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Partito Radicale Centro Radicale - 11 dicembre 1997
LIBERTA' PER IL TIBET/DEMOCRAZIA PER LA CINA-FAX ! - N.66

< LIBERTA' PER IL TIBET/DEMOCRAZIA PER LA CINA-FAX ! - N.66 >

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale Transnazionale per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina.

"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".

Tenzin GYATSO, XIV.mo Dalai Lama, 1992

Numero 66 del 10 Dicembre 1997

Redazione: Paolo Atzori

Tel.+32-2-2304121 - Fax +32-2-2303670.

mailto:T.Falletti@agora.stm.it

http://www.agora.stm.it/pr

telnet:Agora.stm.it

Distribuzione: Alberto Novi

Rue Wiertz - LEO 7H252, 1047 Bruxelles (B)

Tel.+32-2-2847198 - Fax +32-2-2303670.

Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese, croato e rumeno.

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EDITORIALE

La visita di Jang Zemin negli Stati uniti è stata segnata in primo luogo dai tristi risultati che ne sono conseguiti in termini di progresso nel rispetto dei diritti umani e nell'attuazione delle riforme democratiche. Questa ennesima esperienza negativa sarebbe un male minore se potesse servire a convincere quanti lottano per la democrazia in Cina e la libertà del Tibet, del Turchestan orientale e della Mongolia meridionale, della necessità di rafforzare ma anche di modificare la strategia fin qui perseguita per convincere le autorità dei nostri Paesi ad agire con forza perché vengano rispettati i diritti dell'uomo ed attuate le indispensabili riforme per instaurare la democrazia e lo stato di diritto in questo grande paese.

Se quindi, traendo le lezioni da questo insuccesso e dalle tante esperienze - felici e meno felici - che sono state le nostre in questi anni, potessimo, noi, cinesi, tibetani, mongoli, turchestani, americani, africani, asiatici ed europei, far nascere - insieme - un grande movimento organizzato e fondato sulla nonviolenza gandhiana, in grado di obbligare i nostri governi a dare seguito alle loro parole e a fare della democrazia e del rispetto dei diritti fondamentali una condizione sine qua non dei loro rapporti con la Cina, allora sicuramente avremmo fatto un grosso passo in avanti.

E' un compito enorme e estremamente difficile che ci aspetta. Da qualche giorno, abbiamo pero' la fortuna di poter contare, nella persona di Wei Jingsheng, sulla presenza con noi di una risorsa umana di grandissimo valore politico ed umano. Ci appartiene a tutti di saperne fare tesoro.

Auguri di buon lavoro ed auguri tout court per il 1998 a tutte e a tutti !

Olivier Dupuis

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PARLAMENTO EUROPEO:

ESITO DELLA VOTAZIONE SUL PROGETTO DI BILANCIO 1997 DELL'UNIONE EUROPEA

di Gianfranco Dell'Alba, deputato europeo (ARE)

Si è conclusa a fine ottobre 1997 a Strasburgo la lunga fase di prima lettura del Parlamento europeo al progetto di bilancio dell'Unione europea per il 1998. Nelle commissioni specializzate prima, in commissione bilancio ed in aula poi, abbiamo cercato come negli altri anni di far passare una serie di emendamenti legati alle battaglie ed alle priorità del Partito radicale.

Ecco il bilancio di questa vera e propria guerra con gli altri gruppi, che ci ha visto molto spesso alleati con il gruppo democristiano contro, viceversa, su quasi tutto, il gruppo socialista.

Per quanto riguarda la campagna per la democrazia in Cina, è stato adottato un emendamento che stanzia 1.600 mila Ecu per la cooperazione con Taiwan, anche in prospettiva dell'adesione della Repubblica di Cina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio e agli accordi conclusi a tal fine con l'Unione europea; un emendamento che stanzia finanziamenti volti a promuovere la democrazia in Asia, in particolare nella Repubblica popolare cinese, Hong Kong compresa, nonché le attività connesse alla vigilanza ed al rispetto dei diritti dell'uomo, in particolare nel Turchestan orientale e nella Mongolia interna e alla promozione della libertà dei mezzi di informazione.

