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Conferenza Tibet
Partito Radicale Budapest - 3 luglio 1997
LIBERTA' PER IL TIBET/DEMOCRAZIA PER LA CINA-FAX N.60

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale transnazionale per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina.

"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".

Tenzin GYATSO, XIV.mo Dalai Lama, 1992

Numero 60 del 2 luglio 1997

HONG KONG TORNA ALLA CINA: CONTINUA IL DIBATTITO SUL SATYAGRAHA PER IL TIBET OCCUPATO

Chiudiamo questo numero del bollettino solo un giorno dopo il cambio-bandiera ad Hong Kong. Non ci soffermeremo su questo importante evento politico, lasciato per ora ai fatti ed ai numerosi commenti degli osservatori internazionali, ma ci preme solo sottolineare come la più grossa contraddizione cinese sia oggi al riscontro della storia e come invece si faccia di tutto per dimenticare le vere grandi tragedie che sul territorio "cinese" incombono, provocando stragi, epurazioni, arresti, distruzioni etniche. In Tibet, nel Turchestan orientale, in Mongolia interna, nei laogai ovunque in Cina. A tutto cio' occorre dare una risposta immediata, di forza, di chiarezza politica da parte dei nostri governi e sta a noi "invitarli" alla lotta democratica e nonviolenta, se necessaria, con tutti i mezzi a disposizione.

In questo numero diamo invece ampio spazio al Rapporto McMillan-Scott, approvato dal Parlamento europeo, sulle relazioni tra l'Unione europea e la Cina ed al dibattito sul Satyagraha che sta sempre di più interessando, sollevando anche problemi e preoccupazioni e delineando strategie ed alleanze. In questo numero ospitiamo gli interventi di Klemens Ludwig, presidente del "Tibet Initiative Deutschland" tedesco e di Michael Alexander del "Tibet Information Service".

A tutti buona lettura e buon lavoro

PE/CINA/RAPPORTO McMILLAN-SCOTT

Il Parlamento europeo ha approvato durante la sua ultima sessione plenaria un importante rapporto su "un orientamento a lungo termine per le relazioni Cina-Europa" (Rapporto McMillan-Scott). Molte le reazioni a seguito del voto; in primo luogo quelle, al limite degli insulti, dell'ambasciata cinese presso le istituzioni europee e del "Quotidiano del Popolo" di Pechino. Il documento approvato stabilisce un approccio sostanzialmente nuovo delle relazioni tra la Cina e l'Unione europea basato sul principio degli "scambi regolari non solo commerciali ma anche politici". Su iniziativa del deputato Olivier Dupuis (gruppo ARE) sono stati recepiti diversi emendamenti su vari punti del rapporto, in particolare sulle questioni della Mongolia interna, del Turchestan orientale, di Taiwan, del Tibet e su Wei Jingsheng e sulla situazione dei dissidenti. Il documento invita la Cina ad abolire la pena di morte, a consentire al Premio Sacharov Wei Jingsheng di essere ricevuto dal Parlamento europeo, a istituire una commissio

ne di revisione indipendente incaricata di valutare i casi di 2.700 persone condannate ai sensi delle leggi sulla "controrivoluzione", a consentire agli osservatori stranieri di accedere regolarmente in Tibet, Turchestan orientale ed in Mongolia interna. Il documento inoltre condanna l'occupazione del Tibet da parte della Cina e sollecita il governo cinese ad accettare la proposta del Dalai Lama che chiede l'apertura di negoziati sulla base dell'autonomia culturale e religiosa del popolo tibetano e del suo diritto all'autogoverno. Il rapporto invita inoltre la Commissione ad aprire un Ufficio di informazione a Taipei, come richiesto da varie risoluzioni, e deplora vivamente che il Consiglio e la Commissione non abbiano saputo difendere una posizione comune sulla questione delle gravi violazioni dei diritti dell'uomo in Cina dinanzi alla Commissione per i diritti dell'uomo di Ginevra.

Pubblichiamo di seguito l'intervento del segretario del Pr e deputato europeo, Olivier Dupuis, durante il dibattito in aula ed il comunicato stampa dei deputati radicali sulle vive reazioni della Cina dopo il voto sul Rapporto McMillan-Scott.

