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Partito Radicale Roma - 1 maggio 1997
LA CINA FA LA GUERRA A CANNES

Corriere della Sera, giovedì 1 maggio, prima pagina degli spettacoli.

di Giuseppina Manin

IL CASO. Le autorità di Pechino bloccano "Keep Cool" dell'autore di "Lanterne rosse": troppo attuale. Dopo il ritiro del passaporto al regista Zhang Yuan, proibito il film di Zhang Yimou.

E' ormai guerra aperta tra Cina e Festival di Cannes. A colpi di censura Pechino taglia i ponti tra i suoi registi più prestigiosi e la più scintillante vetrina del cinema mondiale. Nell'aria da giorni, ieri la conferma che l'attesissimo "Jeep cool" di Zhang Yimou, il regista di "Lanterne rosse" e "Jou Dou", non è più nel cartellone del concorso. Sparito, proibito dalle autorità cinesi che, senza troppe spiegazioni, hanno fatto sapere che su quelle spiagge è meglio non andare. Perché l'aria che vi tira non è salubre per le ferree concezioni culturalartistiche di quel Paese. Così, dopo il secco "no" che aveva già escluso la presenza di Yimou alla rassegna, ecco negata anche la proiezione dello stesso film.

Le ragioni di questo secondo divieto sarebbero da ricercare nel fermo atteggiamento sfoderato da Gilles Jacob, direttore del Festival, che a Parigi, durante la presentazione ufficiale del programma, alla domanda di un giornalista: che succederà se Yimou non verrà, rispose: "Faremo come l'altra volta: metteremo una simbolica sedia vuota al suo posto durante la conferenza stampa". Già, perché c'è sempre un'altra volta. Sempre a Cannes, nel '94, quando in gara c'era il bellissimo "Vivere!", Zhang non si presentò. E all'incantevole Gong Li, interprete del film e, ai tempi, ancora sua compagnaa di vita non restò che leggere tra le lacrime lo scarno messaggio inviato dal regista: "Mi spiace, non posso essere tra voi, ma ringrazio Jacob e tutti quelli che vedranno il film".

Adesso la storia si ripete. Con la prevedibile coincidenza che sia "Vivere!" che questo nuovo "Keep cool" (titolo che suola involontariamente ironico visto che più o meno vuol dire "Parliamone con calma") sono film scomodi, da bocciare,perché quella che mostrano non è la Cina del passato, ma la Cina d'oggi. Di "Keep cool" si sa già che è una commedia graffiante ma non edificante, i cui protagonisti non sono cittadini esmplari ma bulli di quartiere, prostitute e mafiosi. Interpretato da Jiang Wen, nella parte di un bellimbusto un po' balbuziente, il film ha riscosso gran successo fra il pubblico in una proiezione semiprivata a Pechino, ma non è stato apprezzato dalle autorità, che, per concedergli il visto di distribuzione in Cina, hanno costretto Zhang a molti tagli e a modificare il finale.

Ma non è bastato. Anche così la pellicola non arriverà a Cannes, colpevole oltretutto di aver messo in lista, pur se nel collaterale Un certain régard, un altro film "sconveniente": "East Palace, West Palace", storia di gay cinesi raccontata da Zhang Yuan, regista indipendente, dda tempo sulla "lista nera" perché "colpevole" di realizzare pellicole "illegali", non passate alle forche caudine della censura. Con il risultato che il film, coprodotto con la Francia, si vedrà, ma il regista no. Trattenuto in patria, privato del passaporto, Zhang Yuan pare si trovi addirittura agli arresti domiciliari.

Va un po' meglio all'altro Zhang, il più celebre Yimou, che tra pochi giorni sarà a Firenze per mettere in scena "Turandot" diretta da Zubin Mehta. E che prudentemente non rilascia dichiarazioni. Se farà il bravo, il suo "Keep cool" a settembre sarà alla Mostra di Venezia. Sempre che al Lido non si affacci qualche altro cinese poco ortodosso

 
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