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Conferenza Tibet
Pobbiati Paolo - 18 luglio 1997
Risposta di Montanelli

Ho letto, non senza sgomento, la risposta di Montanelli sul Corriere del 13 luglio messa in conferenza Tibet qualche giorno fa.

Forse per questo alfiere della democrazia e della società civile è veramente legittimo

per un governo risolvere le contraddizioni di un sistema a colpi di fucile. Basta che

abbia ragione dal punto di vista dei contenuti. Esattamente la tesi sostenuta dalla

delegazione cinese che ho incontrato a Roma qualche settimana fa. Anch'io sono convinto

che un cambiamento troppo radicale nel sistema cinese avrebbe portato la Cina alla

catastrofe. Ma trovo altrettanto controproducente rifiutarsi di prendere atto del

malcontento di una parte consistente della popolazione, soprattutto di quella che sarà la

classe dirigente di domani, risolvendo il tutto con l'intervento dell'esercito.

Considerazioni umanitarie a parte, naturalmente. La scommessa del governo cinese è quella

di gestire questo difficile cambiamento, e sicuramente non potrà vincerla se, alle

sollecitazioni che gli provengono dalla società in questo drammatico momento di

transizione, saprà rispondere solo aumentando il livello repressivo, come ha fatto in

questi ultimi dieci anni. La sfida che affronta un sistema che vuole diventare moderno è

quella di saper accogliere queste sollecitazioni, di metabolizzarle ed eventualmente di

farle proprie. Le teste tagliate non hanno mai migliorato il mondo.

Leggendo la risposta di Montanelli, ho sentito un brivido alla schiena, un po' come

mentre assistevo alla diretta del passaggio di poteri ad Hong Kong, quando ho visto le

"facce di cera", come le ha definite Tiziano Terzani, di Li Peng e di Jang Zemin, che

assistevano alla cerimonia, applaudendo "senza che le mani si toccassero mai". E ho

pensato alle lacrime versate dalla mia amica Karma, profuga tibetana, mentre vedeva la

stessa trasmissione; ho pensato a Palden Gyatso, a Wei Jingshen, a Ngawang Samdron,

condannata a 18 anni per aver gridato "Tibet libero", e a tutti gli altri che hanno

pagato e che pagano, come le vittime di Tienanmen, un prezzo troppo, troppo elevato per

la "sicurezza dello stato". Vorrei che ci pensasse anche Montanelli.

--- WinMMMR v1.70unr

 
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