* Intervento di Olivier Dupuis

(Strasburgo, 11 giugno 1997): "Signor Presidente, non siamo molti ma abbiamo il piacere di avere il Commissario (Sir Leon Brittan ndr) tra noi, ciò che credo essere molto importante. Non lo dico per la signora Moreau (comunista francese, ndr), ma penso che quando parliamo di diritti umani, parliamo di democrazia, e il nostro obiettivo è anche di fare in modo che non si imponga nel mondo un modello di sviluppo senza democrazia, una grande Singapore. Il nostro lavoro, in quanto Parlamento, è quindi quello di definire una politica che permetta di raggiungere al più presto l'instaurazione della democrazia in Cina. Questo rapporto rappresenta, credo, un primo passo importante in questa direzione. Questo ci permetterà altresì di tormentare il Commissario Brittan, ma ciò non risolve che una piccola parte del problema. Penso che tutti ricordiamo bene i gravi avvenimenti che sono intervenuti sia nella definizione di una politica europea estera comune, sia per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani in Cina. Abb

iamo tutti presente Ginevra e il disastro che vi ha conosciuto la politica dell'Unione. C'è stato in seguito il viaggio in Cina del Presidente della Repubblica francese, Chirac, che ci ha promesso dei cambiamenti che stiamo ancora aspettando e, la settimana scorsa, il viaggio del Presidente del Consiglio italiano (primo ministro), Prodi, che ci ha ripetuto a più riprese che sarebbe stato molto fermo e che avrebbe chiesto alla Cina precisi impegni sul rispetto dei diritti umani. Non abbiamo potuto registrare alcun risultato concreto di questo viaggio. Voglio quindi dire che quanto stiamo facendo qui è molto importante ma penso che dovremmo essere molto duri nei confronti del Consiglio europeo nei prossimi mesi, Consiglio che ha annunciato poco fa di stare a ridefinire la sua politica verso la Cina. Se questa politica sarà ridefinita sulla base del Rapporto McMillan-Scott, penso che si tratterrà di un primo passo nella buona direzione. Al contrario, se la definizione di questa politica è la conferma della poli

tica scelta da Chirac e da Prodi, credo che andremo dritti al disastro."

* Dichiarazione di Gianfranco Dell'Alba e Olivier Dupuis, deputati europei del gruppo dell'Alleanza Radicale europea.

(Bruxelles, 18 giugno 1997): "Le critiche cinesi alla presa di posizione del Parlamento europeo espressa in modo articolato nel rapporto Mc Millan-Scott sono inaccettabili e ci auguriamo che il Presidente del P.E. reagisca in modo adeguato e fermo respingendo al mittente gli insulti rivolti al PE che, tra l'altro, non ha fatto altro in questa occasione che ribadire le posizioni costantemente assunte in tema di democrazia e promozione dei diritti umani in Cina. Chi sperava che il PE si piegasse a quella realpolitik cinica e cieca che ha prevalso alla commissione dei diritti umani a Ginevra - dove alcuni paesi (Francia, Italia, Germania e Spagna) hanno ribaltato la politica fino ad allora perseguita dall'Unione - è stato ancora una volta sconfitto. A questo punto, di fronte agli insulti cinesi da un lato, e di fronte alle profonde divisioni del Consiglio, il Parlamento non puo' che riconfermare la sua linea politica nei confronti della Cina in generale e riguardo alla situazione ad Hong Kong in particolare e,

coerentemente, annullare la partecipazione di una sua delegazione alle cerimonie previste ad Hong Kong il 30 giugno prossimo che prevedono, tra l'altro, la presenza degli invitati internazionali all'apertura del nuovo ed illegittimo Consiglio Legislativo."

DIBATTITO SUL SATYAGRAHA (III.PARTE)

Continua il dibattito sul Satyagraha per la libertà del Tibet occupato. Dibattito, lo ricordiamo, aperto a tutti coloro che sono interessati a creare quel movimento mondiale per la libertà del Tibet. Ospitiamo in questo numero due interventi di riflessione, ma anche di risposta all'intervento introduttivo del Segretario del Partito Radicale, Olivier Dupuis (pubblicato nel Tibet Fax n.58). Chi volesse leggere la raccolta di tutti gli interventi sin oggi pubblicati puo' richiederla alla redazione.

SIAMO IN GRADO DI INIZIARE UN SATYAGRAHA NONVIOLENTO? (4)

di Klemens Ludwig (Presidente del "Tibet Initiative Deutschland", Germania)

Sono completamente d'accordo con Olivier Dupuis quando dice, "la lotta non violenta per la libertà per il Tibet non è ancora iniziata". Ma la questione per me è, se noi siamo veramente in grado di iniziare un Satyagraha nonviolento con tutte le sue conseguenze. Io non dico che non lo siamo, ma che richiede un grande sforzo da parte nostra. Tutte le "armi" nonviolente come digiuni, sit-in, raduni, marce, etc.... non sono abbastanza per un Satyagraha finché non sono realizzate direttamente in Tibet. Non è molto difficile fare cio' a Ginevra, Bruxelles, Parigi o Bonn, ed anche il numero dei partecipanti dovrebbe essere maggiore. Comunque la domanda decisiva è se vogliamo assumerci il rischio di queste attività nel Tibet occupato. E quali sarebbero le conseguenze per noi e per i tibetani?

