Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale transnazionale per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina.
"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".
Tenzin GYATSO, XIV.mo Dalai Lama, 1992
Numero 57 del 1 maggio 1997
Redazione: Massimo Lensi, Dorottya u. 3.III.em 6. - 1051 Budapest (H) - Tel. +36-1-266.34.86 - 266.09.35 - Fax. 11.87.937 - e-mail M.Lensi@agora.stm.it - WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it
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Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese e croato.
SATYAGRAHA 1998 PER LA LIBERTA' DEL TIBET OCCUPATO
APPELLO PER RADIO "VOICE OF TIBET"
Prosegue il lavoro di preparazione del Satyagraha per la libertà del Tibet occupato. In questi giorni il Partito Radicale ha reso pubblico un appello per la salvezza di Radio "Voice of Tibet", sottoscritto da numerosi Tibet Support Group. Sul fronte dell'apertura dei negoziati sino-tibetani continua la raccolta di firme sull'appello al Segretario Generale delle NU perché riceva il Dalai Lama. Sono state superate le 1.400 firme da parlamentari di tutto il mondo.
Il 29 aprile il Senato italiano ha approvato un documento sulla situazione in Tibet che non esitiamo a definire "revisionista": verità storiche vengono, seppur con grande astuzia, modificate, molti dati falsificati, le profonde motivazioni della lotta del popolo tibetano cancellate. In "Seconda Pagina" pubblichiamo sia il testo approvato dal Senato che le nostre osservazioni in merito. Ragioni, queste, per rafforzare la nostra vigilanza e, soprattutto, il nostro lavoro di organizzazione del Satyagraha per la libertà del Tibet, di un movimento, nonviolento e mondiale, sempre più necessario per il successo di questa nostra comune lotta.
Per questo motivo, apriremo sin dal prossimo numero di "Libertà per il Tibet - Democrazia per la Cina Fax" un dibattito sul Satyagraha 1998. E' nostro desiderio che diventi un luogo di discussione e di riflessione sulle prospettive, sul lavoro pratico di preparazione, sulle iniziative nonviolente preparatorie, sulla strategia complessiva del Satyagraha.
Grazie e buon lavoro.
IL PARTITO RADICALE PROMUOVE UN APPELLO PERCHE' RADIO "VOICE OF TIBET" SIA SOSTENUTA ECONOMICAMENTE E POLITICAMENTE DALL'UNIONE EUROPEA. LE PRIME ADESIONI ALL'APPELLO.
A poche settimane dalla conclusione della II. Manifestazione europea di Ginevra, il Partito Radicale rafforza le proprie iniziative in vista del Satyagraha mondiale del 1998 per la libertà del Tibet occupato. Per concepire il movimento mondiale nonviolento per la libertà del Tibet occorrono strumenti di collegamento, di informazione con la popolazione tibetana sotto occupazione cinese e la radio "Voice of Tibet" costituisce di già per i tibetani dell'esilio e per quelli residenti in Tibet la voce della speranza e della libertà.
Voice of Tibet trasmette ogni giorno 30 minuti in tibetano sull'intero territorio del Tetto del Mondo cosi come in India e Nepal, un'informazione libera. Anche per aiutare chi, nelle istituzioni europee, deve decidere se sostenere questa impresa di libertà, Il PR ha raccolto sul testo di un appello le adesioni di 41 esponenti dei Tibet Support Group del mondo.
* Testo dell'appello
APPELLO PERCHE VIVA E SI SVILUPPI "VOICE OF TIBET"
Da oltre 6 mesi "Voice of Tibet" costituisce per i Tibetani dell'esilio e, soprattutto per i Tibetani residenti nel Tibet occupato, la voce della speranza, la voce della libertà.
All'interno del regime totalitario di Pechino, fondato sulla violenza e sulla censura, i 15 minuti quotidiani di programma di Radio "Voice of Tibet" costituiscono anche per il Tibet occupato l'unico legame con il Dalai Lama ed il governo tibetano in esilio, con il mondo libero e con quanti sono accanto al popolo tibetano nella sua lotta per la libertà.
Come confermato da molte testimonianze giunte da numerose parti del Tibet, i programmi di Voice of Tibet sono arrivati indisturbati per il 95 % nel Tibet nel corso di tutti questi mesi di trasmissioni.
Pero' Voice of Tibet costa, costa molto. Ha bisogno dell'aiuto di tutti, organizzazioni e cittadini, per continuare i suoi programmo, per svilupparli, per diventare nel 1998 lo strumento di collegamento tra il Tibet ed il mondo libero quando decine di migliaia di persone si uniranno in una grande iniziativa nonviolenta e gandhiana, nel Satyagraha mondiale per la libertà del Tibet.
