da: Repubblica - 21 marzo 1997
"Il buddismo? E' un forma di autoerotismo spirituale" Ratzinger contro i seguaci delle religioni orientali
di ORAZIO LA ROCCA
ROMA - "Il buddismo? Appare come una forma di autoerotismo spirituale". "La reincarnazione? Una crudeltà infernale". Parole come pietre contro i fans di casa nostra del buddismo e dei movimenti religiosi orientali. Le lancia, in una intervista al settimanale francese L'Express, il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, custode dell'ortodossia cattolica. Parole ferme, a tratti dure, che suonano come inequivocabile altolà per chi simpatizza con le religioni del lontano oriente, a partire dal buddismo. Parole fatalmente polemiche, alle quali rispondono con altrettanta fermezza i diretti interessati, l'Unione Buddista Italiana che con la segretaria Mariangela Falà preferisce immaginare che "il cardinale evidendentemente non ci conosce bene". Mentre Giacomella Orofino, docente di letteratura tibetana all'Orientale di Napoli, parla di "apprezzamenti assurdi, al limite dell'intolleranza". Nell'intervista, il cardinale critica anche i seguaci di movimenti religiosi "ecce
ssivamente politicizzati" come la Teologia della liberazione o gli adepti dello scomunicato Marcel Lefebvre, il vescovo francese ultratradizionalista scomparso il 25 marzo 1991. Ma è verso la crescita occidentale del buddismo che il porporato si mostra più preoccupato. Timore che traspare fin dalle prime battute, là dove Ratzinger assicura che la prima preoccupazione, presente e futura, del papato è sempre l'unità dei cattolici. Preoccupazione che non viene meno nemmeno davanti alla convinzione espressa da Ratzinger di tener vivo il dialogo con le altre religioni. Si dialoghi pure con le altre fedi, ma, avverte il cardinale, senza confusione e senza rinunziare alla propria identità. Chiaro il riferimento a movimenti giovani tipo New Age (la "religione" d'oltre America tanto invisa dalla Chiesa cattolica) o a fedi legate alle tradizioni orientali. Che pensa, chiede L'Express, dei tanti cattolici che credono nella reincarnazione?: "La reincarnazione - risponde Ratzinger - ha un senso nell'induismo, è un cammin
o di purificazione. Fuori da tale contesto, la reincarnazione è moralmente crudele, perchè questo eterno ritorno alla vita terrestre somiglia ad un ciclo infernale". Crede, altra domanda, che quei cattolici che dialogano col buddismo possano perdere l'anima? Il cardinale prima ricorda che negli anni'50 si diceva che la sfida che attende la Chiesa nel 2000 "non sarà il marxismo, ma il buddismo", poi avverte: "Se il buddismo seduce è perchè sembra una possibilità di toccare l'infinito, la felicità, senza avere obbligazioni religiose concrete. Un autoerotismo spirituale, in qualche modo". "Giusto non perdere la propria identità nel dialogo interreligioso, per il resto - risponde la professoressa Giacomella Orofino - sono perlessa e sconcertata. Ma come si fa a dire che la reincarnazione appartiene solo all'induismo? La reincarcazione da sempre è patrimonio buddista perchè è una antica idea panaindiana, cioè la stessa area del buddismo. Parlare di "autoerotismo spirituale" significa poi essere disinformati e pro
vinciali: nessuno può negare il ricco patrimonio di regole morali, di obbedienza, di rigidità ascetica a cui i monaci buddisti fanno costantemente riferimento. Fin dal 1200 un esploratore occidentale, Guglielmo di Rubruick definiva i monaci del Tibet "persone sante, molto più dei nostri santi"". Non è comunque la prima volta che tra cattolici e buddisti spira aria di crisi. Prima di Ratzinger, fu addirittura papa Wojtyla ad essere causa di polemiche perchè nel suo libro-intervista Varcare la soglia della speranza pubblicato nel '94 aveva sostenuto che il buddismo era "negativo" e "indifferente verso il mondo". Contro il best-seller, stampato alla vigilia di un delicato viaggio in estremo Oriente, si sollevarono le comunit&agr ave buddiste dello Sry Langa, tanto che Giovanni Paolo II fu costretto a chiedere scusa per non compromettere l'esito della visita. Difficile immaginare che questa volta Ratzinger faccia altrettanto.
"Ma come si fa a essere così intolleranti"? Parla la Falà, dell'Unione buddisti italiani
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ROMA (o.l.r.) - "Ma come si fa a parlare in termini così intolleranti di una antichissima religione come il buddismo e, nello stesso tempo, invocare il dialogo interreligioso". Mariangela Falà, segretaria dell'Ubi, Unione buddista italiana, è rammaricata e perplessa per le critiche fatte alla sua religione dal cardinal Ratzinger nell'intervista all'Express. Ratzinger paragona il buddismo all'"autoerotismo spirituale". L'Ubi cosa risponde? "Detta così, a caldo, è una espressione che mi lascia sconcertata, non ho parole. Per ora preferisco sperare che si tratti solo di una parziale anticipazione dell'Ansa. Perchè, magari, leggendo tutta l'intervista, vien fuori un ragionamento più completo e diverso". Perchè lo spera? "Ma perchè io, come tutti i buddisti, credo fermamente nel dialogo interreligioso. Ma questo dialogo va fatto con il rispetto reciproco e come dice proprio Ratzinger, senza perdere la propria identità. Se invece in quella intervista ci sono proprio quegli apprezzamenti, temo prima di tutto per il
dialogo interreligioso. Basti pensare che il prossimo congresso dei buddisti italiani in programma a fine maggio si intitola "Buddismo e cristianesimo in dialogo di fronte alle sfide della scienza". Ma come si fa a dialogare di fronte a simili cadute di stile e di conoscenza?". Forse il cardinale più che col buddismo, ce l'ha con quanti, specialmente in occidente, con troppa superficialità si avvicinano a questa religione, senza conoscerla a fondo. "Certo, la superficialità è sempre deprecabile. Ma come si fa a tranciare simili giudizi su una religione come il buddismo seguita da milioni di persone e che ha una storia plurimillenaria? Se poi in occidente crescono quelli che si sentono attratti dal buddismo vuol dire che, evidentemente, trovano in questa religione qualcosa che in altre fedi non hanno trovato". E cosa hanno trovato? "Una fede, una pratica di vita improntata sul rispetto reciproco, sull'accoglienza dell' altro e sulla tolleranza, sì, proprio quella tolleranza che non traspare dalle dichiarazio
ni del cardinale Ratzinger. Sempre se L'Express scrive il vero".