Risoluzione di "non-action".
Da sette anni la Cina riesce ad evitare di essere condannata dalla Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite facendo adottare una risoluzione di "non-action".
In chiaro, cio' vuol dire che non vi e' materia da dibattere.
Quest'anno le Nazioni Unite e l'Unione Europea hanno domandato a Pechino di mettere in opera delle azioni concrete prima dell'inizio della sessione di marzo (che ha visto a Ginevra la grande manifestazione "Liberta' per il Tibet. Democrazia in Cina") tra le quali: la liberazione dei prigionieri politici che necessitano di trattamenti medici, la ratificazione dei Patti internazionali relativi ai diritti civili e politici, ed ai diritti economici, sociali e culturali e la ripresa dei negoziati con le CICR affinche' si possano recare a visitare le prigioni del paese.