Per queste ragioni rivolgiamo quest'appello ai cittadini, alle associazioni, alle organizzazioni internazionali e, in primo luogo, all'Unione europea, perché sostengano da subito, politicamente e finanziariamente, questa voce del Tibet libero.
Nome e Cognome Organizzazione Paese
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* Elenco delle prime adesioni (41)
- Madeleine AXELL, Presidente di "The Swedish Tibet Committee" (Stoccolma, Svezia);
- Michael BACHMANN, Presidente e Direttore responsabile del "Committee of 100 for Tibet" (Palo Alto CA, USA);
- Agata BAREJA a nome di "Polskie Stowarzyszenie Przyjaciol Tybetu" (Varsavia, Polonia);
- François BRUXEILLE, Presidente del "Comité de Sauvegarde du Peuple Tibétain et de sa Culture (Tibet-Liberté-Solidarité)" (Marsiglia, Francia);
- Christophe BUTHION, a nome de "Verts Haute-Garonne" (Francia);
-Lenka CABALOVA, Presidente de "SOS Tibet" (Praga, Repubblica Ceca);
- Michèle DEPRIS, Presidente di "Convergence Tibet-Laogaï" (Tolosa, Francia);
- Monika DEIMAN-CLEMENS, a nome de "Tibet Forum" (Germania);
- Suzana DEWA, a nome del Tibet Support Group (Ljubljana, Slovenia);
- Lobsang GANGSHONTSANG, Presidente della "Swiss Tibetan Friendship Association" (Zurigo, Svizzera);
- Larry GERSTEIN, Direttore di "International Tibet Independence Movement" (Fishers IN, USA);
- Katrin GOLDSTEIN, a nome della "Foundation 10 March" (Stoccolma, Svezia);
- Dan HAIG, a nome del "Tibet Online Resource Gathering" (USA);
- Tibor HENDREY, Presidente de "Tibetet Segito Tarsasag" (Budapest, Ungheria);
- Michel HENRY, a nome del "C.I.D.E.S." (Tolosa, Francia); Gauthier JACQUELIN, Presidente de "Lions des Neiges" (Lione, Francia);
- Stewart JOHNSON, Presidente de "Australia Tibet Council" (Potts Point, Australia);
- Tsering Youden JAMPA, Presidente del Tibet Support Group (The Netherlands);
- Thuten KESANG, Presidente di "Friends of Tibet" (Aukland, Nuova Zelanda);
- Hugo KLINGLER, Presidente de "Syamatara - Oesterreichische Tibethilfe" (Mils, Austria);
- Monika KOEK, Presidente de "Save Tibet" (Vienna, Austria);
- Antonina KOOKUEVA, Presidente de "Kalmyk Friends of Tibet Society" (Elista, Russia);
- Margarira KOZHEVNIKOVA, Segretario di "Friends of Tibet" (St. Pietroburgo, Russia);
- Adam KOZIEL, a nome di "Desk for Tibet in Helsinki Foundation, Poland" (Varsavia, Polonia);
- Claude LEVENSON, Presidente del "C.S.P.T."(Ginevra, Svizzera);
- Guy LIEBERMAN, Direttore esecutivo de "Dewachen Tibetan Cultural Centre" (Northlands, Sud Africa);
- Eva LINDHOLM, Presidente della "Tibet Association" (Stoccolma, Svezia);
- Francis LONGAVESNE, Presidente de "France-Tibet/ Nord-Pas-de-Calais" (Francia);
- Batr MANGAEV, Presidente di "Dharma Center" (Elista, Russia);
- Olivier MORES, Presidente di "Les Amis du Tibet" (Lussemburgo);
- Thomas NAGANT, Presidente di "Les Amis du Tibet" (Bruxelles, Belgio);
- Tsewang NORBU, a nome della "Associazione dei Tibetani in Germania" (Germania);
- Marcelle ROUX, Presidente di "France-Tibet" (Parigi, Francia);
- Branka SIMUNOVIC, Presidente di "Hrvatska Udruga za podrsku Tibetu" (Zagabria, Croazia);
- Tonci SITIN, Presidente di "Udruga za potporu Tibetu" (Split, Croazia);
- Diana TAKATA, Coordinatore de "Students for a Free Tibet" (USA);
- TELO Tulku Rinpoche, Presidente di "Kalmyk Association of Buddhists" (Elista, Russia);
- Andrej TERENTJEV, Presidente di "Friends of Tibet" (San Pietroburgo, Russia);
- Kunchok TSUNDUE, Presidente della "Comunità Tibetana in Germania" (Germania);
- Piero VERNI, Presidente di "Italia-Tibet" (Milano, Italia);
- Georgi ZHELIASKOV, Presidente della "Bulgarian Tibetan Friendship Association" (Sofia, Bulgaria).