Siamo inoltre riusciti a preservare le linee di bilancio da noi istituite in precedenza in favore della difesa dei diritti umani in Tibet, mentre non siamo riusciti a far passare, per la strenua opposizione del gruppo socialista (all'eccezione del deputato Happart) l'aumento dei fondi (da 2.600 mila ecu a 3.600) stanziati a favore dei profughi tibetani. Hanno votato a favore i gruppi radicale, verde e parte del gruppo popolare (PPE).

Non sono passati invece altri emendamenti pur accolti dalla Commissione Affari Esteri o da altre commissioni, come quello per aprire delegazioni dell'Unione a Taipei (Taiwan), a Hohhot (Mongolia meridionale), a Urumqi (Turchestan orientale) e a Lhasa (Tibet). Hanno votato a favore i gruppi radicale (ARE), Popolare (PPE), Verde ed alcuni liberali. Hanno votato contro i gruppi Socialista (all'eccezione dei deputati Denys, Happart, Laignel, Lindperg, Marinho, Mutin, Titley), Comunista e Liberale.

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PREMIO NOBEL PER LA PACE 1997

E PREMIO NOBEL PER LA PACE 1998.

DICHIARAZIONE DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE E DEPUTATO EUROPEO

"La decisione del Comitato Nobel di attribuire il premio 1997 alle organizzazioni che si battono per l'interdizione totale della produzione e dell'utilizzazione delle mine antiuomo è certamente una buona decisione. Ma, non certo la migliore e nemmeno la più coraggiosa. Dal gusto un po' "politically correct", s'iscrive assai bene nell'atmosfera attuale. Darà più spazio mediatico - non è cosa trascurabile - ad una campagna alla quale non ne è comunque mancato. Si tratta di una decisione attesa. Non ha quindi provocato più sorpresa di quanto rischi di perturbare il viaggio dei Reali norvegesi i quali si recheranno ufficialmente a Pechino il prossimo 17 ottobre.

Questa decisione rischia comunque - è questa la cosa più grave - di scoraggiare i milioni di Cinesi, Mongoli, Uighuri e Tibetani che lottano ogni giorno per l'instaurazione della democrazia in Cina, le centinaia di migliaia di loro che lo pagano al prezzo della loro libertà, della loro salute e, spesso, della loro vita nelle prigioni o nei campi di concentramento dove le condizioni disumane di detenzione, le torture e le misure arbitrarie di tutti i tipi sono il loro pane quotidiano.

Per il terzo anno consecutivo, Premi Nobel, parlamentari, e professori universitari avevano sostenuto la candidatura di Wei Jingsheng, il "Padre della Democrazia", l'autore della famosa "Quinta modernizzazione: la democrazia", l'avversario irriducibile del "Piccolo Timoniere" Deng Xioping, e laureato del Premio Sakharov nel 1996.

Alcune centinaia nel 1995, più di 500 nel 1996, e, grazie al rinnovato impegno del Partito radicale transnazionale, di Human Rights in China e della "Fédération pour la Démocratie en Chine", erano stati più di mille i parlamentari e i professori universitari a sostenere quest'anno la candidatura di Wei.

Ma per i cittadini del mondo detto libero, per coloro che vivono nelle democrazie, per quanto stanche queste si dimostrino, non ci può essere spazio per lo scoraggiamento o la disperazione. Già da oggi, il Partito radicale transnazionale e Human Rights in China hanno deciso di rilanciare una nuova campagna, associando questa volta a Wei Jingsheng un'altra personalità incontestabile della lotta per la Democrazia in Chine: Wang Dan, leader del movimento di Tien An Men. Sono certo che moltissimi cittadini et altre organizzazioni si assoceranno a noi. Perché prima del prossimo 31 gennaio, possiamo contare sul sostegno di migliaia di parlamentari e di professori universitari."

