da: Notiziario CNN - 11 luglio 1997
Rifugiati tibetani chiedono asilo in Nepal
Per anni, questo piccolo regno fra le montagne himalayane ha rappresentato la porta per la libertà per i tibetani che cercavano di fuggire dal regime comunista cinese. Ma si tratta di una porta pericolosa.
Il flusso di tibetani in Nepal è cominciato 50 anni fa, quando i comunisti pervennero al potere a Pechino e presero il controllo sulla regione, cosa che molti tibetani considerano un'annessione illegale. La media degli arrivi è ora di otto profughi al giorno, numero che non è calato nemmeno dopo la morte del leader cinese Deng Xiaoping.
I nuovi arrivati sono ospitati nei pressi della capitale Katmandu, in un campo di transito gestito dall'amministrazione del leader tibetano in esilio, il Dalai Lama. La maggior parte di loro appare traumatizzata dal passato e timorosa del futuro.
Morti per strada
Per arrivare in Nepal i rifugiati devono attraversare l'Himalaya, con le sue montagne fra le più alte del mondo. Alcuni di loro muoiono congelati.
Tashi Lama, giunto da Lhasa con altri 26 compagni, ha perduto un dito congelato nell'attraversamento. Ha raccontato che tre di loro, tra cui una bambina di 7 anni, sono morti per il freddo e per le difficoltà di respirazione in alta quota. "Abbiamo dovuto caricarci in spalla i malati per attraversare i passi e i ghiacciai", ha raccontato. "La bambina ha cominciato ad accusare difficoltà di respirazione sempre più gravi. Quando abbiamo capito che stava congelando, abbiamo acceso un fuoco, l'abbiamo fatta coricare lì vicino, ma non è servito a nulla: dopo pochi minuti è morta. L'abbiamo seppellita nella neve."
Riportati in Cina
I tibetani portano con loro l'arte tradizionale della manifattura dei tappeti portando nelle casse nepalesi 170 milioni di dollari all'anno. A dispetto di questo contributo, due anni fa almeno 300 rifugiati sono stati rimpatriati e consegnati alle autorità cinesi. La decisione, presa dal Partito Comunista Nepalese, allora al governo, era stata presa per accondiscendere alle autorità cinesi.
La attuale coalizione di governo ha nei comunisti la maggior forza di sostegno esterno, ma il Ministro degli Esteri Prakash Chandra Lohani ha affermato che non ci saranno altri rimpatri, ma che i rifugiati verranno affidati all'Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite. Una volta giunti in Nepal, alcuni di loro scelgono di stabilirsi lì, altri di andare in India o in altri paesi.