Le adesioni all'appello si possono spedire al seguente numero di fax 32-2-230.36.70; oppure via e-mail a pr.bruxelles@agora.stm.it
TIBET CINA TELEX
AUSTRALIA/APPELLO AL SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE: 1.457 FIRME.
La campagna per la raccolta di firme di parlamentari sull'appello perché il Segretario Generale delle NU incontri il Dalai Lama ha raggiunto anche il parlamento australiano. Grazie al rappresentante del Dalai Lama a Canberra, Chime R. Choekyapa, altri 25 parlamentari australiani hanni siglato l'appello. Il totale sale cosi' a 1.457 firme.
REPRESSIONI NEL TURCHESTAN ORIENTALE
Numerosi fonti di informazione hanno riportato notizie sull'aggravarsi della situazione nel Turchestan orientale. Tre esponenti della resistenza uigura sono stati giustiziati col solito metodo del "colpo di pistola alla nuca". Altre 27 persone sono state condannate a gravi pene detentive con l'imputazione di aver preso parte a manifestazioni indipendiste ed anticinesi. Il Turchestan orientale (Xinjiang) è stato annesso da Pechino alla fine degli anni '40.
BONN/SEMINARIO UNPO/NONVIOLENZA
Il 19 e 20 aprile si è svolto a Bonn un seminario sulla nonviolenza organizzato dalla UNPO (Organizzazione dei popoli e delle nazioni non rappresentate) e dalla Fondazione Heinrich Boll. Al seminario, preparatorio di un convegno che si terrà a Tallin in Estonia nel prossimo luglio, hanno partecipato tra gli altri la deputatessa verde tedesca Angelika Koester-Lossak, Steve Withing e Helen Stevens del "Quaker Peace and service", Erkin Alptekin del Turchestan orientale, Edita Tahiri della Lega Democratica del Kossovo, Jampa Tsering del Tibet, Massimo Lensi e Tiziana Falletti del Partito Radicale. I lavori sono stati conclusi da Michael van Walt van Praag, segretario generale UNPO, con l'individuazione delle linee guida del Convegno di Tallin. Da parte di quasi tutti gli intervenuti è stata sottolineata la necessità di individuare nei prossimi mesi delle concrete iniziative nonviolente per il rispetto dei diritti dell'uomo.
ITALIA/PR/WALK AROUND PER LA LIBERTA' DEL TIBET
Il 28 aprile una trentina di militanti del PR hanno organizzato un Walk-Around attorno al Senato, in occasione del voto sui vari ordini del giorno depositati sulla situazione in Tibet, per cercare di non far passare in silenzio il dibattito parlamentare sulla grave situazione nel Tetto del Mondo. Il Walk-Around è durato, per circa 18 ore, fino al voto conclusivo sull'odg.
ITALIA/MOZIONE PER WEI
Il Consiglio Comunale di Savona (Liguria) ha approvato un ordine del giorno di sostegno alla candidatura a Premio Nobel per la Pace 1997 del dissidente cinese Wei Jinghsheng. Salgono cosi' a 5 i consigli comunali italiani che hanno approvato un documento a sostegno di Wei.
WASHINGTON/III.CONFERENZA WPCT
Nei prossimi numeri del bollettino analizzeremo i risultati dei lavori della III. Conferenza della WPCT che si sono svolti la settimana scorsa a Washington.
SECONDA PAGINA
Pubblichiamo il testo dell'ordine del giorno del Senato italiano sulla situazione in Tibet ed il comunicato stampa diramato dal Partito Radicale a seguito del voto.
COMUNICATO STAMPA/ORDINE DEL GIORNO SULLA SITUAZIONE IN TIBET DEL SENATO ITALIANO: UN CAPOLAVORO DI REVISIONISMO STORICO.
Roma, 29 aprile 1997. Il testo dell'ordine del giorno sul Tibet, approvato oggi dal Senato italiano, va posto a confronto con le numerose e puntuali risoluzioni approvate dal Parlamento europeo. E anche con quelle approvate nei mesi scorsi dal Bundestag tedesco, come dalla Camera belga o dal Parlamento lussemburghese.
Questa mattina, nell'Aula del Senato, si sono udite anche alcune argomentazioni basate su non verità e analisi della condotta italiana sulla questione tibetana e cinese che non rispondono al vero. Nei prossimi giorni sarà nostra cura raccogliere e tradurre la documentazione su tutta la vicenda, compresa quella relativa alla Commissione Diritti Umani di Ginevra, onde possa essere agevolmente consultata da tutti i partiti politici e dalla stampa italiana nonché dalle autorità tibetane. Autorità tibetane che, lo ricordiamo, sono state ufficialmente ricevute nei mesi e negli anni scorsi da Presidenti della Repubblica, del Consiglio e del Parlamento.