Nota: la liberazione di Wei è una ragione in più per rilanciare questa battaglia per il Nobel. A poche settimane del termine per la consegna delle firme (31 gennaio '98) è urgente una forte mobilitazione di tutti. (I moduli di adesione sono disponibili presso la redazione)

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CINA: "BENVENUTO A WEI JINGSHENG"

IL RILASCIO DI WEI JINGSHENG PUO' E DEVE ESSERE L'OCCASIONE PER UN GRANDE RILANCIO DELLA BATTAGLIA PER LA DEMOCRAZIA IN CINA, PER LA LIBERTA' DEL TIBET, DELLA MONGOLIA MERIDIONALE E DEL TURCHESTAN ORIENTALE.

DICHIARAZIONE DEL PARTITO RADICALE

Roma, 16 novembre 1997. Il rilascio di Wei ed il suo espatrio forzato ci riporta alle ore del più puro 'brejnevismo', quando appunto, il regime comunista sovietico, durissimo seppure declinante, si liberava dai suoi più scomodi cittadini.

A chi penserebbe di poter ridurre questo avvenimento ad una pura e semplice vittoria dell'alleanza dei fautori cinesi ed occidentali di una real-politik nella quale viene integrato perfino il baratro dei grandi resistenti democratici cinesi, possiamo sin d'ora dire che chi, come il Partito radicale, Human Rights in China e poche altre organizzazioni, hanno concepito ed attuato la lotta per Wei come lotta per la libertà e la democrazia per tutti i cinesi, tibetani, turchestani, mongoli, ... non potranno trovare in Wei libero che nuova forza, nuova e grande intelligenza, per rilanciare, con lui, una delle più importanti battaglie di libertà e di civiltà di questo fine secolo.

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INCONTRO WEI JINGSHENG/PARTITO RADICALE

LA LOTTA PER LA DEMOCRAZIA IN CINA VA RILANCIATA

DICHIARAZIONE DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO DEL PR E DEPUTATO EUROPEO

New York, 2 dicembre 1997. Appena liberato, Wei Jingsheng, il maggiore esponente dell'opposizione democratica in Cina, non intende riposarsi. E' pronto a rilanciare a livello mondiale la lotta che lo ha visto impegnato per 20 anni dentro e fuori i laogai della Repubblica Popolare Cinese.

Fin d'ora intende rilanciare la campagna di Human Rights in China e del Partito radicale transnazionale per l'assegnazione del Nobel per la Pace 1998 a Wei Jingsheng e a Wang Dan. Cui seguirà un "tour" europeo per coinvolgere i parlamenti, l'opinione pubblica e per chiedere che la Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite si pronunci sulle continue e persistenti violazioni dei diritti umani in Cina.

Dichiarazione di Olivier Dupuis

"E' un Wei Jingsheng più che mai deciso a proseguire la lotta per la democrazia in Cina e molto curioso di conoscere i radicali che, insieme a Marino Busdachin e Marco Cappato, abbiamo incontrato ieri sera. Un incontro impronto di molto calore ed, anche, di riconoscimento per quanto i militanti radicali hanno fatto in questi anni per la sua liberazione e per il rispetto dei diritti umani in Cina. Un primo incontro che lascia ben sperare sulle possibilità di rilanciare con forza le iniziative per le riforme e la democrazia in Cina."

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UNA PIAZZA, UNA STRADA PER IL TIBET

Hanno aderito:

- Dario PAVAN, comune di BRUGHERIO;

- Giuseppe TARALLO, sindaco di MONTECORICE;

Il totale dei sindaci che hanno aderito alla campagna è di 29

Belgio 3

Francia 10

Italia 13

Repubblica Ceca 1

Spagna 1

Svizzera 1

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Totale 29

 
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