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Conferenza Tibet
Partito Radicale Roma - 5 maggio 1997
Tibet e Cina: due mondi distinti
L'autonomia e la sovranità. Un problema politico, non giuridico

Da "Il Giornale Giovani" aprile 1997 pag.3

Di Aldo Brancacci

Il 10 marzo 1997 si sono aperti a Ginevra i lavori della Commissione Diritti umani dell'ONU, il cui principale obbiettivo S approvare una mozione di condanna nei confronti della Repubblica popolare cinese per le sistematiche violazioni dei diritti umani e per la violenza politica di repressione religiosa che da oltre 40 anni essa attua in Tibet e sullo steso suolo cinese. Vale la pena ricordare che nel 1949 l' Esercito di liberazione cinese occupò il Tibet dando contemporaneamente inizio a una politica di repressione che comportò la strage di persone inermi, la distruzione degli edifici religiosi, l'imprigionamento e l'uccisione dei lama, e il cui bilancio complessivo è indicato da un'agghiacciante cifra di un milione e 200mila tibetani fino a oggi morti. Pochi sanno però che la repubblica popolare cinese non rivendicò diritti sul Tibet in seguito all'occupazione armata del 1950, ma in base alla teoria , singolarissima dal punto di vista storico e giuridico, per la quale il Toibet sarebbe divenuto parte i

ntegrante della Cina già sette secoli fa.

Al di sotto di questa tesi c'è una falsificazione, o meglio un tentativo di falsificazione storica, storiografica, che è stata smontata pezzo per pezzo da Michael C. van Walt van Praag, storico del diritto e docente al Monterey Institute of International Studies, il quale ha ribadito come il Tibet sia stato sovrano e indipendente, ad eccezione di due brevi periodi nel XIII e nel XVIII secolo, in cui cadde sotto l'influenza mongola poi cinese.

Ma come può la Repubblica popolare cinese, fiera oppositrice di ogni forma di "imperialismo" e "colonialismo", fondare le sue rivendicazioni sul Tibet sui diritti che le verrebbero da una presunta contiguità con l'impero mongolo e con l'impero Manciù.? In termini di diritto internazionale, peraltro, è certo che, qualunque legame sia esistito tra il Dalai Lama e gli imperatori cinesi della dinastia Qing, esso si S estinto con la caduta dell'impero cinese. Ed è bene ricordare che dal 1911 fino al 1950 il Tibet ha mantenuto una totale indipendenza, intrattenendo relazioni diplomatiche con vari stati stranieri, restando neutrale, malgrado le pressioni degli USA, durante il secondo conflitto mondiale, godendo di uno status internazionale non diverso poniamo da quello del Nepal. Il Tibet costituisce in realtà una entità unitaria sia dal punto di vista geografico ed etnico sia da quello storico, religioso culturale. L'altipiano tibetano, situato al centro del continente asiatico, è limitato a sud dall'Himalaya, ad

ovest dal Karakorum, a nord e a est da una serie di catene montuose che lo separano dal Sinkiang e dalla Cina. E' abitato da una popolazione di razza gialla che si distingue nettamente da quella cinese per la corporatura alta e massiccia, il carattere gioviale e aperto, la spiccata tendenza all'umorismo (nota unica tra gli asiatici), l'abitudine ai viaggi e alla vita nei grandi spazi aperti, in una natura eccezionale per le sua caratteristiche fisiche. I tibetani parlano una lingua di ceppo non mongolico, che si avvicina a quella birmana (con la quale fa gruppo secondo i glottologi) e non ha somiglianze n, con le lingue cinesi e turche, n, con quelle ariane parlate in India; a differenza dei cinesi, usano una scrittura di tipo alfabetico, e derivano la loro cultura in parte dall'India , in parte, attraverso l'Asia centrale, dalla Persia e dalla Grecia; hanno sviluppato dall'antico fondo della r4eligione bon, una forma di buddismo autonoma, detta lamaistica, fondata su una particolarissima interpretazione de

lla vita e del mondo. Anche la vita civile e laica presenta caratteri propri : basti pensare alla libertà dei rapporti sessuali, considerati di scarsa importanza e quindi non gravati dal peso di eccessive ipoteche; o al ruolo pienamente emancipato della donna , che gode di libertà economica, controlla il bilancio familiare, eredita la proprietà in mancanza di figli maschi. Il Tibet era , prima dell'invasione cinese, una teocrazia retta dalla gerarchia lamaica. Nel 1963, dall'esilio, il Dalai Lama ha promulgato una costituzione democratica per il suo popolo. La Repubblica Popolare cinese, negando diritti civili fondamentali a uomini e donne del Tibet, minaccia oggi di estinguerne la cultura. C'è tutto un senso, dietro ciascuno di questi eventi, su cui S necessario riflettere.

 
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