QUALCHE ANNOTAZIONE SUL MERITO:
- il Tibet è stato invaso dalle truppe di Pechino nel 1949-50, e nel 1959 la popolazione di Lasha si ribellò, e fu sanguinosamente repressa:
- Il Tibet è un paese invaso, secondo il diritto internazionale (vedere le risoluzioni dell'ONU);
- Il Dalai Lama e il Governo tibetano in esilio chiedono autonomia, e non indipendenza. Parlare di volontà separatiste minacciose è quindi ASSOLUTAMENTE FALSO. Nemmeno è corretto omettere che le reiterate richieste tibetane di dialogo e negoziato con Pechino vengono costantemente ignorate e derise;
- le parole "omogeneizzazione" e invio di "rappresentanti governativi" non hanno niente a che vedere con una politica cinese fondata su aborti e sterilizzazioni forzati di massa, e sul trasferimento di milioni di coloni che hanno già ridotto il popolo tibetano, attraverso una vera e propria politica di pulizia etnica per diluzione, ad essere minoranza nel proprio paese.
- significativo è l'impegno a "rappresentare l'auspicio" ...
- il Tibet è utilizzato quale deposito di scorie radioattive;
- positivo è l'impegno ad operare in tal senso nelle sedi internazionali, e precisamente nella Commissione Diritti Umani dell'ONU, che suona quasi come dura autocritica per la condotta seguita dal governo italiano a Ginevra fino a 11 giorni fa.
ORDINE DEL GIORNO APPROVATO DAL SENATO ITALIANO
Il Senato,
tenuto conto:
che la popolazione tibetana ha conservato nella storia una propria identità etnica e culturale, ed una visione religiosa maggioritaria (accanto ad una espressione minoritaria rappresentata ancor oggi dalla religione Bon) che ha fatto del buddhismo lamaista un'esperienza originale rispetto al piu' generale credo buddhista che, insieme a Taoismo e Confucianesimo, ha impregnato la società e la cultura cinesi;
che, proprio in forza di questi suoi caratteri originali, il Tibet ha sempre goduto di un'ampia autonomia politica ed amministrativa, sia in seno all'impero cinese, sotto la dinastia Quing, che come patria di una delle cinque maggiori etnie (simboleggiate dai cinque colori della allora bandiera nazionale) su cui si fondava politicamente la prima repubblica cinese;
che gli imperativi del processo di modernizzazione in atto in tutta la Cina possono portare in Tibet, insieme agli innegabili benefici economici e sociali, anche a negative ripercussioni su un ambiente naturale e su stili di vita che rappresentano il cuore della identità culturale e religiosa tibetana;
che la lacerazione storica rappresentata dalla rivolta tibetana del 1959 non è stata superata, come le ricorrenti turbolenze della regione e le attività separatiste all'interno e all'estero dimostrano, rendendo piu' che mai necessaria la ripresa di un dialogo costruttivo tra il Dalai lama ed il Governo cinese;
che, piu' in generale, le autorità di Pechino hanno condotto una forte politica di omogeneizzazione su tutto il territorio anche attraverso un massiccio invio di rappresentanti governativi,
impegna il Governo:
a farsi interprete presso il Governo cinese, anche nel quadro del dialogo bilaterale sui diritti umani, delle preoccupazioni che anche il popolo italiano nutre circa i rischi di una progressiva perdita di identità che il Tibet corre concretamente in assenza di misure che garantiscano effettivamente quell'autonomia di cui dovrebbe già godere;
a sollecitare il Governo cinese a garantire, nell'interesse stesso della stabilità e del progresso civile del Tibet, il rispetto dei diritti fondamentali della persona e delle locali collettività, esprimendo la disponibilità del Governo italiano a collaborare con le autorità cinesi per lo sviluppo del sistema giudiziario e piu' in generale delle fonti del diritto della Repubblica Popolare Cinese;
a sollecitare, in ogni utile occasione, il Governo cinese a riprendere il dialogo con il Dalai Lama di cui appoggia l'impegno, per avviare un costruttivo processo che porti ad una pacifica composizione delle attuali profonde divergenze, ripristinando la libertà culturale e religiosa del popolo tibetano, nonché la sua autonomia e il rispetto dei suoi esponenti;
a rappresentare al Governo cinese, nelle sedi opportune e nelle occasioni che si presenteranno, il vivo auspicio del Governo italiano per il pieno rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo nel Tibet con particolare riferimento al bambino Gedun Chochey Nijma, alla sua famiglia a tutti coloro che, per motivi politici e religiosi ne sono stati privati;
ad operare in tal senso in tutte le sedi internazionali competenti, a cominciare dalla prossima commissione diritti dell'uomo delle Nazioni Unite.