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Conferenza Tibet
Manfredi Giulio - 30 dicembre 1997
STRALCI DAL LIBRO "VIVERE IN CINA", DI PIERO OSTELLINO
(RIZZOLI, 1981):

"... Il vicepresidente del comitato permanente dell'Assemblea popolare nazionale ha espresso l'auspicio, inoccasione della "festa della primavera", che il Dalai Lama e altri tibetani ritornino fra le braccia della madrepatria (la Cina). "Essi - ha detto - hanno bisogno ancora di un po' di tempo per capire meglio la politica del partito comunista cinese, l'inevitabile procedere della storia e l'aspirazione della maggioranza del popolo tibetano, che ama il partito e la madrepatria socialista e si oppone fermamente ad ogni divisione e a ogni ritorno al passato."....

..."Se la gente non avesse paura dei tribunali e se credesse di trovarci sempre una giustizia pronta e perfetta - sosteneva l'imperatore Kangxi ancora nel 1600-1700 -, le abitudini legaliste tenderebbero a crescere in modo preoccupante...Io desidero perciò che coloro i quali fanno ricorso ai tribunali siano trattati senza pietà e in modo tale da essere disgustati dalla legge e da tremare alla sola idea di comparire davanti ad un magistrato."....

...."Del resto, la condanna a quindici anni di reclusione inflitta negli ultimi mesi del 1979 a Wei Jingsheng, il più noto dei "dissidenti" cinesi dell'ultima generazione, è stata spiegata in un modo abbastanza singolare: "Negli ultimi vent'anni l'economia cinese è stata instabile e la gente è diventata persino più povera. Come non si potrebbe avere dubbi sul socialismo? Ma Wei Jingsheng è andato ben oltre e voleva respingere il socialismo in quanto tale". Insomma:dubitare del socialismo è lecito, purchè non losi faccia pubblicamente, anche quando l'evidenza dimostra la liceità del dubbio. Viene alla mente la definizione di Durkheim: "Il socialismo non è una scienza, è un grido di dolore e a volte di collera"...

Fin qui Piero Ostellino nel lontano 1981; ma la frase delll'imperatore cinese del 1600 si adatta perfettamente alla situazione della Cina attuale... e della nostra Italia!

 
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