Spesso facciamo riferimento a Mahatma Gandhi ed a Martin Luther King come esempi per la lotta nonviolenta. Dal mio punto di vista, l'esempio non è adatto. Entrambi hanno lottato in un sistema relativamente democratico, erano sostenuti almeno da una parte dei media e del pubblico dello stesso sistema contro il quale lottavano e questo sostegno è stato importante per il loro successo.

Possiamo prevedere un qualsiasi tipo di sostegno da parte dei cinesi o dai media cinesi nella lotta nonviolenta per la liberazione del Tibet? Ho paura di no. Non perché tutti i cinesi siano "anti-Tibet", ma perché il regime autoritario non dà spazi. Per esempio non sorprende il fatto che non ci sia mai stata una reale lotta nonviolenta contro Hitler o Stalin. Tali regimi totalitari non creano i presupposti per organizzare cio'. Rispetto al Tibet, il governo cinese reagirebbe più come Hitler e Stalin piuttosto che come il governo inglese o statunitense.

Cosa significa tutto cio' per la campagna nonviolenta del Satyagraha?

Se fosse sostenuto solo dai tibetani in esilio, potremmo continuare con le nostre attività. Facendo pressione sul governo cinese e sui nostri governi affinché la facciano sul governo cinese. Cio' ha degli effetti come dimostra la controversia all'interno della leadership cinese riguardo il Tibet. Cosa che dà una speranza per un cambiamento. Il Satyagraha è un concetto etico che prevede un impegno personale ed un rischio che vanno ben oltre rispetto a quelli che i tibetani in esilio ed i non-tibetani abbiano mai preso. Sarebbe azzardato dire che i tibetani sono intenzionati ad assumere questi rischi. Ma come rappresentante di un movimento di sostegno al Tibet che vive in un paese ricco e con comodità, posso dire che la strada da percorrere è ancora lunga prima di essere pronti a realizzare il Satyagraha. Non voglio essere troppo pessimista in quanto credo nella possibilità dei cambiamenti, ma non è utile vivere nel mondo delle illusioni. La mia idea è che noi dobbiamo imparare dai tibetani quando essi inizier

anno concretamente il Satyagraha ed ogni individuo che desideri prenderne parte sarà in grado di assumere tutti i rischi di essere arrestato e via dicendo, cio' sarà un grande successo ed una motivazione per gli altri che lo seguiranno. In questo senso, io credo nei piccoli passi e credo che non sarà mai troppo tardi per il Tibet fino a quando i tibetani non rinunceranno a loro stessi. (Traduzione dall'inglese)

IL SATYAGRAHA ANCHE CON I DISSIDENTI CINESI, GLI UIGURI ED I MONGOLI (5)

di Michael Alexander (Direttore del "Tibet Information Service", Germania e Malta)

Sono completamente d'accordo con Anders H. Anderssen (Tibet fax 59) sul fatto che i Tibetani debbano assumere il controllo di questa operazione. Tutti i contributi filosofici e ben intenzionati di persone non Tibetane sono, certamente, validi ma è l'approccio pratico che, alla fine, è veramente importante. Noi potremmo anche coordinare tutti gli sforzi con i dissidenti cinesi, con gli uiguri e i mongoli perché questi hanno gli stessi scopi. Noi potremmo sostenerli in una certa misura all'interno e al di fuori del Tibet ed in altre zone. Ma il principale compito pratico deve essere realizzato da loro stessi.

Essi dovrebbero sedersi insieme e mettere a punto dei piani concreti, ma sarebbe assurdo far conoscere questi piani attraverso il Tibet fax o altri mezzi di comunicazione, perché le autorità cinesi ne verrebbero a conoscenza immediatamente attraverso i loro canali e li neutralizzerebbero. Quindi, per tutto quello che riguarda il progetto pratico e le comunicazioni devono essere mantenute top-secret altrimenti il Satyagraha fallirebbe.

Questo si applica anche a qualsiasi consiglio che potrebbe essere richiesto ai sostenitori del Tibet. E quando dico esperti, io non intendo persone ben intenzionate ma esperti in operazioni clandestine, perché in questo consisterà la parte più importante del lavoro. C'è un altro aspetto da prendere in considerazione: la via nonviolenta che Gandhi intraprese per realizzare l'indipendenza indiana con migliaia di persone sdraiate sulle strade che bloccavano i trasporti hanno avuto successo con gli inglesi ma non lo avranno mai con i cinesi che non esiterebbero a passare sopra di loro con carri armati. Un ultima cosa: la nonviolenza è valida per le persone - dal mio punto di vista - ma non per gli scopi. (Traduzione dall'inglese)

Nota: gli articoli devono essere inviati via fax o preferibilmente via e-mail alla sede Pr di Bruxelles (fax: 32-2-284.91.98; e-mail: pr.bruxelles@agosra.stm.it), in inglese, francese o italiano. La lunghezza del testo inviato non deve essere superiore alle 40-50 righe.

