Secondo un recentissimo e dettagliato rapporto di Amnesty International, la Repubblica Popolare Cinese ha eseguito, nel corso degli anni '90, più esecuzioni capitali di tutte le altre nazioni del mondo messe insieme. Nel 1994 e 1995 vi sono state in Cina 6.108 condanne a morte e solamente nel 1996 ben 6.100 di cui 4.367 eseguite. Amnesty International ha reso pubblici questi dati che si basano su stime ufficiali dello stesso governo di Pechino. Nel 1996, quindi, sono stati assassinati dallo Stato cinese in media 17 persone al giorno, circa 1 ogni ora e mezza. E quest'anno le cose non vanno certamente meglio dal momento che solo nel periodo compreso tra giugno e luglio sono state eseguite oltre 200 sentenze capitali. Si tratta di cifre agghiaccianti che, se non arrivano al delirio criminale delle circa 20.000 esecuzioni capitali del 1983, dovrebbero comunque ripugnare alla coscienza di ogni persona civile, specialmente di quanti si battono per l'abolizione della vergogna della pena di morte. Ricordo che i rea
ti per i quali nella Repubblica Popolare Cinese si è condannati a morte sono ben 68 (sessantotto) e vanno dai crimini "controrivoluzionari" (di cui fanno le spese soprattutto tibetani, uiguri, mongoli e dissidenti vari) a infrazioni ridicole come quella di "vandalismo", "furti", "pornografia", etc.
L'avevo già suggerito, senza molto successo per la verità, alcune settimane or sono. Torno, testardamente, a riproporlo. Non pensate che sia il momento giusto per lanciare una "Campagna Cina" per quanto riguarda il tema dell'abolizione della pena di morte (entro il Duemila o meno)? Sarebbe bello avere qualche risposta, specialmente dagli amici di Nessuno Tocchi Caino.
Piero Verni