramento si è saputo ieri aveva tentato la fuga d'estate ed era stata arrestata dai soldati, incarcerata, torturata. Così quest'ultima volta si è unita a un gruppo che aveva deciso di mettersi in cammino con la brutta stagione. Molti dei suoi compagni che sono sopravvisuti sono giunti in Nepal coni piedi congelati, a quattro persone hanno dovuto tagliare glialluci, a altre tre tutti e due i piedi e ora i medici dell'Alto commissariato per i rifugiati stanno twentando trapianti di pelle sulle piaghe provocate dal gelo.

Sanno che di uomini e donne in queste disperate condizioni ne arriveranno ancora molti. Negli ultimi cinque anni ne sono giunti in Nepal per la stessa fotunosa via oltre novemila, e tra questi più di mille bambini mandati dai genitori via dal Tibet perchè potessero continuare a essere tibetani. E più di duemila erano monaci e monache, ribelli non violenti che non provano odio per chi li perseguita ma compassione, perchè - come ha detto una monaca che tre anni fa è riuscita a fuggire e raggiungere Dharamsala sdove studia dottrina buddista - <>. A questa giovane donna i cinesi avevano tagliato di netto i capezzoli...

I poliziotti nepalesi si sentono autorizzati a fare quello che vogliono con gli esuli tibetani perchè il Nepal rifiuta di accettare nuovi venuti. Così vengono messi in prigione dove verranno a riscattarli i funzionari dell'Alto commissariato per i rifugiati che li trasferiranno in India, a Dharamsala. Questo il lieto fine per i sopravvisuti, 2923 nel 1990, 4158 nel 1993, 7850 nel 1996. Ma quanti non ce l'abbiano fatta non si sa, cioè non si sa quanti ne abbiano uccisi le pattuglie cinesi e quanti altri invece il gelo dell'Himalaya".

 
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