TIBET CINA TELEX

UNA PIAZZA, UNA STRADA PER IL TIBET

In questi ultimi giorni anche i Sindaci di Gradisca d'Isonzo e Racale (Italia) e Grande Synthe (Francia) hanno aderito alla campagna. Sono quindi 24 le città al 2 luglio che hanno dedicato una strada od una piazza al Tibet libero.

CINA/WEI JINGSHENG PICCHIATO DA COMPAGNO DI CELLA

Il noto dissidente cinese Wei Jingsheng che sta scontando 15 anni di prigione nel carcere di Tangshan, Cina nordorientale, è stato violentemente picchiato da un compagno di cella. Il fatto è accaduto due settimane fa, ma l'organizzazione "Diritti umani in Cina" di New York lo ha riferito solo oggi precisando che Wei è rimasto gravemente ferito ed ha chiesto alla sua famiglia di intraprendere un'azione legale contro le autorità responsabili del carcere. (...) La famiglia di Wei ha parlato ancora una volta delle gravi condizioni di salute del dissidente che soffre di artrite, pressione alta e seri problemi allo stomaco, denunciando il fatto che le autorità carcerarie continuano a negare a Wei le cure mediche necessarie. Wei Shanshan, sorella del dissidente, ha accusato il governo di Pechino di aver confiscato un pacco da lei inviato a maggio alla sua famiglia dalla Germania. Nel pacco vi erano una copia del libro di Wei, una foto della nipote del dissidente, cento dollari e cento marchi: il pacco non è mai arr

ivato. (Pechino, 26 giugno - Adnkronos/Dpa)

RESOCONTO CONSUNTIVO DI SPESA DELLA MANIFESTAZIONE "GINEVRA 1997"

Seppur con molto ritardo, dovuto principalmente alla estenuante raccolta di tutti i documenti di spesa relativi, pubblichiamo il bilancio consuntivo della manifestazione "Libertà per il Tibet", svoltasi a Ginevra il 9-10 marzo di quest'anno. Ci scusiamo con tutti per il deprecabile ritardo. Il resoconto di spesa è in Franchi svizzeri (CHF) (ml).

* Entrate

Tibet Office (Ginevra, Svizzera)......3.000 CHF

Syamatara (Hilms, Austria)..............296 CHF

Save Tibet (Vienna, Austria)..........1.148 CHF

Les Amis du Tibet (Lussemburgo).........435 CHF

CSPT (Losanna, Ginevra, Svizzera).....4.400 CHF

Swiss Tib.Friendship (Zurigo, Svi.)...2.000 CHF

Tibet Initiative Basel (Svizzera).....1.500 CHF

Verein der Tibeter (Svizzera)...........860 CHF

Tibet Initiative De. (Germania).......2.100 CHF

Verein Tibeter Jugend (Svizzera)......1.264 CHF

Tibet Unterstuetzung (Liechtenstein)....500 CHF

Partito Radicale......................7.400 CHF

Paola Ragno.............................435 CHF

Alessandro Pacetti......................104 CHF

Donazioni ai tavoli manifestazione......530 CHF

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Totale...............................25.972 CHF

* Uscite

Spese postali............................54 CHF

Spese legali............................130 CHF

Alloggi (manifestanti)................1.913 CHF

Alloggio staff........................4.258 CHF

Acquisto fiaccole.....................2.086 CHF

Produzione adesivi "Ginevra 97".........350 CHF

Volantini.............................2.121 CHF

Allestimento podio....................3.400 CHF

Sicurezza per podio.....................955 CHF

Impianto elettrico per podio..........4.000 CHF

Spese telefoniche.....................1.708 CHF

Elettricità.............................564 CHF

Fotocopie...............................886 CHF

Cancelleria.............................265 CHF

Produzione Manifesti "Ginevra 97".....3.282 CHF

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Totale...............................25.972 CHF

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Redazione: Szechenyi Rkp.7.III.em 35 - 1054 Budapest (H) - Tel.e fax +36-1-111.62.17; e-mail pr.budapest@agora.stm.it - WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it

Distribuzione: Alberto Novi - rue Belliard 89 - Rem 508, 1047 Bruxelles (B); tel.+32-2-230.41.21, fax +32-2-230.36.70.

Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese e croato.

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